lunedì 31 marzo 2008

ORA LEGALE...


L'ora legale non risparmia energia.
E' improbabile che l'ora legale faccia risparmiare energia.
Lo dice uno studio dell'Università della California.
Nella notte fra sabato e domenica è entrata in vigore l'ora legale.

Un'ora in meno di sonno , che recupereremo (si fa per dire...) in autunno.
E ogni anno l'ora legale mi scombussola alquanto la vita.

Per la verità la ricerca sull'ora legale stata resa nota qualche anno fa, ma sono lieta di citarla ora.

Due studiosi hanno confrontato i consumi di energia in Australia nel 2000, quando l'ora legale è entrata in vigore solo in alcuni Stati. L'indagine ha escluso le sedi e il periodo delle Olimpiadi di Sidney.
Ebbene: con l'ora legale minor consumo di energia la sera, maggior consumo al mattino.Le due cose si bilanciavano, anzi il risultato finale era un lievissimo incremento nel consumo di energia.
Si sottolinea che le cose possono variare da luogo a luogo e che ci vorrebbero indagini più accurate.
Ma insomma: se così perchè domenica mattina ho dovuto svegliarmi un'ora prima?

giovedì 27 marzo 2008

SCRIVO.....


Questa giornata uggiosa mi ispira la poesia...


scrivo per te,

per annullare la distanza

per disperdere gli anni che ci separano

..scrivo per te, per sentirti vicino

per fissarti dentro di me, in tutto il tuo splendore

...scrivo… per far sì che questo sogno, che ci lega indissolubilmente,

ci avvolga nell’eternità…..

mercoledì 26 marzo 2008

DAL SITO DI BEPPE GRILLO

Gli italiani fuggiti all'estero non hanno pace. I politici li perseguitano ovunque siano. In questi giorni hanno la casella della posta piena di facce di noti pregiudicati e prescritti. I vicini li guardano con sospetto. Ricevere un volantino con la faccia di Cuffaro o di Carra in alcuni Paesi può significare l'epulsione. I postini tedeschi e inglesi hanno chiesto l'indennità vomito. Provate voi a recapitare migliaia di volte la faccia dello psiconano. Giorno dopo giorno. Provateci...
Un ex italiano, ora inglese, mi ha inviato la sua risposta a tal Di Girolamo, aspirante parlamentare del Pdl.

"Caro Di Girolamo,
stamane ho ricevuto il suo volantino nella posta di casa mia, in Inghilterra. Di solito ignoro la propaganda elettorale perche', immagino come altri milioni di ex-italiani, ne ne posso piu' del vostro paese, pero' stavolta quello che ha scritto mi sprona a rispondere alla sua chiamata. Io ho gia' aiutato a sufficienza il suo partito, che poi non e' neanche un partito, in quanto non nasce da una costruzione ideologica o filosofica come i grandi partiti dell'800 e del '900, ma dagli interessi personali di un imprenditore miliardario che decise di scendere in campo per timore che una vittoria dei discendenti del partito comunista lo costringessero ad esiliarsi in qualche isola tropicale, anziche' continuare a fare i suoi interessi nel paese dove viveva.
Bene, caro Di Girolamo, sappia che chi le scrive quell'uomo l'ha gia' aiutato abbastanza. Lo feci nel 1994, quando fondai a Londra il primo Club Forza Italia, sprecando la mia faccia, la mia intelligenza, i miei soldi e il mio tempo, per un uomo che pensavo davvero intendesse promuovere il liberalismo nel vostro paese, e davvero intendesse stabilire un ordine meritocratico in un paese marcio per nepotismo, clientelismo e familismo (sia a destra che al centro che a sinistra).
Un paese unico al mondo che vanta due popolazioni: sessanta milioni di italiani dentro le Alpi che sopravvivono grazie alle raccomandazioni, e cento milioni di ex-italiani fuori dalle Alpi che, non sentendosela di far parte delle brigate rosse o di un clan mafioso, decisero ad un certo punto della loro vita di emigrare e, le piaccia o no, di diventare 'altri'.
Preciso che chi le scrive non e' in Inghilterra per fare lo spazzino o il lava-vetri. Io lavoro come psichiatra forense alle dirette dipendenze del ministero della Giustizia e della Sanita' britannici, guadagno piu' di centomila euro all'anno, pago il 40% di tasse fino all'ultimo penny, e sono soggetto, in virtu' del mio nuovo passaporto a tutti i doveri e i diritti dei sudditi della nostra carissima H.R. Queen Elisabeth II.
Che sicuramente avrà i suoi difetti anche lei, ma almeno e' una regina vera, e non una merda come i tanti pregiudicati, corrotti e mafiosi che popolano il vostro ridicolo Parlamento.
Giovanni Dalla-Valle, ex-italiano, e' un'INGLESE come tanti. Si sveglia alle 5.30, lavora 10 ore al giorno, fa i turni di guardia, torna a casa alle 19.00 dove trova il figlio Matteo, di cui e' padre singolo. Se fosse stato per l'Italia sarei ancora alle dipendenze economiche dei miei genitori, ultimo assistente in un ospedale del cesso (nonostante laureato a 25 anni a Padova con 107/110), solo per il fatto che mio padre e' un nessuno e non s'e' mai curato di leccare il culo agli altri.
Ed ora veniamo alle sue proposte elettorali.
Usufruire dell'assistenza sanitaria gratuita in Italia per piu' di tre mesi, come stabilisce la vostra legge?
Ma scusi, ma perchè io che che pago le tasse in questo paese, dovrei parassitare i servizi di un paese dove non pago le tasse? Persino tre mesi sono ingiusti. Qui la sanita' e' gratuita.
Non dovrei pagare le tasse per una seconda casa in Italia? Ma scusi, perche' mai uno che puo' permettersi una seconda casa nel vostro paese non dovrebbe pagare le tasse come fa per la prima casa in questo paese? Se ha sufficienti soldi per acquistare una seconda proprieta' in Italia, perche' non dovrebbe contribuire alle normali tassazioni di quel paese?
Non pagare per il rinnovo del passaporto? Problema gia' risolto. Ho un passaporto inglese. E non comporta nessun bollo annuale e il rinnovo e' decennale.
Migliorare l'assistenza del consolato? Ma via, Di Gerolamo, non spari cagate! Qui tutti sanno che il consolato italiano e' una fogna per raccomandati e figli di o amici di. Il livello d'incompetenza e arroganza agli sportelli e' arci-noto. Sara' mica lei che lo cambia adesso, vero? Il governo del suo capo durò cinque anni. Lo sapete benissimo che questo e' il peggiore consolato del mondo. Perche' non li avete cacciati a pedate nel c..o allora? Perche', dannazione, sono AMICI degli AMICI vostri, ecco perche'.
"Perdiamo per strada le giovani generazioni". Sorry, Di Girolamo. Avete perso gia' perso anche quelle meno giovani (io ne faccio 45 quest'anno!). Rialzati Italia? Ma col cazzo, mi consenta, Di Girolamo! Quelli come me, e sono milioni, l'Italia la vogliono giu' per sempre!!!. Ce`l'avete messa nel c..o per una vita. Cosa volete adesso? Che vi votiamo ancora??? Ma per favore. Siate seri!" Giovanni Dalla-Valle

