lunedì 30 giugno 2008

Roma pride


Ok, se c'è una cosa che davvero non sopporto sono i "forestieri", trapiantati a Roma da una vita, che ne parlano male, con disprezzo o sufficienza.
E Roma è caotica, e i romani so casinari, e non channo voja de lavorà, e a Roma ci sono pochi locali, e a Roma i mezzi non passano, e a Roma c'è troppo smog, e Roma è la capitale del sud in quanto a disservizi, e i Romani gente strana..
Allora il libro della Stancanelli, che parte prima con un timido (falso) "ma forse essendo io toscana non dovrei parlarne, che compito più grande di me", poi prosegue con svariate affermazioni di questo tipo che alla fine mi hanno amareggiata.
Mi piace leggere i libri sulla mia città, ma non per autocelebrazione, ma perché, come anche in questo, spesso si viene a conoscenza di particolari poco noti che, del resto, forse il cittadino qualunque può aver ignorato, meno uno scrittore che decide di fare di Roma oggetto dei propri lavori. Sfido qualsiasi abitante di una città dalle dimensioni di una metropoli, a conoscerne ogni angolo!
E poi comunque lì a dire, tanto Roma è bella, è ruffiana, e le si perdona tutto, con quello sfottò che tace una sorta invidia penis malcelata.
Ma non c'è niente da perdonare! Voglio dire..se tanto Roma è sbagliata, zavorra italiana, l'impiegata ministeriale più fannullona da cacciare, beh.. voglio dire, non è che ci manchereste poi molto...tanto, noi romani ce ne freghiamo, non ci accorgiamo, noi semo i mejo...

giovedì 26 giugno 2008

Gioco/Meme

Finalmente è di nuovo venerdì...
Fa caldo e non ho voglia di pensare perciò ho deciso di copiare dal blog di Daniele questo giochetto:
si digitano le risposte alle seguenti 16 domande su Google-immagini e si inserisce la prima immagine che esce fuori dalla ricerca! buon divertimento!!

1) L' età del mio prossimo compleanno (plusfortyfour)








2) Un posto che vorrei visitare (Istanbul)









3) Il mio oggetto preferito








4) Il mio posto preferito(S.Domingo)








5) Il mio cibo preferito








6) Il mio animale preferito








7) Il posto dove sono nato (la città eterna)








8) Il mio colore preferito (mah!)








9) Il posto dove vivo(i mitici studios!!)








10) Il nome dell'animale domestico che non ho








11) Il mio nick sul blog (aura_soma)








12) Il mio vero nome (Paola ma non sono io ;-)








13) Il nome della mia nonna materna(la pesca natalina non sapevo nemmeno che esistesse)








14) E quello della mia nonna paterna(si mantiene bene no ?:-)









15) La mia brutta abitudine (avete capito no?)








16) La mia vacanza preferita

mercoledì 25 giugno 2008

CIBO PER L'ANIMA


Per gli uomini non esiste nessunissimo dovere, tranne uno: cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a tentativi per la propria via ovunque essa conduca.
Ciò mi scosse profondamente e questo fu il risultato di queste esperienze: molte volte avevo fantasticato sul mio futuro, avevo sognato ruoli che mi potevano essere destinati, poeta o profeta o pittore o qualcosa di simile. Niente di tutto ciò. Né io ero qui per fare il poeta, per predicare o dipingere, non ero qui per questo. Tutto ciò è secondario.
La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi. Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Il problema è realizzare il suo proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé. Tutto il resto significa soffermarsi, è una mezza misura, è un tentativo di fuga, è il ritorno all'ideale di massa, è adattamento e angoscia di fronte a se stesso.
Terribile e sacra sorse davanti a me la nuova immagine mille volte intuita, forse già espressa, eppure soltanto ora vissuta. Io ero un parto della natura lanciato verso l'ignoto, forse verso qualcosa di nuovo o forse anche verso il nulla, lasciare che si sviluppasse dal profondo, obbedire al mio destino e far mia la sua volontà, questo era il mio compito. Nient'altro. Avevo già assaporato molta solitudine. Ora ebbi l'impressione che ne esistesse una più profonda e forse inconfutabile.
Demian (Hermann Hesse)

