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martedì 14 febbraio 2012

Rimani davanti ai miei occhi



Rimani davanti ai miei occhi, e lascia
che il tuo sguardo infiammi i miei canti.
Resta fra le tue stelle, e alla loro luce
lascia ch'io accenda la mia adorazione.
La terra rimane in attesa
sul ciglio della strada del mondo;
Rimani in piedi sul verde mantello
ch'essa ha steso sul tuo cammino;
e fa ch'io senta nei fiori di campo
il prolungamento del mio saluto.
Resta nella mia sera solitaria
dove il mio cuore veglia da solo;
e colma la coppa della sua solitudine,
che sente in me l'infinità del tuo amore.

venerdì 14 ottobre 2011

AMO ET ODIO

AMO: i miei amici di sempre, gli unici che sanno forse davvero chi sono e mi amano x questo; scoppiare a ridere, con quella risata grossa con le lacrime che ti toglie il respiro; leggere quei libri con storie che senti così tue da immaginare ogni minimo dettaglio tra le righe; sentire la musica al buio e dondolarmi tra i cuscini; dormire e svegliarmi bene la mattina; qualsiasi tipo di biscotto; la cioccolata bianca;le patatine fritte ma senza ketchup o maionese; la birra chiara ghiacciata; le passeggiate per il centro di roma la domenica mattina presto, quando tutti dormono ancora; perdermi x ore in una libreria dalla ricerca del libro del momento; andare al cinema e sedermi in penultima fila; ballare ma senza coreografie; lo yoga quando riesco a concentrarmi; il sorriso di un anziano quando ti racconta della sua giovinezza; gli abbracci e i baci quando meno te lo aspetti; la pizza margherita e marinara; le buschette semplici con il pane casereccio; villa pamphili; i capelli biondi e lisci; le caramelle di ogni gusto; gli anelli d'argento; i viaggi x le capitali del mondo.------------------
ODIO: la violenza e la guerra senza quartiere, le persone egocentriche e megalomani; la finta schiettezza che ferisce; il fascismo in tutte le sue manifestazioni e chi lo segue senza conoscere; il mal di testa; quando ingrasso; i film alla vanzina e le americanate miliardarie; gli uomini con le scarpe brutte; le unghie smozzicate; ogni tipo di insetto; gli sport addicted; i finti mens sana in corpore sano; i pedofili e i maniaci; il mondo di oggi quando va troppo veloce e sembra che ti schiacci.

venerdì 11 febbraio 2011

QUANDO

Quando sono felice, la prima cosa che penso é di dividere questa felicitá con te.
Quando vedo una cosa insolita, bella, buffa, bizzarra, la prima cosa che penso é di venirtela a raccontare.
Quando ho un problema, sei tu quello che cerco per avere un aiuto, un consiglio, un conforto.
Quando la vita mi prende a calci, é fra le tue braccia che vengo a rifugiarmi.
Quando una tormenta si avvicina, é sotto le tue ali che cerco riparo dal vento gelido.
Quando ti vedo triste, cerco di prendere una stella dal cielo e di dartela per restituirti il sorriso.
Quando ti vedo a terra, ti prendo in braccio e ti stringo forte per proteggerti dai pericoli del mondo.Q
uando il mio cuore batte, chiama il tuo nome. E smetterá di chiamarlo solo quando smetterá di battere.
Rispondigli, ti prego.

giovedì 13 gennaio 2011

AMO


  1. scoppiare a ridere, con quella risata grossa con le lacrime che ti toglie il respiro;
  2. leggere quei libri con storie che senti così tue da immaginare ogni minimo dettaglio tra le righe; sentire la musica al buio e dondolarmi tra i cuscini;
  3. dormire e svegliarmi bene la mattina;
  4. qualsiasi tipo di biscotto;
  5. la cioccolata bianca;
  6. le patatine fritte ma senza ketchup o maionese;
  7. la birra chiara ghiacciata;
  8. le passeggiate per il centro di roma la domenica mattina presto, quando tutti dormono ancora;
  9. perdermi x ore in una libreria dalla ricerca del libro del momento;
  10. andare al cinema e sedermi in penultima fila;
  11. lo yoga quando riesco a concentrarmi;
  12. il sorriso di un anziano quando ti racconta della sua giovinezza;
  13. gli abbracci e i baci quando meno te lo aspetti;
  14. i capelli biondi e lisci;
  15. gli anelli d'argento;
  16. i viaggi per le capitali del mondo.......