martedì 25 marzo 2008

RICETTE CON I CHILI DI CIOCCOLATO DELLE UOVA AVANZATE







E' sempre la stessa storia tutti gli anni: cosa ce ne facciamo ora di quei due chili di cioccolata chiusi a pezzi nei barattoli che abbiamo infilato nei mobili della cucina cercando di non farci venire subito un attacco di appendicite o di colite? Prima che arrivi l'estate e il caldo che tende a rovinare il cioccolato, soprattutto quello al latte, sarà meglio consumarlo...ecco qualche idea per sfruttarlo in qualche ricetta diversa:



PANINO CON IL CIOCCOLATOAlt! ferme, che fate?? Lievito e farina lasciateli stare. Prendete due fette di pane e al posto della nutella o della marmellata infilateci dentro qualche pezzo di cioccolata. La più adatta è quella sottile, al latte, si sbriciola un po', ma è una merenda squisita!


GRISSINI A FESTA
Sciogliete il cioccolato che preferite a bagnomaria (lo sapete vero che non è uno stabilimento balneare?) in modo che non si scaldi troppo perdendo parte della sua bontà. Se usate diversi tipi di cioccolato può essere simpatico scioglierlo separatamente. Quando sarà fuso versatelo in un bicchiere in modo che lo riempia almeno per metà. Se il cioccolato è poco magari usate un bicchierino da liquore (senza liquore dentro a meno che non vi volete fare un goccetto) di quelli alti e stretti. Preparate in un altro bicchiere alto e stretto degli zuccherini colorati, di quelli che si usano per decorare le torte. Se non avete bicchieri alti e stretti arrangiatevi un po' vi devo proprio dire tutto?) Ora siete pronti: prendete dei grissini (come li volete voi) "pucciate" una delle loro estremità nel cioccolato fuso, (sgocciolate bene il cioccolato di troppo), e poi cospargete sempre la stessa parte con gli zuccherini colorati. Mettete a raffreddare su un foglio di carta da forno ma non nel forno. Visto che è già primavera è meglio conservare in frigo in modo che il cioccolato si rapprenda meglio e più velocemente. Questi grissini sono molto belli se presentati in un porta grissini verticale, (o anche un vaso da fiori va benissimo, magari senza l'acqua dentro) con diversi tipi di cioccolato (latte, fondente e bianca) e anche diversi colori degli zuccherini. Perfetti per una merenda tra bambini... ma non solo! Sconsigliati per i pic nic (io ci ho provato....dimenticando che il cioccolato al sole si squaglia inesorabilmente).


DOLCETTI DI RISO SOFFIATO
Sciogliete sempre a bagnomaria il cioccolato che preferite. Procuratevi del riso soffiato, quello che si usa nel latte per la colazione (non quello per i cani possibilmente). Aggiungete il riso soffiato nel pentolino con il cioccolato fuso. Se non vi piace il riso soffiato vaanno benissimo anche i corn flakes. Per la quantità regolatevi a vostro piacere, tenendo conto che il cioccolato deve solo rivestire e fare da "colla" per i cereali. Mescolate bene e usando un cucchiaino sistemate dei "mucchietti" di composto in pirottini di carta per pasticcini. Fate raffreddare bene nel frigo. Potete usare questi dolcetti per un compleanno ma se nessuno è nato in primavera non importa sono buoni lo stesso.

TORTA ALLO YOGURT RIVISITATA
Forse molti di voi già la conoscono, è famosissima, la torta di yogurt da dosare con il vasetto vuoto.
Ce ne sono molte versioni, noi ve ne diamo una con una piccola idea in più. Vi consigliamo di usare uno stampo a ciambella. Ecco gli ingredienti:
Un vasetto di yogurt bianco, 4 vasetti di farina, 2 vasetti di zucchero, mezzo vasetto di olio di semi, meglio se di mais, (evitate i semi vari per favore), 2 uova, una bustina di lievito, una bustina di vanillina, una manciata di mandorle tritate (se vi piacciono), cioccolato a pezzi delle uova (perfetto il fondo del barattolo, quello pieno di briciole troppo piccole per dare soddisfazione al palato).
mescolate tutti gli ingredienti (vedete un po' voi come vi viene meglio) e cuocete a 180° per 30/40 minuti. Se usate lo stampo a ciambella forse occorrerà meno tempo, beh insomma tenetela quanto vi pare nel forno, l'importante è non bruciarla.