Qualsiasi via è solo una via, e non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nell'abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare... Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, a te soltanto, una domanda... Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente.
The Teachings of Don Juan (Carlos Castaneda)

martedì 24 giugno 2008

Il muro virtuale, erede del semaforo


La sicurezza stradale nelle metropoli è uno dei
grandi problemi di molte amministrazioni. Il traffico
aumenta, le corsie pure, mentre i marciapiedi si restringono
e le strisce pedonali tendono a sparire. I semafori agli incroci
vengono sempre più spesso ignorati da macchine, autobus e
motorini; molte volte non ci sono o sono poco visibili dai
guidatori e a farne le spese sono spesso i pedoni,
investiti o uccisi d'improvviso. Le difficoltà quotidiane ad
attraversare le «zebre», nei centri storici, così come nelle periferie o in piccole località di provincia, sono
innumerevoli. Una brillante invenzione del designer Hanyoung Lee potrebbe risolvere questo
annoso problema. Si chiama «Virtual Wall», ed è un vero e proprio muro virtuale
semitrasparente che dovrebbe sostituire i classici semafori. Il concetto elaborato è sicuramente
accattivante e all'avanguardia: quando ad un incrocio scatta il rosso si attivano dei laser che in pratica
riproducono e ingrandiscono le sagome di pedoni intenti ad attraversare la strada su
questa barriera virtuale alta tre metri. Tuttavia, il progetto di Lee, che ha avuto grande eco su diversi
blog tecnologici e di design, rimane anch'esso per ora solo virtuale. Anche perché, scrive il sito di
tecnologia Engadget, l'installazione ad ogni incrocio di un simile dispositivo potrebbe avere
costi non trascurabili.

lunedì 23 giugno 2008

FILGI DELLE STELLE


“Spesso le canzoni sono comode per circoscrivere i periodi.
Furio, un mio amico architetto che ha pochi anni più di me, dice che tutto è finito con Figli delle stelle.
Che un pomeriggio che sembrava identico agli altri è entrato nella stanzetta di un amico e ha visto le ragazze, le compagne col Ciao e i capelli lunghi legati coi fazzoletti, che ballavano spensierate sulle note di Alan Sorrenti. Doveva essere più o meno il 78. non la posso più sentire quella canzone, mi confida Furio. Quel giorno ho capito che la stagione dell’impegno, delle botte, delle occupazioni e delle infinite e indimenticabili discussioni su tutto, era finita per sempre.”

Elena Stancanelli


A immaginare una vita ce ne vuole un’altra
Ecco, a leggere queste righe oggi mi è uscito un sorriso.Un sorriso tenero, salato, misto nostalgia. Ho immaginato quelle ragazze. Me le sono immaginate con dei gonnelloni ampi, pesanti. Zoccoli scomodi e occhiali da gatte, o gambe modellate da pantaloni a zampa e fianchi camuffati da pesanti maglioni tibetani, inconsapevoli e future imitatissime icone della moda vintage.E me le sono invece immaginate finalmente libere, libere di essere meno incazzate, incazzose, libere degli schemi imposti dall’assemblee fumose di partito, libere di scoprirsi, libere di mollare un po’, almeno una volta.. libere di mettersi un reggiseno, almeno una volta.Loro che hanno lottato tanto, e davvero, loro sempre in prima linea, col trucco colato e la voce roca, si sono sentite finalmente libere di mollare, anche solo ballando musica pop e non Contessa.E noi, ora, che libere lo potremmo essere un po’ di più, sentiamo invece di nuovo il bisogno dell’impegno, della rigidità, di una dottrina, di nuovo il bisogno di scendere in piazza, rindossare quei maglioni larghi, rincazzarci, rimettere sempre su quei vecchi dischi impegnati, che si sanno a memoria, che sanno tanto di un tempo, magari sbagliato, dove qualcuno voleva andare da qualche parte, magari sbagliata, e aveva trovato il modo di arrivarci. Ora sembra tutto un muro di gomma, e qualsiasi parte, qualsiasi direzione, ti rimanda, ti rimanda indietro e avanti e avanti indietro, sempre più incazzati.
Ma pur sempre, figli delle stelle…

…noi siamo figli delle stellenon ci fermeremo mai per niente al mondo.noi siamo figli delle stellesenza storia senza età eroi di un sogno…

http://www.youtube.com/watch?v=5BXnTI2pHks

giovedì 19 giugno 2008

TEST DELLA BANANA


Test Della Banana


From: gueste5defe, 13 minutes ago








SlideShare Link

MATEMATICA CREATIVA - SOLUZIONI

Il termine successivo è 312211.