venerdì 31 dicembre 2010

2011


VI AUGURO
DI VIVERE SENZA
LASCIARVI COMPRARE DAL DENARO
VI AUGURO DI
VIVERE SENZA MARCA
SENZA ETICHETTA
SENZA DISTINZIONE
SENZA
ALTRO NOME CHE QUELLO DI UOMO
VI AUGURO DI VIVERE SENZA
RENDERE NESSUNO VOSTRA VITTIMA
VI AUGURO DI VIVERE SENZA
SOSPETTARE
O CONDANNARE NEMMENO A FIOR DI LABBRA
VI AUGURO DI
VIVERE IN UN MONDO DOVEO GNUNO ABBIA IL DIRITTO DI DIVENTARE VOSTRO
FRATELLO
E FARSI VOSTRO PROSSIMO.
AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI

venerdì 12 novembre 2010

Hai cantato? Adesso balla...

Califano vorrebbe la pensione di Stato. Dopo essersi mangiato 'sto monno e quell'artro, per dirla come la direbbe lui, il Califfo chiede l'applicazione della legge Bacchielli, ovvero quella che dovrebbe aiutare gli artisti in difficoltá economica.

Difficoltá economica? Allora, il Califfo percepisce, per sua stessa ammissione, circa 20mila euro l'anno di diritti d'autore. Un precario ne guadagna che vada bene la metá, un operaio generico ne guadagna quasi altrettanti ma si deve fare il culo otto ore al giorno.

E il re dei cafoni, il principe dei coatti, dopo che per una vita non si e fatto mancare niente, ora piange miseria e vorrebbe i soldi dallo Stato? A Califá, ma vaffanculo, va...

lunedì 8 novembre 2010

Tempus fugit


Vorrei fare un sacco di cose, ma il tempo sembra scorrermi fra le dita come la sabbia fine di una clessidra. Tento di afferralro, di frenarlo, di tenerlo almeno per un po', ma lui scorre, scivola, e si accumula ai miei piedi, da dove mi guarda beffardo.

Un gatto grigio e sgusciante che é sfuggito alle zanne del mastino ed ora lo guarda sornione da sopra un albero. Il mastino abbaia, salta, si sgola, e lui si gratta un'orecchio, si stiracchia e se ne va.

Ed io rimango lí, a guardare quel ramo vuoto e a pensare che, la prossima volta, lo acchiapperó per la coda e lo costringeró a fermarsi.

...Ed é giá novembre.