SFOGLIATA FONDENTE Una ricetta facile per una torta un po' diversa? Eccola: Stendete (senza mollette) un disco di pasta sfoglia (compratela pure surgelata, l'importante è farla scongelare in tempo) in una tortiera rivestita di carta da forno. Fate fondere 200 g di cioccolato fondente (sempre a bagnomaria mi raccomando), poi fuori dal fuoco unite 2 dl (che poi sarebbe un bicchiere da tavola, normale, tipo quelli della nutella) di latte caldissimo, 60 g di burro e un uovo sbattuto. Avete per caso ancora le mandorle di natale?? Perfetto! Sgusciatele e tritatele nel mixer. Distribuitele sul fondo della pasta sfoglia e poi versate il composto di cioccolata. Cuocete a 180° per 25 minuti. Sfornate e far raffreddare prima di servire....a meno che non volete ustionarvi la lingua! (ricetta tratta da "un tuffo nel piacere", iniziative speciali De Agostini)


MORETTI AL RHUM - Una ricetta solo per gli adulti...
Fate sciogliere in una casseruola a fuoco basso (vi abbiamo fregato questa volta il bagno di Maria non c'è!) 200 g di cioccolato al latte spezzettato. Unite 3 cucchiai di rhum, 50 g di nocciole tritate nel mixer (ehm senza guscio perchè altrimenti vi servirà un mixer nuovo) e 100 g di biscotti secchi sbriciolati (potete passare al mixer anche loro se volete, se lo fate insieme alle nocciole si tritano ancora meglio). Mescolate delicatamente il composto e con il cucchiaino (ma usate le dita che fate prima!!) formate delle palline, sistematele nei pirottini di carta (ma se non vi formalizzate sono buoni anche senza pirottini), e mettete in frigo a rassodare. (ricetta tratta da "cucina moderna, aprile 1996)




Buon appetito!!!!!

giovedì 20 marzo 2008

La storia della Pasqua






Il termine Pasqua deriva dalla parola latina pascha e dall'ebraico pesah, che significa probabilmente passaggio. Con questo nome si indicano due feste, molto diverse tra loro, una ebraica, l'altra cristiana. La Pasqua più antica è quella ebraica, con la quale si celebra la liberazione del popolo di Mosè dalla schiavitù in Egitto e viene festeggiata in occasione del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera. La Pasqua cristiana celebra, invece, la Resurrezione di Cristo e viene festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio primaverile. La festa, oltre alle radicate motivazioni religiose, è legata al risveglio della natura. L'evento ha sempre avuto risonanze agresti e risale ad un'antica celebrazione con cui veniva festeggiato l'arrivo della primavera tramite offerte di ringraziamento, tra cui le primizie del campo e dell'orto, e sacrifici di agnelli, la cui carne veniva consumata con un pasto rituale. Oggi come in passato si ritrovano sulla tavola le spighe di grano tramutate in pane, le erbe, le uova, l'agnello, irrinunciabili e caratteristici alimenti della Pasqua.

L'uovo è il simbolo della vita e della rigenerazione ed è presente in molte culture antiche. Si pensa che i primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante siano stati i Persiani che festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. In Occidente questa usanza risale al 1176, quando il capo dell'Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L'uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.


La chiavedella Pace
apre la Pasqua
che sprigiona AMORE
nel cuoredegli uomini.

mercoledì 19 marzo 2008

IL CACCIATORE DI AQUILONI di Khaled Hosseini


Una storia di amicizia attraverso trent’anni di storia afghana. C’è stato un tempo in cui Kabul era una città in cui volavano gli aquiloni e in cui i bambini davano loro la caccia. Amir e Hassan hanno trascorso lì la loro infanzia felice e formavano una coppia eccezionale nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni. Niente al mondo però può cambiare certi dati di fatto: l’uno pashtun, l’altro hazara; l’uno sunnita, l’altro sciita; l’uno padrone, l’altro servo. Amir, il ricco, era il pilota; Hassan, il servo, era il suo secondo. Poi però gli aquiloni non volarono più. E’ una storia di padri e figli, di amicizia e tradimento, di rimorso e redenzione, di fughe e ritorni sullo sfondo di un Afghanistan schiacciato dalla morsa sovietica prima e con l’aiuto degli americani dai talebani poi. Amir, figlio di un ricco uomo d’affari, viveva con il padre Baba in quella che era considerata da tutti la più bella casa di Wazir Akbar Khan, un nuovo quartiere nella zona nord di Kabul. Anche Hassan viveva con il padre Ali, in una capanna di argilla, all’ombra del nespolo situato all’estremità meridionale del giardino della casa di Baba e Amir. Ma un giorno, sotto gli occhi dell’amico, qualcosa di terribile accadde ad Hassan. Amir commise una colpa terribile e l’armonia tra i due si infranse.
“Sono diventato la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E’ stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto”.
Queste le parole di Amir adulto che vive da ormai vent’anni in America, dove è fuggito con il padre. E, quando una telefonata inaspettata lo raggiunge a San Francisco, comprende che deve partire e tornare a casa. Un viaggio di ritorno, un viaggio dentro di sé, un viaggio di espiazione, un viaggio di riscatto. Ricordi assordanti e prorompenti, sensazioni sopite ma mai dimenticate. Ad attenderlo non ci sono però solo i rimorsi e i fantasmi della sua coscienza; quella che una volta era casa e patria è ora una landa desolata, terra di relitti umani e di donne invisibili la cui bellezza non esiste più. Qui avere un padre o un fratello, dopo gli indiscriminati stermini dei talebani, è una vera rarità; qui incrociare il loro sguardo, il più delle volte, significa tortura e morte; qui regnano sgomento e terrore.

