giovedì 21 aprile 2011

PASQUA 2011




Pace, ti distendi sul mondo
Alba di ogni speranza.
Silente ti insinui nei cuori
Quasi a cercar rifugio certo.
Unica essenza di un soffio celeste
Abiti fra le anime qui erranti.








mercoledì 13 aprile 2011

Tutta colpa dei finocchi

Lo sapete perché c'é stato il terremoto in Giappone? Beh, molto semplice: é stata una punizione divina. Esatto, proprio come il Diluvio Universale, o la distruzione di Sodoma e Gomorra, o le sette piaghe d'Egitto. Cosa abbiano fatto i poveri giapponesi per meritare tale punizione, non é dato sapere. Forse si sono fatti troppe pippe guardando le mutandine delle liceali in minigonna? Forse mangiano il pesce crudo, che sicuramente sará proibito da un qualche precetto della Bibbia? O forse perché credono ancora che il loro imperatore sia un dio? Non lo sappiamo, ma sicuramente Dio lo sa, e quindi li ha prima mazzuolati col terremoto, poi affogati con lo tsunami e adesso li sta friggendo con le radiazioni che, udite udite, hanno raggiunto e forse superato i livelli di Chernobil. Sappiamo invece, finalmente, con assoluta certezza, perché é caduto l'impero romano> perché i romani erano tutti culattoni, mentre i feroci barbari provenienti dal nord, che i finocchi li impalavano dopo averli spellati e cosparsi di sale, sono stati lo strumento che Dio ha usato per punire gli arroganti romani che praticavano pubblicamente la sodomia. Quindi, la caduta di un impero, il crollo di una civiltá che ha fatto dell'occidente quello che é oggi, mille anni di medioevo, tutto per colpa dei finocchi.E chi ci dice tutto ció? No, non é un parroco di campagna che ha esagerato col vino della messa, é nientemeno che il dottor Roberto De Mattei, vice presidente del CNR, ovvero il Consiglio Nazionale delle Ricerche.Questo, come mille altri esempi, sono un indice chiaro e lampante del fatto che l'Italia altro non é che una succursale del Vaticano. Da qualunque altra parte, a un deficiente che sostiene tesi simili avrebbero strappato non solo la laurea, ma anche la licenza elementare. Noi invece lo facciamo vice presidente del principale ente di ricerca del Paese. Cosí vediamo i nostri soldi spesi, ad esempio, in conferenze contro l'evoluzionismo. Se i soldi della ricerca vanno a finanziare gli studi di un simile imbecille, preferisco devolverli alla squadra della Primavera del Campremoldo di Sotto: sicuramente saranno soldi meglio spesi...

giovedì 7 aprile 2011

PREGHIERA

"Maestro, cosa è preghiera?"

"Il sentimento nel corpo, è preghiera"....

lunedì 4 aprile 2011

TROIA

L'articolo,apparso nella rubrica "The Roving Eye" dell'Asian Times, fa un divertente parallelo fra la situazione in Libia e la guerra di Troia, affidando un ruolo ad ognuno dei protagonisti. Gheddafi dovrebbe essere Priamo, ma di Priamo non ha nè la lungimiranza nè l'abilità di statista. Suo figlio Saif dovrebbe impersonare Paride, che invece di affascinare Elena tenta di affascinare l'occidente mostrandosi come una possibile alternativa al padre. L'autore, poi, compie un errore non certo piccolo, affibbiando all'altro figlio di Gheddafi, Khamis, il ruolo di Aiace. Aiace combatteva con i greci, non con i troiani, però la descrizione calza: gigantesco, brutale, coraggioso ma decisamente idiota. Manca Ettore, il nobile eroe, ma non sembra che dal lato libico ci sia qualcuno che può impersonare quel ruolo.Dall'altra parte abbiamo Menelao/Sarkozi, anche se la sua Elena, la bella Carlà, non si sognerebbe mai di abbandonare gli appartamenti parigini profumati di Chanel per seguire un qualunque Paride nel deserto libico, fra sabbia, tende e merde di cammello. Cameron invece dovrebbe essere Agamennone, ma (viste anche le figuracce dei suoi reparti speciali) di grande stratega ha ben poco. Raramente, poi, ho letto una descrizione di Berlusconi più calzante di questa: "As for Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, the Italian president is just a satyr who escaped from an Aristophanes comedy", ovvero "In quanto a Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, il presidente italiano è solo un satiro scappato da una commedia di Aristofane". Applausi. Con questi attori in scena, la guerra di Libia potrebbe durare anche più dei dieci anni di quella di Troia...L'autore continua con il parallelismo fra la guerra a Troia e quella in Libia, ma giustamente afferma che è poco probabile che Gheddafi possa cadere per un cavallo di Troia donato dalla coalizione franco-inglese. "Timeo Danaos et dona ferentes", fa dire Virgilio a Laocoonte, il sacerdote troiano, di fronte al cavallo, "Non mi fido dei Greci nemmeno quando portano doni". E Gheddafi, non essendo come Priamo, è più che propenso a dar retta ai suoi Laocoonti.E poi, conclude l'articolo, nella coalizione USA-Francia-Inghilterra-(Italia) (non a caso scritto in corsivo e tra parentesi) che rappresenta i Greci, non si riesce proprio a trovare Ulisse.Non resta quindi, come nelle tragedie antiche di scarsa qualità, che aspettare un Deus ex machina, uno Zeus che dall'alto dell'Olimpo mandi un fulmine (o un missile) ad incenerire Troia.