venerdì 6 agosto 2010

giovedì 22 luglio 2010

C'era una volta

C'era una volta, nel regno lontano lontano di Arboria, un buffo nanetto che viveva ai margini della foresta. Il nanetto aveva un sogno: potersi sedere sul trono del re. Ma poiché era piccolo, buffo e pelato, tutti lo prendevano in giro e, tutt'al piú, gli facevano strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.Un bel giorno, stanco di essere trattato cosí, il nanetto decise che sarebbe diventato ricco. Andó nella foresta e raccolse un cesto di fragole, poi andó al mercato e le vendette per tre monete di rame. Con le tre monete, compró due ceste di fragole e le rivendette per sei monete. Con le sei monete compró tre ceste di fragole, che rivendette per dodici monete. Poi suo padre, che era un banchiere, intrallazzó con dei loschi individui e gli mise a disposizione alcuni miliardi in contanti, cosí il nanetto andó a puttane con le sue dodici monete di rame e poi si buttó sull'edilizia.Con i soldi recuperati dal padre, il nanetto compró alcuni tratti di foresta e di palude, poi strinse un patto con un potente stregone, e come per magia foreste e paludi si trasformarono in una cittá, che il nanetto chiamó Arboria 2, e cominció a vendere case e casette ai troll, agli gnomi e alle ninfe dei boschi (queste ultime, si dice, ebbero sconti clamorosi in cambio di non si sa quali misteriosi servigi).Venne poi il momento in cui il nanetto decise di dedicarsi alla televisione. Era questo uno strano e potente incantesimo che ipnotizzava le persone e le rendeva idiote, ed il nanetto decise di conquistare il regno di Arboria sfruttandolo. Cosí si rivolse ad un gruppo di loschi gnomi, che dissotterrarono le loro pentole d'oro alla fine degli arcobaleni e gliele diedero per poter iniziare (o almeno, cosí la racconta lui), ed in breve tempo il nanetto divenne il piú ricco e potente illusionista del regno, grazie all'incantesimo della televisione che rendeva le persone idiote.Decise cosí che era giunto il momento di diventare re. Grazie ai suoi giochi di prestigio, e grazie agli individui che si era tirato dietro nel corso degli anni, il nanetto riuscí a convincere gli abitanti di Arboria, imbesuiti dal suo incantesimo, che lui sarebbe stato perfetto come nuovo re, e venne cosí incoronato ed issato sul trono. La prima cosa che dovette fare fu di far rimpicciolire la corona, che gli scendeva fino a coprire le grandi orecchie, e far costruire una scaletta che gli consentisse di salire sul trono senza venirvi issato a forza. Questa scaletta, dal buffo nome di "legge elettorale", diventava improvvisamente cortissima quando uno dei buffoni di corte tentava di afferrarla, mentre diventava lunghissima quando la utilizzava il nanetto.Successivamente, il nanetto cacció dalla corte tutti i nobili, che un tempo lo avevano deriso, e riempí la reggia di saltimbanchi, buffoni, ballerine e zoccole, che di volta in volta occupavano le varie poltrone dei dignitari trasformando la sala del trono in un enorme bordello. Cosí il nanetto passava le sue giornate facendo ció che gli riusciva meglio: strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.I nemici del nanetto, forse anch'essi vittima dei suoi incantesimi, messi tutti insieme non facevano un chilo di cervello, per cui anziché ostacolarlo gli rendevano la vita addirittura piú facile. Coloro che venivano da altri regni in visita ad Arboria si stupivano di quanto fossero ciechi gli Arboriani: il nano prendeva una coniglietta di Playboy, la chiamava "Crisi", la faceva nascondere sotto il tavolo e diceva a tutti che la Crisi era sparita. Poi, mentre la coniglietta lo gratificava con una rumorosa fellatio, raccontava una barzelletta su negri ed albanesi. E gli Arboriani ci credevano!! Addirittura, i nemici del nano, invece di dire: "Guardate che la Crisi non é sparita, l'ha nascosta sotto il tavolo!", si scannavano fra di loro per decidere se la coniglietta avesse o meno ingoiato dopo la fellatio, e se ció fosse in linea con le direttive dell'Unione Europea.Passarono gli anni. Ogni volta che qualcosa andava male, il nanetto puntava il dito contro i suoi nemici, ormai ridotti a patetici buffoni di corte, e diceva che era colpa loro. Allora il popolo lanciava loro chili di pomodori ed essi si prendevano a ceffoni dandosi l'un l'altro la colpa, oppure si mettevano a gridare al nanetto: "Puttaniere! Puttaniere!".Finalmente, dopo tanti, tanti anni, il nanetto, che aveva superato da tempo il secolo di vita, morí. Subito si fece avanti suo figlio , che additó i buffoni nell'angolo dando loro la colpa della morte di suo padre. E mentre i buffoni si accapigliavano fra di loro, arraffó la corona, si sedette sul trono e con una grassa risata diede fuoco ad una scoreggia.

venerdì 11 settembre 2009

IO CI CREDO

Comunque continuo a credere che non si può rimanere indifferenti al bene, alla gentilezza , all'amore.Sono convinta come dice il grande Roberto (Benigni ovviamente..) che anche uno solo che si comporta bene FA' LA DIFFERENZA!
Noi siamo sempre a rischio di perderci , qualunque cosa facciamo, ma se siamo un po’ onesti sentiamo che possiamo rimediare, chiedendo scusa chiedendo aiuto.
Quando si ama(un amico , un figlio,o qualsiasi cosa vogliamo amare), quell’amore ci sarà restituito in egual misura, è una legge, come quella di gravità.
Quando si ama quella cosa non ce la leverà nessuno.
L’amore è un sentimento eversivo che stravolge tutto, che fa paura.
Ma non esiste amore sprecato.
Forse mentre leggerete queste righe riderete di me, ma non importa oggi sò che :
Ogni persona che passa nella nostra vita è unica,lascia sempre un pò di sè e porta via un poco di noi....Questa è la più grande resonsabilità.... della nostra vita....La prova evidente che due anime non si incontrano mai per caso !!!!
A chiunque ho incontrato nel mio cammino e che mi hai lasciato un poco di se,auguro una vita piena di felicità, amore e tanti amici....Amici genitori.....Amici figli.....Amici fratelli.....Amici assenti....Amici presenti.....Amici