martedì 18 marzo 2008

Om mani padme hum


Dal sito di Grillo:

L’Italia non deve partecipare alle Olimpiadi di Pechino. I Giochi Olimpici sono bagnati del sangue dei tibetani. A Lhasa sono morte almeno 100 persone, alcune bruciate vive. Protestavano nell’anniversario della sanguinosa repressione cinese del 1959.
Il buddismo non è una religione di conquista, non ha causato stragi secolari come le religioni monoteiste. Il buddista può essere ucciso, ma non uccide. Il governo cinese minaccia nuove stragi se i tibetani non cesseranno le manifestazioni entro lunedì. Li minaccia a casa loro, in una nazione occupata. Minaccia un popolo costretto in gran parte all’esilio. Di cui ha distrutto i monasteri. Di cui vorrebbe cancellare l’identità con una immigrazione selvaggia.
I tibetani sono uno dei popoli più pacifici della terra. Da decine di anni è in atto nei loro confronti un piccolo olocausto dagli occhi a mandorla, ma l’Occidente volta sempre la testa dall’altra parte. Pecunia WTO non olet. Né Valium, né lo psiconano hanno voluto ricevere il Dalai Lama in visita in Italia lo scorso autunno. E’ stato trattato come un paria, prima gli affari, poi i diritti civili. I nostri grandi statisti: la vergogna internazionale d’Italia.
Gli atleti italiani rinuncino alle Olimpiadi. Facciano outing contro la dittatura, sarà la migliore azione della loro vita. Figli e nipoti ne saranno fieri. Molti taliani gliene daranno merito. Li ospiterò a casa mia durante le Olimpiadi e, come rimborso, li pagherò come personal trainer.
Le Olimpiadi di Pechino non si possono celebrare sui massacri di Lhasa. Per ogni finale olimpica, per ogni premiazione ci sarà il ricordo di un tibetano assassinato e di una Nazione stuprata sotto gli occhi indifferenti del mondo. Ho incontrato il Dalai Lama a Milano. Ho incontrato un uomo buono, aperto, disponibile, ma assolutamente determinato a restituire la libertà al suo popolo. Lo saluto da questo blog.
No alle Olimpiadi di sangue.

Preghiamo perchè tutto questo cessi!!!!
Per chi vuole si può recitare anche il mantra Om mani padme hum

"È molto bene recitare il mantra Om mani padme hum, ma mentre lo si fa, si dovrebbe pensare al suo significato, perché il valore di queste sei sillabe è grande e vasto... La prima sillaba Om [...] simbolizza il corpo, la parola, e la mente impure del praticante; questi simbolizza anche il puro corpo, parola, e mente di un Buddha[...]"

"Il cammino è indicato dalle seguenti quattro sillabe. Mani, significa gioiello, simbolizza i fattori del metodo, la intenzione altruista di diventare illuminato, compassione e amore[...] "

"Le due sillabe, padme, significano loto, simbolizzano saggezza"

"La purezza deve essere raggiunta attraverso una indivisibile unità di metodo e saggezza, simbolizzate dalla ultima sillaba hum, che indica la indivisibilità [...]"

"Quindi le sei sillabe, om mani padme hum, significano che, dipendendo dalla pratica di un cammino che sia l'unione indivisibile di metodo e saggezza, si può trasformare un corpo, una parola, ed una mente impure nel corpo, parola, e mente nobili di un Buddha"

Tenzin Gyatso, 14esimo Dalai Lama, "Om Mani Padme Hum"

lunedì 17 marzo 2008

Energie alternative o alternative all'energia....?


Tutti vogliono tornare alla natura…ma nessuno vuole tornarci a piedi. Dopo essere stata una battaglia di trincea e poi una nicchia solo per verdi militanti, l’ecologia sta ora diventando trendy. Fa molto radical-chic riciclare, differenziare i rifiuti e dichiararsi in difesa dell’Amazzonia. Tuttavia il rischio è che si tratti più di una moda che di reale presa di coscienza.

Per fortuna, mentre l’opinione pubblica e la politica sembrano indossare un abito di comodo senza crederci granchè, il mercato potrebbe portare alla vera rivoluzione energetica.
Le energie rinnovabili sono l’unica via d'uscita praticabile ai terremoti climatici e all'inquinamento provocati dai combustibili fossili. La notizia semmai è il grande successo delle energie rinnovabili sul mercato: sono un settore in crescita che attira considerevoli denari. Pannelli fotovoltaici, impianti eolici, impianti a biomasse e bio-carburanti sono buoni investimenti, e non solo ecologicamente per il futuro del pianeta, ma anche in senso strettamente economico.Gli investimenti totali in energie rinnovabili sono arrivati a 30 miliardi di dollari nel 2004, un record - con aziende come Siemens, General Electric e Sharp. E se il mercato alza il pollice, allora la faccenda comincia a farsi interessante, perché spesso sono state proprio le pastoie degli interessi economici a legare i polsi alle energie rinnovabili.

