La settimana scorsa Roberto Benigni ha tenuto incollati al televisore (per 2 ore e 40 finalmente senza break pubblicitari) circa dieci milioni di italiani. Fra i telespettatori c’ero anch’io.
Attraverso il quinto canto dell’Inferno, ci ha parlato della cosa più bella e importante della vita: l’amore.
Lo ha fatto con una delicatezza ed una profondità che ha toccato il cuore di tutti. Ci ha parlato della bellezza… ci ha fatto emozionare con il bello della poesia. Ha parlato dell’amore come la questione centrale dell’uomo di sempre, l’unica realtà interessante per cui merita vivere. Lo ha fatto soprattutto parlando dell’amore fra un uomo e una donna, fra Paolo e Francesca, parlando della carne e dello spirito, dell’eros e dell’agape.
Non posso nascondere a me stessa che la battaglia fra istinto e ragione, il possesso di passioni regolate dalla razionalità, siano fatti complessi, non facili da affrontare quotidianamente per tutti.
Amare è cercare il bene dell’altro. La seconda ancora di salvezza e di gioia sono coloro che amiamo, il compagno o la compagna della nostra vita, gli amici veri, veri fratelli e sorelle che camminano con noi e ci riempiono il cuore di cose belle, dell'amore vero, fino al punto che non c’è più spazio per la spazzatura.
Fa’ questo e vivrai!
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