martedì 30 giugno 2009

Danced danced danced


Mi sveglio. Subito cerco di capire dove mi trovo. Me lo chiedo perfino ad alta voce: - che razza di posto è questo? ma è una domanda superflua. Prima ancora di formularla, so già la risposta. Questo posto è la mia vita. la vita che vivo tutti i giorni, un'appendice della mia esistenza reale. Un insieme di eventi, fatti, circostanze che stento a riconoscere e tuttavia, senza accorgermene, sono diventati un prolungamento del mio essere.

Dance dance dance
Murakami Haruki

Quest'anno sto ballando, davvero tanto..
La mia vita è un valzer sontuoso, una salsa allegra e variopinta, vorticosa, un bolero sensuale, un tango di coppia..
facili entusiasmi, improvvisi avvilimenti..
Presa da un vortice epocale di eventi e cambiamenti.. ci sono ancora anzi, più che mai!
Un pensiero a tutti quelli che nella vita ballano, sempre, hanno sempre ballato, sono in ballo e non saltano un giro..
Quel libro fa per voi, esorcizzare la solitudine, ritrovare la musica dentro per nuove e più importanti danze..
Io mi so capita.. ;)

martedì 26 maggio 2009

Se non Esiste un Solo Cristo


Per alcuni di quelli della mia generazione, 40 anni più o meno, la Chiesa è quella imparata al catechismo di domenica, con i canti e con parroci che erano prima di tutto modelli a cui ispirarsi, la tolleranza era un valore vero e non qualcosa con cui riempirsi la bocca, ognuno era considerato fratello dell’altro, senza lasciarsi condizionare dal sesso, dalla religione, dalla razza e dalla cultura ma nemmeno dall’arroganza e dall’ignoranza di chi tentava di imporre l’idea di un Cristo intransigente nei confronti di quelli che sono da sempre considerati fuori dalla Chiesa: Omosessuali, divorziati etc. etc.La nostra fede ci imponeva di credere che Cristo fosse stato più vicino a questi ultimi che non a quelli che vivevano puri e immacolati.
Nasceva così spontanea la tenerezza e l’amore nei confronti di Dio, era più semplice il perdonare ed il perdonarsi.
Madre Teresa di Calcutta, San Francesco i nostri preferiti, modelli di incommensurabile bontà che non chiedevano nulla, che avevano deciso di aiutare, paghi del fatto di amare così un fratello e di obbedire all’unico comandamento con un senso per l’umanità intera.
Oggi assistiamo allo spettacolo di una Chiesa che tuona dai pulpiti, che allontana invece di avvicinare che fa dell’intransigenza il valore fondamentale, che pretende di stabilire che “Cesare” non debba più essere libero di decidere delle cose di casa sua, la laicità dello Stato è dunque fortemente in pericolo.
La Chiesa di Roma vorrebbe influire su decisioni che non dovrebbero invece minimamente riguardarla, perchè se è giusto che parli ai propri fedeli, non può pretendere che lo Stato non s’interessi dei diritti di tutti i suoi cittadini compresi gli omosessuali o gli atei o i credenti di altre religioni.
Detto questo per quanto concerne i cattolici, mi meraviglia che le meravigliose menti teologali che in questo momento reggono il papato e la Chiesa intera, non capiscano che l’intransigenza e la mancanza della capacità di adeguarsi ai tempi e di comprendere le necessità dei suoi fedeli fa si che necessariamente questi si allontanino da quello che un tempo si diceva il suo “seno” e non senza una ragione, perchè in questo modo si rimandava ad una regione del corpo delle donne creata da Dio con lo scopo di avvicinare, abbracciare, nutrire.
Sempre più gente invece, a mio avviso comincia a sentirsi come minimo un po’ stretta tra le braccia di questa madre, che mostra un figlio che non vuol saperne più di mescolarsi coi poveri, coi bambini abusati, con le prostitute, con chi ha scelto di vivere la propria affettività e sessualità in modo “diverso” dai più.
Rivogliamo il Cristo che avevamo da piccoli, quello buono, che perdonava e sorrideva, quello che non ti abbandonava nei momenti bui della vita, quando s’avvicinava l’ora delle scelte difficili, quando ti sembrava che il mondo ti crollasse addosso e che nessuno ti volesse più bene, in quei momenti c’era lui che ti sorreggeva, senza chiedere niente, nè abiure, nè pentimenti, nè vergogna, nè dolore, ti amava, sic et simpliciter, perchè creatura debole e incerta, ma eri suo fratello e ne eri orgoglioso.
Ecco il mio Cristo, a lui avrei detto mille volte si, il giorno che scoprii che se ne poteva anche dubitare ebbi le vertigini, mai avrei creduto che la sua immensa bontà potesse arrivare a consentire tanto agli uomini.
Sento da qualche tempo in giro una profonda tristezza, mancano i canti dei bambini nelle chiese, sono stati sostituiti dai cori adulti delle polifoniche.