Prendiamo ad esempio la ricerca di un’alternativa al petrolio. Negli Usa la ricerca ci lavora già dagli anni ’50, ma a quel tempo incontrò il veto delle case automobilistiche di Detroit. Ecco la catena: mais > amido > glucosio > etanolo > trazione.A sorpresa i paesi all'avanguardia nel settore sono il Brasile (per il bio-carburante), la Cina (per l'acqua calda solare), la Germania (per l'elettricità solare) e la Spagna (per l'eolico). Anche negli Stati Uniti, nonostante il tira e molla sul protocollo di Kyoto, qualcosa si muove.

Mentre altrove si lavora alacremente per la diffusione dell’energia solare, l’Italia perlopiù se ne sta sdraiata a prendere il sole. In realtà, a volte, qualcosa succede, ma non passando nei salotti televisivi, resta nella penombra dell’opinione pubblica. Più energia pulita si produce, più si guadagna, come già avviene in Germania e in Spagna.Che il sole splenda e il vento soffi come non mai nei fili elettrici del nostro paese è un dato di fatto. La vera rivoluzione energetica passa attraverso la presa di coscienza di una reale economicità delle nuove energie. Per quanto ai verdi più idealisti venga l’orticaria di fronte ad una simile conclusione. In fondo si può tornare alla natura anche in macchina.

venerdì 14 marzo 2008


Un vecchio inno del 1914 recita così:


Mentre marciamo e marciamo,
combattiamo anche per gli uomini
perché sono figli di donne
e facciamo loro ancora da madre.
La nostra vita non dovrebbe essere solo fatica
dalla nascita alla morte.
Il cuore ha fame come il corpo,
vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose



“Vogliamo anche le rose” è il titolo di un film documentario uscito in questi giorni nelle sale cinematografiche. Io l’ho saputo solo attraverso un passaparola e sicuramente non dai giornali.
Se potete farlo andate a vederlo subito, perché sparirà dai circuiti molto presto. Racconta storie di cui io, in grazia dei miei 43 anni, sono stata testimone, anche se non così attiva come vorrei essere stata.

“Vogliamo solo rose e non prezzemolo” era scritto su uno degli striscioni del corteo che ha commemorato lo scorso 8 marzo.

È un leit motiv sul quale è possibile ragionare un poco, soprattutto pensando alla generazione di giovani donne che sta crescendo davanti ai nostri occhi e, per chi è più fortunato, dentro le nostre famiglie.

Buon ragionamento e un grosso abbraccio a tutte/i

giovedì 13 marzo 2008

mercoledì 12 marzo 2008

The olfatto meme


Ho trovato per caso questo Meme e mi è subito piaciuto, ed è anche un modo per dirvi ancora qualcosa di me....
1. Quale odore di cucina preferivi quando eri bambina ?
Mi affascinava la cucina di mia nonna, che cuoceva la carne (l’agnello, il filetto, ...) in un saporitissimo soffritto di carote cipolla sedano e sugo. Quel odorino lì per me rimane il simbolo della nostra meravigliosa cucina italiana
2. Quali sono gli odori (di cibo) che più ti stuzzicano l’appetito?
A me stuzzicano particolarmente l’appetito, e amo molto sentire, camminando per strada gli odori di sugo al pomodoro che emanano un po’ dappertutto, arrosti e patate al forno. Molto stuzzicanti per me sono anche la carne grigliata, porchetta, hamburger, salsicce, insomma braci in genere, di quelle effluve toste che incontri, per strada, fiere e campagne...
3. Quale odore evoca per teL’estate?
La riminescenza del gelato alla crema (cioè l’odore che ne rimane quando il gelato non c’è più), il fieno quando lo cospargi nella stalla, che sa di polvere e di sole, e il monoi (quel fiore polinesiano che profuma l’omonimo olio abbronzante), le conchigliette vuote che trovi per la spiaggia
4. Qual’è la tua spezia preferita ?
Il coriandolo e lo zenzero .
5. Qual è la tua erba aromatica preferita ?
La menta.
6. Quale profumo usi ?
Acqua di more e muschio
7. Qual è l’odore della casa dei tuoi sogni ?
L'odore fresco di bucato, e di pane appena sfornato
8. Quale essenza legnosa ha per te il profumo migliore?
Sandalo
9. Qual è l’odore che più detesti ?
Tutto ciò che in un modo o un altro è troppo invadente o stona, come il profumo Opium di cui si è annaffiata la collega, specialmente se è al bar accanto a me che sto cercando di bere il mio cappuccino .
10 . Qual è l’aroma artificiale che più ti fa schifo ?
La cannella
11 . Quale carburante commestibile e odoroso metteresti volentieri nel tuo motore ?
L’essenza di bergamotto. O di lavanda… ci posso pensare un po’?

martedì 11 marzo 2008

7 FATTI LAICI


Mai come in questo momento trovo doveroso pubblicare questo appello:
Sul numero di questa settimana di
all’indirizzo
www.italialaica.it
SU INIZIATIVA DI ENZO MARZO E MARIA GIGLIOLA TONIOLLO PRESENTIAMO QUESTA PROPOSTA ALLA PUBBLICA OPINIONE E ALLE FORZE POLITICHE, E CHIEDIAMO SIA SOTTOSCRITTA DA SINGOLI E ASSOCIAZIONI

