mercoledì 30 giugno 2010

MONDO COLLERA


A differenza degli esseri nei tre cattivi sentieri, totalmente alla mercé dell’ambiente, quelli nel mondo di Collera hanno un io che cerca di sottrarsi al dominio delle circostanze. Però quando le persone acquistano consapevolezza di sé spesso tendono a cadere preda del desiderio di superare gli altri.“Collera” (giapponese shura) deriva dal termine sanscrito asura, che designava in origine una categoria di divinità benevole divenute in seguito demoni litigiosi incessantemente in lotta con gli dèi.T’ien-t’ai ne fa una descrizione precisa nel Maka Shikan: «La persona nel regno di Ashura ha un irresistibile impulso a prevalere su chiunque altro. Come il falco, che vola alto nel cielo in cerca della preda, guarda in basso verso gli altri e rispetta soltanto se stesso. Mostra superficialmente una sorta di benevolenza, di rettitudine, di correttezza, di sapienza e di fede, e può anche mostrare una forma primitiva di integrità morale, ma dentro è un mostruoso Ashura»Nichiren dice che il mondo di Collera indica perversità. Caratteristiche di questo stato sono la presunzione e l’arroganza, prerogative di chi ha l’illusoria convinzione di essere migliore degli altri e usa tutta la sua energia per sostenere e promuovere questa immagine nascondendo i propri difetti, celando i propri sentimenti e non dicendo mai quello che pensa veramente. Una persona di questo tipo non desidera imparare dagli altri e non è capace di riflettere su se stessa – i due elementi che ci permettono di crescere come esseri umani.Negli Insegnamenti orali il Daishonin spiega che nascondere le proprie colpe e propagandare le proprie virtù è arroganza, mentre essere attaccati alle proprie opinioni e non ammettere la possibilità di essere in torto è presunzione.Chi è nel mondo di Collera ha un senso spropositato dell’io: «Un Ashura è alto 84.000 yojana e le acque dei quattro oceani non arrivano oltre le sue ginocchia». Ma quando la sua illusione di grandezza viene infranta dalla presenza di qualcuno veramente superiore, si fa piccolo piccolo: «Un uomo arrogante s’impaurisce incontrando un forte nemico, come l’arrogante Ashura che si rimpicciolì e si nascose in un fiore di loto del lago Munetchi quando fu rimproverato da Taishaku».L’invidia è un’altra caratteristica del mondo di Collera. Si prova invidia verso chi gode di una posizione più elevata o più fortunata di noi, ma questo sentimento non induce a cercare di migliorare la propria condizione, bensì a trascinare gli altri al proprio livello. L’invidioso ha sempre paura che la propria inferiorità venga messa in luce dalla presenza di una persona superiore a lui e, per difendersi, cerca di denigrarla evidenziandone i difetti.Scrive Ikeda: «Una mente arrogante è sempre inquieta, non riposa mai. Il Daishonin descrive così la visione distorta dei nemici del Sutra del Loto: “Quelli che non riconoscono i propri errori sono accecati dall’invidia [per il Daishonin], i loro occhi vedono tutto ruotare intorno a loro e hanno la sensazione che le montagne si muovano”».E ancora: «Il dramma della persona nel mondo di Collera è che vive costantemente nella paura che venga rivelata la sua vera natura. Chi non si preoccupa di proteggere se stesso, ma la Legge e le altre persone, ha un cuore di leone e non avrà mai paura».

martedì 29 giugno 2010

Taricone é morto

Era un tamarro, un coatto e ignorante come una capra, ma faceva bene o male parte della storia del nostro paese. Pietro Taricone, o' guerriero, é morto stanotte, per un incidente durante un lancio col paracadute.

Tutto sulla terra, nell'universo è impermanente, certo. Ma, anche, niente finisce, la vita ricomincia sempre, ogni volta nuova, fresca e con mille possibilità di rigenerazione; così la morte appare nient'altro che un sonno per riprendere energia.

lunedì 28 giugno 2010

Lady Gagaaaaaaaaaahhhhh...