lunedì 6 aprile 2009

Una pasqua amara all'insegna dei rinculi

Quando ero piccina alle giostre mi ci portavano sempre i miei zii, prima da sola, poi per far da baby sitter a mio cuginetto con mia somma gioia.
Comunque, c'era in particolare una giostra che mi imbambolavo a guardare ma sulla quale mi guardavo bene dal salire: i famosi calci in culo.
Per chi non la conoscesse, è quella giostra con dei lunghi e sgangherati sedili che girano tutti in tondo, lo scopo sarebbe quello di muoversi e spingersi in avanti per riuscire a prendere un fantoccio appeso in alto, di fatto, lo scopo di tutti è quello di spingersi sin tanto da mollare un bel calcio nel culo del seggiolino di quello davanti che, giustappunto, riceve una spinta in avanti che la forza di gravità lo riporta poi immediatamente indietro con pari spinta, creando appunto l'effetto detto: rinculo.
Pasqua amara, poca voglia di festeggiare, ricordi che ritornano che ti portano a pensare all'anno passato, a pensare dove si era e dove si è adesso, tirando le somme non sei poi così sicura di stare meglio ora di quando si stava peggio.Ad amplificare l'effetto c'è stata anche una cena fra vecchi amici.
Ed a ritrovarsi l'altra sera, che fine abbiamo fatto? quante cose son cambiate?
Li vedi e sembrano felici, eppure io continuo a domandarmi cosa abbiamo combinato in tutti questi anni, ed a sentirmi un pò fuori coro........
Che amarezza... fortuna che esiste la cioccolata bianca!

giovedì 19 febbraio 2009

Alla deriva


Ho votato il PD controvoglia perché al progetto PD non ho mai creduto sino in fondo o, forse, sarebbe meglio dire che non ne ho mai condiviso il merito.

Ho apprezzato molto la decisione di Walter, stavolta si.

Non è semplice e non ci sono molti esempi in materia di politici seri che si prendano le responsabilità per un insuccesso così grave che, prima che elettorale, è ideologico.

Al momento siamo in alto mare e senza remi, senza scialuppa e con un salvaggente sgonfio.

Sono triste ed amareggiata da un paese che mi è sempre più distante ma che è distante a molti, almeno ad una grande percentuale di tutti quelli che non riescono a comprenderlo a forza di grandi fratello, tronisti e canzonette.

Sono avvilita alla triste accettazione dell'impossibilità di uno stato laico e democratico, dei molti passi indietro, delle tante, troppe, inceretezze che regnano e della monocrazia vuota che si imporrà. Sono triste, molto triste al fronte di un ennessimo funerale che è stato celebrato, quello di una via alternativa e quello di una classe di sinistra che non esiste più che ora pur di risalire la china si alleerà con l'unica classe politica che in italia non morirà mai: quella della non ideologia, quella che scambia credo con penso, quella che continua a metter al primo posto prima se stessa, poi il popolo.Sono triste e, temo, lo sarà ancora per molto, moltissimo tempo...