A parole tutti o quasi oggi si dicono laici, ma non c’è laicità senza la più rigorosa neutralità delle istituzioni su convinzioni morali, religiose e filosofiche, senza la garanzia di pari dignità sociale delle persone e senza la separazione fra istituzioni pubbliche e confessioni religiose: non c’è laicità, quando si esige o si accetta di trasformare in obbligo giuridico i dettami morali di una chiesa o si assiste senza reazione all’occupazione delle istituzioni da parte delle gerarchie vaticane. Laicità è riconoscimento alle persone del diritto di scegliere liberamente riguardo la propria vita e il proprio corpo, ed è possibilità di attuare le proprie scelte. Laicità è anche reale coinvolgimento nelle decisioni pubbliche sulle scelte private. Riteniamo, in questa sede, che per comprenderci meglio e riconoscerci come laici vi sia la necessità di stabilire un minimo comune denominatore con la definizione di alcuni obiettivi concreti:
1) ABOLIZIONE DEL CONCORDATO e di ogni forma di privilegio diretto e indiretto a favore della Chiesa cattolica nella legislazione e nelle politiche pubbliche. E’ necessario e urgente rimettere in discussione l’intero meccanismo di finanziamento pubblico: l’attuale normativa sull’8 per mille, l’esenzione del pagamento dell’Ici per le attività commerciali della Chiesa cattolica. Censimento di tutti i finanziamenti arbitrari di Stato, di Regioni e di Enti locali alla Chiesa Cattolica. Necessità di una scuola pubblica laica, a partire dalla scuola dell’infanzia. Abolizione dell’incostituzionale finanziamento pubblico delle scuole confessionali e l’abrogazione della legge che immette automaticamente in ruolo – anche in materie umanistiche e senza concorso – gli ex professori di religione scelti dalle Curie.
2) PIENO RICONOSCIMENTO DELL’AUTODETERMINAZIONE NELLA MATERNITA’. Le istituzioni devono promuovere campagne di informazione sessuale, anche nelle scuole, per la conoscenza dei mezzi di prevenzione; devono agevolare l’acquisto degli anticoncezionali, abolire l’obbligo di ricetta per l’acquisto della pillola del giorno dopo (contraccezione di emergenza) e soprattutto assicurare che l’effettiva operatività della legge 194 sia sempre garantita con personale non obiettore presente in tutte le strutture esistenti, consentendo anche l’uso della pillola abortiva Ru 486. E’ necessaria una nuova legge in materia di fecondazione assistita o una profonda revisione della legge 40, che parta dall’abolizione delle limitazioni già riconosciute illegittime dall’Autorità giudiziaria e che disponga nuove linee-guida.
3) DIFESA DELLA LIBERTÀ DI SCIENZA, che non può essere limitata, né condizionata, da convinzioni confessionali o ideologiche.
4) RICONOSCIMENTO DELLE DIRETTIVE ANTICIPATE DI FINE VITA, (testamento biologico) con la stessa ampiezza decisionale di chi ha piena capacità.
5) REALIZZAZIONE DELL’ASSOLUTA UGUAGLIANZA GIURIDICA, della parità di diritti e della pari dignità sociale per tutti, senza differenza di orientamento sessuale e di identità di genere in materia di diritto di famiglia, nel riconoscimento da parte dello Stato di una pluralità di modelli famigliari e nella garanzia dei diritti materiali e morali dei minori e dei terzi.
6) RIDISCUSSIONE DELLA NATURA, DEI COMPITI E DELLA COMPOSIZIONE DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA, che deve informare e coinvolgere il pubblico sulle proprie tematiche. Esso deve inoltre diventare organo di alta funzionalità interna e di riconosciuto valore internazionale e quindi deve essere un organismo autorevole per professionalità e competenza, equilibrato tra le varie concezioni politiche, religiose e filosofiche.
7) RIFIUTO DELL’ASSERVIMENTO DEI MEDIA, soprattutto di quelli pubblici, che si fanno strumento improprio di propaganda religiosa.

ITALIALAICA.IT ha già aderito. Sul sito saranno rese note tutte le adesioni.


ROMA lunedì 17 marzo 2008 Presso la sala la Mercede, via delle Mercede 55 - h. 17-20
7 FATTI LAICI: TUTTI IN GINOCCHIO? Programmi elettorali e garanzie laiche.
Confronto pubblico con esponenti della politica e della società civile su "7 fatti laici".Hanno assicurato la loro presenza: on. Gianni Cuperlo (Pd) – on. Franco Grillini (costituente socialista) - on. Lanfranco Turci (Costituente socialista)

lunedì 10 marzo 2008

MONNEZZA


Ieri sera ho visto in TV su RaiTre la prima puntata della nuova serie dei Report della Gabanelli. Francamente, non mi ricordavo di avere provato un magone nello stomaco così intenso da molto tempo....

In Campania ci sono 2.551 siti potenzialmente contaminati, il doppio della Lombardia che ne ha 1.300, la maggior parte sono concentrati tra le province di Napoli e Caserta, nella piana campana, dove le falde acquifere, sia quella superficiale che quella profonda, sono inquinate da sversamenti di liquidi pericolosi e cancerogeni. I comuni coinvolti sono 80, sui terreni agricoli sono stati spalmati i fanghi industriali venduti come compost.
Prendere gli amministratori campani (e i tanti imprenditori che lucrano col le ecomafie) a calci nel culo potrebbe anche essere liberatorio, ma i rifiuti tossici industriali rimarrebbero là. Le centinaia di persone stipendiate con logica clientelare, anziché bonificare, continueranno a tosare l'erba, permettendo alle ditte in appalto di chiedere addirittura il risarcimento danni perché non sono state messe in grado di lavorare. I contadini rimarrebbero inconsapevoli ed omertosi di fronte alle discariche di rifiuti tossici sui bordi dei loro terreni, e continuerebbero a vendere i loro prodotti sulle tavole d'italia. I vigili ambientali zelanti continuerebbero ad essere trasferiti perchè il loro zelo da fastidio. I pastori continuerebbero a morire degli stessi mali che uccidono le loro pecore. Verrebbe voglia di trasferire tutti gli abitanti e tumulare l'intera zona di Acerra, trasferiteci pure tutti gli inceneritori d'Italia, tanto peggio di così...
Insomma, se vi capita di volervi fare del male, andate a vedere la replica in TV su Sky, oppure aspettate la
replica in streaming sul sito della Rai. Fatelo, almeno potrò condividere il magone con voi, specialmente quando andrete in cabina elettorale per votare Veltrusconi, mentre la fuori c'è un mondo da riciclare.
Questa è la follia più grande , ma quello che mi chiedo è : ma queste persone pensano di essere immuni da questi veleni?

venerdì 7 marzo 2008

FESTA DELLE DONNE SI O NO?