Io sí che sono fica, mica come voialtri. Guardatemi con i miei trampoli da mezzo metro ed il mio strascico da smoking di tre misure piú grande: se vi conciaste voi cosí, vi darebbero degli imbecilli, ed invece guardate io come sono arrrrterrrrnativa.

Ammirate come mi staglio fra il grigiume di voi mentecatti, notate la mia faccia un po' schifata e un po' annoiata da grande diva che puó permettersi qualunque capriccio, anche andare in giro combinata come una deficiente.

Da quassú posso vedere cose che voi umani non potete nemmeno immaginarvi. Osservate la falcata leopardina, l'agilitá gazzellesca, laaaaaahhhhh........

Cazzo, ma cos'é, un pavimento? E chi ha messo un pavimento sul muro? Ah, ma non é il muro, é proprio un pavimento sul pavimento. Vuoi forse dire che io, Lady Gaga, la Superfica, la Grande Diva, il condensato di arternativitá, ho appena dato una musata per terra? Ma com'é possibile? Legge di Newton? Ma chi si crede di essere 'sto Newton? Io sono Lady Gaga!! Gli faccio causa!!!

Dice il saggio: "Anche se ti senti la piú fica dell'universo, quando cammini su dei trespoli assurdi trascinandoti dietro una coda da pinguino, presto o tardi darai una facciata sul pavimento".

venerdì 25 giugno 2010

MONDO ANIMALITA'


In origine il termine (giapponese chikusho) si riferiva alla condizione propria degli animali. Nel Vero oggetto di culto il Daishonin scrisse che «la stupidità è il mondo di Animalità». Chi si trova in questo stato vive istintivamente e superficialmente, e vede solo quello che ha davanti agli occhi. Nel Gosho Lettera da Sado Nichiren afferma: «I pesci vivono nello stagno e, poiché sono attaccati alla vita, deplorando la sua scarsa profondità scavano delle buche sul fondo per nascondersi; eppure, ingannati dall’esca, abboccano all’amo. Gli uccelli vivono sugli alberi e, temendo che l’albero sia troppo basso, si appollaiano sul ramo più alto; eppure, abbagliati dall’esca, si fanno prendere nella rete».“Stupido” è chi non usa la propria intelligenza e la propria coscienza, prerogative dell’essere umano; chi non si chiede mai il perché delle cose, chi non si assume la responsabilità delle proprie azioni. «Mi torna in mente – scrive Daisaku Ikeda nella Proposta di pace del 2003 – l’agghiacciante esempio di Adolf Eichmann, l’ex tenente colonnello delle SS che ebbe un ruolo di primo piano negli orrori dell’olocausto. […] Sebbene responsabile di aver organizzato atrocità inaudite, Eichmann affermava di aver semplicemente fatto il suo dovere come ingranaggio della macchina nazista, di aver soltanto eseguito degli ordini».Il mondo di Animalità segue la legge del più forte, la logica della guerra. «È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte» affermava Nichiren.L’esplosione di rabbia irrefrenabile, il raptus omicida, come pure la paura paralizzante, l’attacco di panico, possono tutte essere manifestazioni del mondo di Animalità. Se gli uomini hanno addomesticato e soggiogato a tal punto il mondo animale grazie all'intelligenza piuttosto che alla forza,è proprio perchè il comportamento istintivo è estremamente prevedibile.Vivere dominati dagli istinti significa essere facilmente manipolabili da altri.

giovedì 24 giugno 2010

MONDO AVIDITA'


«Questa condizione vitale è dominata dalla fame e dalla sete; per questo vengono chiamati spiriti affamati». È uno stato in cui si è tormentati da una fame che niente può soddisfare.Chi sperimenta questa condizione è schiavo dei desideri, non si gode la vita perché gli manca sempre qualcosa. Con la conseguenza di sentirsi perennemente insoddisfatto e frustrato. Potremmo definire l’Avidità come il desiderio di riempire a tutti i costi un senso di vuoto interiore: molte delle cosiddette sindromi della mancanza, come gli attacchi di bulimia, le crisi di astinenza, la possessività e la gelosia possono ricondursi a questo stato vitale.Rispetto al mondo d’Inferno, lo spazio vitale è leggermente più grande, anche se di poco. Non si è più in una condizione di totale schiavitù e disperazione ma si ha una ragione per cui vivere.