Ogni termine si ricava dal precedente "spiegando cosa è scritto": in 111221 ci sono tre 1, due 2 e uno 1, quindi 3 1, 2 2, 1 1, quindi 312211.

mercoledì 18 giugno 2008

MUTAZIONI GENETICHE SU ORTAGGI


Girovagando su youtube guardando video sugli effetti delle radiazioni nucleari mi sono imbattuta in questo video (http://it.youtube.com/watch?v=mVN_br7spDQ)
Questo video mostra dei mutamenti genetici avvenuti in degli ortaggi e piante in un orto situato nelle vicinanze di delle antenne trasmittenti. Il video mi ha scioccato e vorrei che la gente venga informata, perchè mentre noi ci preoccupiamo giustamente del fatto che i nostri politici vogliono stravolgere un referendum per riportare alla luce il nucleare (senza parlare minimamente del problema scorie ) , nessuno si sofferma sui danni REALI dell'inquinamento elettromagnetico. Qua parliamo di FATTI e non di previsioni e studi fatti sulle probabilità! Vi saluto, sperando che prima o poi l'informazione ritorni ad essere davvero informazione...

martedì 17 giugno 2008

MATEMATICA CREATIVA


Qual è il termine successivo in questa successione?

1 - 11 - 21 - 1211 - 111221 - ...

Aspetto vostre risposte.....

lunedì 16 giugno 2008

venerdì 13 giugno 2008

RISATE A DENTI STRETTI

Un signore entra in un caffè, splash.
"Dottore, c'ho un organo piccolino"; e il dottore: "Vada a suonare in una chiesetta".
Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha. Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
"Dottore, mangio pasta e cago pasta; mangio ravioli e cago ravioli". E il dottore: "Mangi merda".
La maestra chiede a Pierino: "Pierino, dimmi una parola lunga". E Pierino: "Elastico". E la maestra: "Ma l'elastico non è una parola lunga"; e Pierino: "No, ma se la tira si allunga".
Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha. Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
Un tale si reca all'aeroprto, e nota fra i vari distributori automatici una macchinetta molto particolare, con sopra la scritta "Sostituisce la donna", e un foro circolare. Quel signore si chiede: "Sostituisce la donna? In che senso?". Comunque, incuriosito ma anche circospetto, infila prima i soldi poi il membro nel foro. Passano alcuni istanti, poi prorompe in un urlo lancinante: "Aaaah!". Estrae il membro e c'è cucito sopra un bottone.
Un signore entra in un caffè.
Un signore entra in un caffè.
Un signore, un signore,un signore entra in un caffè, splash.
Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha. Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
Sapete come si chiama il playboy in pensione? Gustavo Lafiga.
E la puttana giapponese? Sudo Magodo.
E il ministro dei trasporti cinese? Fur Gon Cin.
E il campione giapponese di ping pong? Yoko Poko Maioko.
E l'attore più ubriaco del mondo? Marlon Brandy.
E il più grande nuotatore tedesco? Otto Vaske.
Osteria numero venti, paraponzi ponzi po. "Pronto, casa Tomba?" "Sci".
Sapete come fanno quattro elefanti a stare su una 500? Due davanti e due dietro.
Cosa fa una Kawasaki in riva al mare? Aspetta l'Honda.
"Pronto, Sip?" "Nop".
Un italiano, un francese e un tedesco vanno su un aereo; l'aereo precipita e i tre muiono.
Sapete cosa fa Mike Bongiorno di notte? Mike Buonanotte.
Ti che te tache, ti che te tache, ti che te tache, ti che te tache.
Ti che te tache, ti che te tache ti tacc, Atacume i tacc.
Mi tacarti i tacc a ti che te tache i tacc? Tachete ti to tacc, stronzo. Uollano.
Barzellette, barzellette, barzellette, che ridere.
Barzellette, barzellette, barzellette, mi spancio. Barzellette, barzellette, barzellette. Barzellette, barzellette, barzellette.Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha. Lai-la la, la, la, la - ah, lai - la la, la - ha.
Elio e le storie tese