lunedì 16 febbraio 2009

La vita [e la morte ] è mia

Se mi dicessero che scientificamente, chimicamente, biologicamente o quant'altro, sia possibile riprendersi da una situazione di coma irreversibile o morte celebrare, allora forse lascerei aperta una porta.Finché continueranno a dirmi che l'interruzione volontaria di cure mediche e/o nutritive è da proibirsi perché la volontà ultima sul mio corpo e sulla mia vita è rimessa a un Dio, allora no, allora non ci sto.Non ci sto che la cultura e la credenza di alcuni prevalga su tutti. Non ci sto alle finte lacrime per nascondere insani fanatismi. Non ci sto alle pretese assolutistiche. Non ci sto a lotte ideologiche e strumentalizzate.Non ci sto all'idea che uno stato o, peggio ancora, un'ideologia, decidano al mio posto sulla mia vita.Non ci sto ad una legge sulla vita decisa da una maggioranza che non riconosco e non attraverso uno strumento democratico quale il referendum.Io credo nella vita e nella persona che, nel pieno dei propri poteri e delle proprie facoltà, abbia il dovere e diritto di decidere il proprio destino

venerdì 9 gennaio 2009

HI-TECH

Quando un'azienda è tecnicamente e tecnologicamente avanzata come quella in cui lavoro, non stupisce trovare simili avvisi sopra la tazza del cesso:

Attenzione
Per evitare quello che è successo ieri, quando aprite l'acqua controllate che il deprocessatore sia posizionato contro i due beccucci interni (se non lo fosse, sollevateli verso il basso).


Dove son finiti i cari e vecchi: si prega di lasciare il bagno pulito, si prega di non gettare carta nel water, si pregano le signore di usare l'apposito cestino per gettare gli assorbenti usati e i signori maschi di prendere la mira, si prega di non farla fuori dal vasetto...saggio monito da applicare un pò nella vita di tutti i giorni...Caro solerte stagnaro, io ce l'ho messa la buona volontà, son andata su wikipedia, sapere.it, sul sito garzanti, sul sito treccani...ma non c'è stato modo di trovare e capire cosa sia sto benedetto deprocessatore (forse, semplicemente, lo scarico??), né, di conseguenza, di capire e trovare dove siano sti benedetti beccucci interni.Ho capito che siam tutti accuRturati, ma magari usando i buoni cari vecchi annunci, si eviterebbe senza troppi problemi di intasare e otturare tutto l'ambaradam e trovarci letteralmente nella cacca, come, ahimé, a me stessa è capitato, dato che, voglio dire, già ci siamo abbastanza!

mercoledì 10 dicembre 2008

DEDICATA AD UN AMICO


When youre down and troubled

And you need a helping hand

And nothing, who a nothing is going right.

Close your eyes and think of me

And soon I will be there

To brighten up even your darkest nights.

You just call out my name,

And you know whereever I am

Ill come running, oh yeah baby

To see you again.

Winter, spring, summer, or fall,

All you have to do is call

And Ill be there, yeah, yeah, yeah.

Youve got a friend.

If the sky above you

Should turn dark and full of clouds

And that old north wind should begin to blow

Keep your head together and call my name out loud

And soon I will be knocking upon your door.

You just call out my name and you know where ever I am

I ll come running to see you again.

Winter, spring, summer or fall

All you got to do is call

And Ill be there, yeah, yeah, yeah.

Hey, aint it good to know that youve got a friend?

People can be so cold.

Theyll hurt you and desert you.

Well they ll take your soul if you let them.

Oh yeah, but dont you let them.

You just call out my name and you know wherever

I amIll come running to see you again.

Oh babe, dont you know that,

Winter spring summer or fall,

Hey now, all youve got to do is call.

Lord, Ill be there, yes I will.

Youve got a friend.

Youve got a friend.

Aint it good to know youve got a friend.

Aint it good to know youve got a friend.

Youve got a friend.

venerdì 5 dicembre 2008

Dubbi...


