mercoledì 23 febbraio 2011

ITALIANO? NO GRAZIE

Ricordo ancora, dopo tanti anni, uno spezzone del bellissimo film di Magni "In nome del popolo sovrano. É il 1849 ed é appena caduta la Repubblica Romana. Tutti i rivoltosi, Ugo Bassi, Ciceruacchio, sono stati catturati. Elena Sofia Ricci, una delle protagoniste del film, corre da uno zio vescovo (giá da allora funzionava cosí!) per cercare di chiederne la liberazione, soprattutto quella del suo amante Giovanni Livraghi. Lo zio vescovo le dice: "Eh, per quello non si puó fare niente, é austriaco"> Lei obietta: "Ma no, é di Milano!", e lo zio ribatte: "E Milano dov'é? In Austria!".

Il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha fatto la stessa cosa. Alla richiesta di partecipare ai 150 anni dell'unitá d'Italia ha risposto: "Perché dovremmo? Bolzano é in Austria".

Bolzano si sente austriaca, ma gli austriaci ritengono i bolzanini pikkoli pagliacci italiani che, per uno strano caso del destino, parlano un dialetto che somiglia un po' al tedesco. Si, perché il tedesco parlato a Bolzano é tutt'altro che tedesco da Goethe Institute e spesso, fuori della loro provincia, fanno anche fatica a farsi capire, perfino dagli altri tirolesi (visto che loro si sono sempre definiti "Tirolo del Sud" e non "Alto Adige").

Quindi, abbiamo scoperto che Bolzano, o Bozen come viene chiamato in tedesco, é in Austria e non in Italia. Proporrei quindi che gli altoatesini, o meglio i sudtirolesi, siano i primi a sperimentare il famoso federalismo fiscale. Ovvero, in Alto Adige si spendono solo i soldi che si sono pagati in Alto Adige. Non vorranno mica i soldi delle tasse dei pagliacci italiani...

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