martedì 10 giugno 2008


Il signore di un castello diede una gran festa,a cui invitò tutti gli abitanti del villaggio.Ma le cantine del nobiluomo, pur essendo generose,non avrebbero potuto soddisfare la prevedibile e robusta sete di una schiera così folta di invitati.Il signore chiese un favore agli abitanti del villaggio: "Metteremo al centro del cortile dove si terrà il banchetto un capiente barile.Ciascuno porti il vino che può e lo versi nel barile.Tutti poi vi potranno attingere e ci sarà da bere per tutti".Un uomo del villaggio (che si credeva furbo), prima di partire per il castello si procurò una borraccia e la riempì d'acqua pensando:"Un pò d'acqua nel barile passerà inosservata...nessuno se ne accorgerà!".Arrivato alla festa, versò il contenuto della sua borraccia nel barile comune e poi si sedette a tavola.Quando i primi andarono ad attingere, dallo spinotto del barile uscì solo acqua.Tutti avevano pensato allo stesso modo.

Se siamo scontenti del nostro mondo, è perché troppi portano solo acqua.E' vero, non tutto il bene che c'è da fare a questo mondo devi farlo tu.Ma il bene che devi fare tu, non puoi pensare che lo facciano gli altri.Riempi la tua borraccia di bene e versala nel barile di questo mondo... il resto viene da sé!

venerdì 6 giugno 2008

Vertice FAO: cronaca di un fallimento annunciato


Nonostante le alte parole del Capo di Stato italiano sulla "eccessiva" fiducia nella "mano invisibile del mercato" che (da solo non può risolvere problemi enormi come la fame e la povertà) avrebbero dovuto dare un sussulto di vergogna a chi ascoltava, pare invece che ciò non sia accaduto e che le coscienze siano rimaste assopite: non potrebbe essere altrimenti, d'altronde.

L'intero sistema occidentale è proprio basato sul presupposto dello sfruttamento selvaggio delle risorse dei poveri e favore dei paesi ricchi, o meglio delle oligarchie di questi paesi; non ci sono alternative: o si cambia registro da noi (il che comporterebbe il crollo dell'economia basata su dollaro e petrolio) con un cambio di rotta e di regime di circa 180° o i poveri del pianeta rimarranno tali con l'unica consolazione di un'odio inenarrabile nei nostri confronti che si perpetua di generazione in generazione senza soluzione di continuità alcuna.
Non potrebbe essere altrimenti perchè il punto di non ritorno è passato quando saltarono gli accordi di Bretton Woods negli anni settanta e il treno liberista cominciò a macinare economie su economie di paesi poveri sollazzati da prestiti cui in cambio si chiedeva privatizzazioni, deregulation ecc. che hanno significato solo un proressivo impoverimento: era una spirale di debiti in cui si avvitarono e non ne sono più usciti.
Quando qualcuno dava segno di alzare la testa si ritrovava in una se non tutte, delle seguenti situazioni: colpo di stato e riedizione dello status quo ante; isolamento internazionale che significava ulteriore fame e povertà; crisi economica e sociale infinita e ritorno con la coda fra le gambe in seno a mamma, si fa per dire, Occidente.
C'erano delle eccezioni: l'America latina degli anni 50 e 60. In questi paesi si sperimentarono forme alternative di economia sociale ma gli USA si prodigarono affinchè ciò non fosse esportato nè riuscisse appetibile per altri e difatti nel giro di pochi decenni (e grazie all'appoggio ai colpi di Stato militari da essi appoggiati e finanziati) vi posero brutalmente fine con tutto quello che accaduto dopo in termini di brutale impoverimento di intere società un tempo fiorenti, sane, ecc.
Ma qui siamo già al top: in realtà il delirio della FAO è proprio cominciato quando si pose l'obiettivo di dimezzare i poveri perchè, a poco più di un decennio, essi sono quasi raddoppiati e non poteva essere altrimenti con gli avvoltoi occidentali in giro per il mondo tesi al profitto e al governo pro domo sua del pianeta. E si badi bene che non è più solo un problema extra occidentale ormai: solo in Europa ci sono ben 74 milioni di poveri mentre nei soli USA ammontano a oltre 50 milioni, e, volendo aggiungervi i 60 circa dell'America latina, si arriva ad una cifra spaventosa che oltre le più rosee aspettative, in pratica ci vogliono bistecche enormi sugli occhi per non vedere.
E il fenomeno non accenna a diminuire, anzi si accresce esponenzialmente proprio laddove ci sono più soldi e in teoria più ricchezza: in Occidente. Quindi non vedendo all'orizzonte cambiamenti di sorta si può solo sperare che la gente apra gli occhi e cominci a mettergli i bastoni fra la ruote impedendogli di continuare a depredare impunenemente e senza colpo ferire le proprie ricchezze e il futuro è sempre più un luogo oscuro, di disperazione, di fame e povertà diffusa.