mercoledì 23 giugno 2010

MONDO INFERNO


Per il Buddismo il mondo d’Inferno indica uno stato vitale debole, completamente condizionato dall’ambiente, nel quale non si ha la forza di reagire per uscirne.Il termine Inferno deriva dalla parola sanscrita naraka, che letteralmente indica una prigione sotterranea. Il nome giapponese (jigoku) è composto da due caratteri che significano “terra” e “prigione”. Terra indica il luogo più in basso di tutti, e prigione lo stato in cui l’essere è legato e totalmente immobilizzato: la condizione spirituale di una persona a cui è stata tolta la volontà di vivere e di agire, che non ha più la forza né la speranza di cambiare le cose. L’energia vitale che alimenta i desideri, gli istinti, le passioni, è quasi del tutto annientata. Nel Vero oggetto di culto Nichiren Daishonin scrive che «la rabbia è il mondo d’Inferno»,un rancore vuoto, sordo, che fa sì che si venga totalmente consumati da un senso di impotenza e frustrazione, intrappolati in emozioni che non trovano modo di esprimersi. Non riuscendo a sviluppare il coraggio di assumersi la responsabilità della propria infelicità, non si ha la forza di reagire per risolvere la situazione. Il tempo, nel mondo d’Inferno, sembra non passare mai. Quando la forza vitale si indebolisce, il flusso vitale quasi si interrompe e lo scorrere del tempo appare lentissimo. I sutra dicono che nel mondo di Inferno la vita dura un astronomico numero di anni. Scrive Daisaku Ikeda: «Anche se vi sono molte gradazioni del mondo d’Inferno, in generale è una condizione in cui il vivere stesso è penoso e tutto ciò che si vede serve solo a farci sentire ancor più infelici. In questo stato la forza vitale è debolissima, si approssima alla condizione di morte. Potremmo descrivere questa rabbia come il gemito della vita che ha esaurito ogni possibile risorsa».È questa la condizione interiore di chi pone fine volontariamente alla propria vita: quando lo spazio vitale si approssima allo zero, si può pensare che non vi sia altra alternativa che la morte. Cosa fare con chi sperimenta una condizione esistenziale così drammatica?«Ha bisogno – suggerisce Ikeda – di avere qualcuno vicino che ascolti ciò che ha da dire; qualcuno che gli offra anche una sola parola d’incoraggiamento. Può bastare questo per riaccendere la fiamma della vita nel cuore di chi sta agonizzando nella disperazione. Il solo sapere che c’è qualcuno a cui importa di lui o di lei produce un’espansione dello spazio vitale. Per quanto disperata appaia la situazione, se sentiamo che non siamo soli ma abbiamo un legame con gli altri e con il mondo, riusciremo sicuramente a risollevarci e a reagire».

martedì 22 giugno 2010

I DIECI MONDI

I 10 mondi, o 10 condizioni vitali,sono un principio assolutamente basilare del Buddismo che insegna che ogni individuo possiede 10 fondamentali stati interiori dell'essere,sperimentati da chiunque di momento in momento.
Nel Buddismo si insegna che la mente di ognuno fluttua ottocentoquaranta milioni di volte al giorno.La vita è quindi in un costante stato di flusso.
I primi sei stati che vanno dall’Inferno al Paradiso sono definiti i sei sentieri o i sei mondi inferiori. Hanno in comune il fatto che la loro comparsa o scomparsa è legata alle circostanze esterne. Prendiamo il caso di un uomo ossessionato dal desiderio di trovare qualcuno che lo ami (Avidità). Quando alla fine incontra davvero questa persona, si sente in estasi e realizzato (Paradiso). Con il passare del tempo, compaiono sulla scena dei rivali e lui è attanagliato dalla gelosia (Collera). Alla fine il suo senso del possesso allontana da lui la persona amata. Distrutto dalla disperazione (Inferno), sente che la vita ha perso ogni valore. In questo caso, per qualche tempo si passa da uno all’altro di questi sei sentieri senza neanche rendersi conto di essere dominati dalle proprie reazioni all’ambiente. Qualunque felicità o soddisfazione ottenuta in questi stati dipende totalmente dalle circostanze ed è quindi effimera e soggetta al mutamento.
In questi sei mondi inferiori, noi basiamo la nostra intera felicità, e quindi la nostra stessa identità, su elementi esterni.I due stati successivi, Studio e Illuminazione Parziale, emergono quando ci rendiamo conto che tutto ciò che sperimentiamo nei sei sentieri è fugace, e iniziamo a cercare una verità duratura. Questi due stati, più i due successivi, Bodhisattva e Buddità, complessivamente vengono definiti i quattro mondi nobili. A differenza dei sei sentieri, che sono reazioni passive all’ambiente, questi quattro stati più elevati vengono ottenuti attraverso uno sforzo intenzionale.