Ecco un altro tormentone in arrivo quello della festa delle donne per l' 8 marzo!!!!!
Ma e' poi giusto ricordare quella data cosi' triste ,tramite baldorie bolgie chiassose e spogliarelli ?
Ogni anno, al fiorir delle mimose, le donne si festeggiano. Ha ancora senso l'8 marzo nel 2008? Tra spot, SMS a forma di mimosa, ristoranti pieni di donne e belloni che si spogliano?

Nei miei ricordi spesso l'8 marzo é una giornata allegra, con il sapore della primavera, colorata di fiori. Tutte le lotte per l'emancipazione femminile, a cui la festa si ispira, sembrano lontane, scontate. Forse l'otto marzo italiano viene triturato nella commercializzazione di massa che inghiotte Natale, San Valentino e quant'altro.
Ma le donne afghane, o le donne minacciate di lapidazione in Sudan e in Nigeria riportano alla mente quello che c'é dietro questa festa, stabilita nel lontano 1910 a Copenhagen dalla Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste per chiedere parità di trattamento rispetto agli uomini, cominciando dal diritto di voto (ricordo che in Italia le donne votano solo dal 1946).

Perché l’8 marzo?

Probabilmente la scelta di questa data risale all’8 marzo 1848, quando le lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento di New York proclamarono uno sciopero cui parteciparono trentamila donne, la più gigantesca manifestazione femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Ma sulla scelta della data vennero fuori leggende dal sapore tragico:
Il 7 marzo 1952 il settimanale bolognese La Lotta scrive che l'8 marzo vuol ricordare l’episodio dell’incendio scoppiato quel giorno in una fabbrica tessile di New York in cui morirono, chiuse dentro dall’interno per volere del padrone, perché minacciavano di scioperare, 129 giovani operaie.
il Secolo XIX di Genova nel 1978 riporta l’episodio come avvenuto a Chicago in una filanda. La Repubblica nel 1980 parla di un incendio a Boston, datato 1898. Stampa Sera nel 1981 situa l’incendio ai primi del ‘900, in un luogo imprecisato degli Stati Uniti. Lo stesso anno L’Avvenire parla di 19 operaie morte. Noi Donne nel 1982 parla di Boston e di 19 operaie morte; anno 1908, stesso anno e stesso numero di vittime nel sito SpazioDonna, la città è però Cotton.
Sul sito Internet della Città di Bari viene descritto un incendio scoppiato il 25 marzo 1911 negli ultimi tre piani dell’Asch Building a Manhattan, dove delle operaie confezionavano camicette. Quando il tragico rogo fu domato si contarono 146 vittime, di cui la stragrande maggioranza donne, quasi tutte di nazionalità italiana o di origine ebraica. New York rimase sconvolta da quella tragedia e proclamò un’adunata generale dei lavoratori per seguire il corteo funebre di sette vittime non identificate.
Sulla stampa statunitense fino al 1908 nessunaVerità storica della misteriosa origine dell’8 marzo: l’incendio risulta mai accaduto. Alla stessa conclusione giungono Tilde Capomazza e Marisa Ombra nel loro 8 marzo – Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna, frutto di meticolose e appassionate ricerche.
Un’altra interpretazione fa risalire la fatidica data all’inverno del 1917, quando le operaie di Pietrogrado con la bandiera rossa sono scese nelle strade l’8 marzo (24 febbraio per il calendario russo) per festeggiare la giornata internazionale del proletariato femminile.

E leggenda si aggiunge a leggenda, perché si dice che dalle ceneri di questi incendi rovinosi fiorì per prima una mimosa. Da allora questo fiore, parente dell'acacia secondo la classificazione di Linneo, é diventato il simbolo dell'8 marzo.
Ancora più significativo se si pensa che in Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppure fra i capelli per esibire la loro ideologia. A me piace pensare invece all'interpretazione degli indiani d’America; in base ad una vecchia usanza un ramoscello di mimosa veniva donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore. Una mimosa profumata, delicata e resistente simbolo di forza e femminilità.
Accarezzo il ramoscello di mimosa che tengo da anni dentro un libro di poesie e credo che in fondo abbiamo ancora bisogno di date da ricordare.