Un dubbio...
...mi affligge notte tempo, ogni giorno, ogni mattina, ogni sera, sempre. Anche se oramai ho iniziato a conviverci.
Attraversare o no quando il semaforo diventa giallo?Perché solitamente a me accade così:
1. arrivo al semaforo che ha il pedone giallo. Vado di fretta magari e faccio x attraversare a ritmo serrato. Ovviamente da lì a breve diventa rosso, così devo inizare a correre, tra gli insulti di chi ha l'accortezza di aspettare, e le gincane tra chi invece ha più fretta di me e mi calpesterebbe molto volentieri. Il peggio è magari quando ho i tacchi, che mi tocca correre quasi in punta di piedi perché co sti san pietrini bastardi il rocchetto mi rimane incastrato e, una volta, son rimasta come Cenerentola. Per non parlare di quando piove: puntualmente il mio ombrello cingalese da 2 euro nella corsa inizia ad impennarsi verso l'alto e ad intraprendere una battaglia impari con il vento. Se poi siamo in autunno o in clima elettorale, in terra si pattina che una meraviglia. E giù storte, inciampi, cui prontamente rispondo con un "ops" circospetto, per vedere se qualcuno magari dietro ride di me. Per non parlare delle gonne...e di quando son arrivata a scuola tutta sgarrupata perché nella corsa x non venire schiacciata, sono inciampata su un radicione di pino, altro nemico giurato dei romani.
2. dato il di cui sopra, e di cui a volte mi ricordo, mi capita, specie se arrivo al semaforo a giallo già conclamato, e magari no conosco la durata del semaforo, di fermarmi. Tra la la tra la la, facciamo le vaghe, che non siamo imbecilli ferme al semaforo, con tutti gli autisti girati a 180 gradi domandandosi se io sia daltonica. E magari col camionista di turno che ti lancia dal finestrino poesie quali "a bbella" "a bbona" "a bionna" "a amore mio"... No no, oggi non mi fregate mica, non ho voglia di correre e rischiare la vita.
Tra la la, tra la la...guarda se stronzo scatta, a quest'ora stavo già a casa. Caz**, ma questo a via delle milizie è quello che dura na cifra, vabbè ho deciso...ATTRAVERSO...BIIPP, BEE, POPI POPI, BIII, NINO NINO NINO (un ambulanza o una volante coatta di mezzo c'è sempre), PEPE PEPE"Aho, a deficiente, è rosso!!! comprate l'occhiali si nun ce vedi!!!!ma guarda tu si che robba!!
"Credo che questo dubbio me lo porterò nella tomba "

venerdì 28 novembre 2008

Filastrocca post moderna


Con sta pioggia e co sto vento, perché stare al coperto?
Meglio fasselo passare e un servizio regalare.
Dicono Chaplin e lo zozzone,
una giornata senza un sorriso è una giornata sprecata, persa un’occasione.
Io non posso che concordare, e una risata provare a farvi fare.
Udite udite signori e signore, questa è Roma, non è finzione.
Questo è il centodiciotto, e speriam non ci scappi il botto.
Ma la notte non è tale senza botti e pjate a male,
tra risate e lenzuolini, non ci salva dai deliri.
Qui c'è Ciccio e non c'è Grissom, ce sto io e raccomndati pure a dio.

martedì 25 novembre 2008

LATITANTE...

Lo so..ultimamente sono latitante e me ne dispiace.
Non so perché ma ultimamente la fine degli anni per me diventa sempre rocambolesca, intensa, e pare che il "destino" di un mio anno intero vada a decidersi tutto nelle ultime settimane.
Così la mia attività cerebrale di questi tempi va accelerandosi in maniera inversamente proporzionale a quella corporea, che invece braiderebbe e se ne starebbe quotidianamente riversa e aggomitolata sotto strati e strati di pimuoni piumosi e morbidi.Periodo strano, mi sento un pò un cubo di Rubrik, un quadro che non riesce mai troppo bene, un puzzle cui manca sempre un pezzettino, uno di quei barattolini con i disegni di sabbia che se li muovi un pò rischi di rovinare tutto irreversibilmente.
Un anno che si profilava piuttosto passabile sotto molti punti di vista, il così detto anno di transizione post Pezza volge con una novità inaspettata ma bellissima, che ha messo però in moto alcuni pensieri perché laddove si muove qualcosa in un campo che per un pò avevo dato per "perso", questo potrebbe far sperare anche in altri cambiamenti di "vita" forse troppo a lungo posticipati o (mai) troppo tardi scoperti dentro di me.