lunedì 21 giugno 2010

Paura di vivere nel mondo di oggi

Ognuno cerca di trovare un riferimento, un riferimento personale per dimenticare la paura di vivere. Potere, soldi, fama... ma facendo così alla fine non siamo più neppure sicuri di quel riferimento, e ritorniamo al punto di partenza, alla paura.Il mondo diventa sempre più piccolo e talmente veloce che quello che una volta dava sicurezza sfugge dalle mani, non si sa dove stiamo andando, non si sa cosa succederà domani... Abbiamo faticosamente dimenticato gli orrori della guerra mondiale, ma oggi sono esplose tante altre guerre e il terrorismo: ogni giorno c'è più insicurezza, più caos, più oscurità. Questo è il secolo della vita, dell'umanità, dobbiamo impegnarci a crearlo.Quando c'è il sole, abbiamo gratitudine per la sua luce e il suo calore. Ma se guardiamo da una visuale più allargata vediamo che ci sono anche nuvole, pioggia, vento, che fanno parte dello stesso universo. L'atteggiamento verso tutte le persone deve essere uguale.A parole è facile. Farlo significa avere coraggio.

giovedì 3 giugno 2010

Orfani col pedigree

Chi adotta un bambino dimostra di avere dentro di sè una quantità di amore enorme, che va oltre il "sangue" e l'istinto. Poi, ci sono quelli che pensano che adottare un bambino sia come adottare un cane, e pretendono di poter scegliere la razza, il colore, la lunghezza del pelo e magari anche il pedigree.Come i due siciliani che, nella domanda di adozione, specificavano di volere solo bambini "di razza europea". Come i gatti.Questo, purtroppo, è il risultato di tutti questi anni di politica razzista. Il razzismo prima tollerato, poi sdoganato e giustificato, ed infine esaltato ed assunto a valore nazionale. Così, abbiamo gente che si proclama con orgoglio "fascista e razzista", esattamente come ottant'anni fa. Ed invece di essere sommersi da secchiate di merda, come sarebbe giusto, queste persone vengono esaltate, viene dato loro spazio, vengono giustificate ed anzi gratificate dall'atteggiamento di chi fa le leggi e di chi fa informazione. Se le leggi per gli extracomunitari sono diverse da quelle per gli italiani, un motivo ci sarà pure, no? E se assessori, sindaci, governatori, ministri, si dichiarano più o meno apertamente razzisti perchè io non dovrei?Ed arriviamo alla fine, ai genitori che non vogliono adottare un negro o un cinese, ma solo "bambini di razza europea". Un atteggiamento che avrebbe fatto la felicità di Mussolini e che un giudice, uno di quelli definiti "malati di mente" dal nostro Nano Trombante, ha messo al loro posto definendoli non adatti per l'adozione.Ma la cosa che mi lascia più basito sono alcuni dei commenti a questa notizia, come un certo warinus che dice: "di questo passo la Cassazione farà anche sterilizzare chi è contento di avere avuto un figlio alto, biondo e con gli occhi azzurri ... sono contento di avere figli che assomigliano a me e credo che chiunque deve essere contento di potersi scegliere i figli che vuole". Forse è solo un troll, ma esemplifica molto bene lo spirito razzista che molti italiani hanno fatto loro.Mi piacerebbe vedere la faccia dei due signori siciliani se qualcuno dichiarasse: "Adottare un figlio? Certo, basta che non sia terrone".