giovedì 5 giugno 2008

SLOVENIA C'E' DA FIDARSI?


Alla luce di quanto accaduto ieri qualcuno vuole rispondere a queste domande che mi tormentano?



1)Dobbiamo costruire almeno 20 centrali nucleari per recuperare appena il 30% del nostro fabbisogno(non risolvendo di fatto il problema di dipendenza)




2)Dobbiamo attendere almeno 10 anni affinchè la prima centrale vada a regime(e nel frattempo?)




3)Di uranio in Italia non se ne trova quindi dovremo comprarlo dall'estero e come il petrolio,è soggetto alle fluttazioni dei prezzinternazionali(chi scommette che fra 10 anni i prezzi lo renderanno poco conveniente?)




4)Le scorie a chi le diamo?Chi è disposto a prendersele?




5)Dato che l'uranio emette radon, un gas radioattivo, nonché altri prodotti di decadimento altrettanto radioattivi, l'estrazione mineraria di uranio presenta pericoli ulteriori che si sommano a quelli già esistenti nell'attività del minatore. Le miniere di uranio che non siano "a cielo aperto" richiedono adeguati sistemi di ventilazione per disperdere il radon.Durante gli anni cinquanta molti dei minatori statunitensi impiegati nelle miniere di uranio erano nativi Navajos, dato che molte delle miniere erano collocate nelle loro riserve. A lungo andare molti di essi svilupparono forme di cancro al polmone.

mercoledì 4 giugno 2008

SCCCCCCCCCC SILENZIO


capita a volte di rimanere senza parole, di non saper cosa dire...o di non voler dire nulla...

c'è il silenzio di quando non sai cosa dire, di quando il capo ti parla e sei attento, di quando il capo ti parla e tu dormi...
c'è il Silenzio, quello con la esse maiuscola, che capita poche volte all'anno, quando sei via con gli amici e a un certo punto c'è il Silenzio,
c'è il Silenzio nel momento in cui preghi e pensi a cosa è cambiato, cosa ti porti dietro...
c'è il silenzio di chi ti ascolta, e il silenzio "che vale più di mille parole", quando capisci che non c'è bisogno di parlare, che basta così...
c'è anche il silenzio tra una traccia e l'altra del cd, il silenzio all'inizio di Where the streets have no name, che poi lentamente cresce e diventa musica...
c'è il silenzio di the sound of silence...
c'è il silenzio di quando tutti dormono e c'è il silenzio di quando qualcuno se ne va...

e c'è il silenzio di chi non vuol parlare e di chi poi non sa più cosa dire...e decide di stare in silenzio...

martedì 3 giugno 2008

RISATE AMARE......



Dalla conferenza Polis della Rete Civica di Milano


Salve, mi chiamo Felice.Vivo a Milano 2, in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano, in un'azienda di cui è azionista principale il Presidente del Consiglio.
Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco al lavoro, è del Presidente del Consiglio, così come è del Presidente del Consiglio l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado da quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un supermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende del Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala di un circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e/o distribuito da una società del Presidente del Consiglio.
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo le TV del Presidente del Consiglio, dove i film sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Soprattutto, guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo le TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un po' in internet con il provider del Presidente del Consiglio.
Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è del Presidente del Consiglio. Naturalmente, giustamente, come in tutti i paesi democratici, anche in Italia è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono poi approvate da un Parlamento dove la maggioranza è saldamente in mano al Presidente del Consiglio.
Che ovviamente governa nel MIO esclusivo interesse.
La vita è bella