giovedì 6 marzo 2008

LE LINNEE DI NAZCA








Le Linee di Nazca sono dei geoglifi, linee tracciate sul terreno, del deserto di Nazca,
un altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri tra le città di Nazca e di Palpa,
nel Perù meridionale. Le oltre 13.000
linee vanno a formare più di 800
disegni, che includono i profili stilizzati
di animali comuni nell'area (la balena,
il pappagallo, la lucertola lunga più di
180 metri, il colibrì, il condor e l'enorme
ragno lungo circa 45 metri). Essi furono
tracciati durante la fioritura della Civiltà
Nazca, tra il 300 a.C. ed il 500 d.C.
Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre
contenenti ossidi di ferro dalla superficie del
deserto, lasciando così un contrasto con il
pietrisco sottostante, più chiaro. La pianura
di Nazca è ventosa, ma le rocce della
superficie assorbono abbastanza calore per
far alzare l'aria proteggendo il suolo. Così i
disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia
di anni. Ai margini della Pampa, gli archeologi
hanno scoperto la città cerimoniale dei
Nazca, Cahuachi, da cui si ritiene
provenissero gli artefici delle linee.
Le linee sono state avvistate con chiarezza
solo dall'avvento dei voli di linea sull'area,
casualmente, nel 1927 da Toribio Mija;
quindi furono studiate, nel 1939, da Paul Kosok, un archeologo americano; ma solamente dal
1946, la tedesca Maria Reiche, diede un
importante contributo di studi sul loro
significato.
Phyllis Pitluga, una ricercatrice
dell'Alder Planetarium di Chicago scoprì,
studiando il rapporto tra le linee e
l'astronomia, che il ragno gigante
rappresentava la costellazione di
Orione, mentre le linee rette
circostanti rappresentavano le tre
stelle della cintura di Orione. Essi costruirono per loro i sentieri che vediamo oggi».
Questa potrebbe essere una chiave che permette di spiegare il mistero delle linee di Nazca: il leggendario eroemaestro Viracocha, noto anche come Quetzalcoatl e Kontiki, il cui ritorno era ancora atteso al momento dello sbarco di Cortés.
Gli "antichi indios" disegnarono figure poiché pensavano che Viracocha sarebbe tornato, questa
volta scendendo dal cielo. I disegni rappresentavano dei segnali.
Sono molte le ipotesi su come i Nazca abbiamo disegnato le linee e sul loro reale significato.
Quella, comunque, più accreditata e realistica induce a pensare che gli antichi peruviani
abbiano dapprima realizzato disegni in scala ridotta che sarebbero stati successivamente
riportati ingranditi sul terreno con l'aiuto di un opportuno reticolato di corde (in maniera simile
a come fece Gutzon Borglum, l'artista che scolpì i volti dei Presidenti statunitensi sul monte
Rushmore). Inoltre, non è del tutto esatto il fatto che le linee non si possano osservare da
terra: infatti ci sono molte colline e montagne nell'area di Nazca che avrebbero permesso agli
artisti di osservare il proprio lavoro in prospettiva. C'è da tener presente anche che,
sicuramente, appena disegnate, le linee dovevano essere ben visibili, di colore giallo brillante,
come le impronte recenti di pneumatici che passano nella zona.

martedì 4 marzo 2008

VITE DA PRECARI, MORTI DA LAVORO.


Ancora una volta, 5 ragazzi, 5 operai morti in una tragedia sul lavoro. I 5 dell'incidente di Molfetta si aggiungono ad altre migliaia di uomini e donne, vittime di una battaglia dura e difficile, quella nel luogo di lavoro.

Sono quasi mille le lavoratrici ed i lavoratori che dal 1 gennaio ad oggi sono morti perché le imprese non hanno rispettato le norme di sicurezza, perché gli ispettori hanno deciso colpevolmente di chiudere un occhio, perché uomini e donne sono stati ricattati perché precari o in nero e costretti a lavorare in condizioni di pericolo.
Ognuno che viene ucciso, è una parte dei diritti di tutti e tutte noi che se ne vanno. La democrazia, quando anche la vita è a rischio, nel silenzio di una solitudine, non esiste più. Un grido di dolore, di indignazione, di solidarietà deve farsi lotta collettiva. Possiamo farlo, vogliamo dire basta.

Il parlamento che chiude gli occhi di fronte alla precarietà e al ricatto che l’accompagna, che fa mostra di non vedere quando il tempo di lavoro invade l’intero tempo della vita, quando precari e precarie fanno lavori massacranti, pericolosi, con orari indecenti per un paese civile, accanto a macchine di morte: chi non fa nulla quando il lavoro diventa una moderna schiavitù porta con sé una responsabilità politica imperdonabile e inaccettabile.

Into the Wild


Finalmente sono riuscita ad andare a vedere Into the Wild bellissimo film di Sean Penn
Siamo nel 1990,Chris fa parte di una famiglia della buona borghesia americana e subito dopo la laurea rinuncia agli agi e manda all’aria un promettente futuro per realizzare il
suo sogno di libertà.
Non ne può più dell’ipocrisia e della mediocrità che lo circondano,a cominciare dai suoi
genitori che ormai da anni non si amano più e scaricano le loro frustrazioni sui figli.
Certo Chris è severo nel giudicare gli altri e se stesso,i suoi maestri sono Tolstoj e
Jack London, e sicuramente queste letture hanno avuto grande influenza su di lui.
Ma come possiamo non identificarci in questo suo desiderio di onestà e coerenza?
Così Chris parte per un lungo viaggio che lo porterà fino in Alaska alla ricerca di
un’avventura estrema e solitaria che lo renderà libero.
Il film è emozionante quando rappresenta il rapporto tra l’uomo e la Natura, che ci offre sì paesaggi
spettacolari,ma sa essere anche molto crudele, e non perdona la presunzione di chi vorrebbe domarla. Così l’uomo,da solo,soccombe.
E sì che Chris era stato anche fortunato perché lungo il suo cammino aveva incontrato persone gentili e simpatiche, con le quali era riuscito a stabilire rapporti d’amicizia profonda e collaborazione.
Tutti, in maniera diversa, gli avevano offerto la possibilità di fermarsi e di creare un
legame. Ma Chris non poteva, la sfida era stata lanciata, e lui aveva una cosa sola in
mente: l’Alaska.
Si tratta di un film lacerante che aiuta a interrogarsi su sé stessi e su cosa ci
aspettiamo dagli altri. Fino a che punto siamo disposti a portare avanti le nostre
convinzioni? E a che prezzo?

lunedì 3 marzo 2008