Questo blog nasce dall'esigenza personale di percorrere un cammino su un sentiero sicuramente lungo ed arduo, per arrivare alla scoperta di noi stessi. Come diceva Lao Tsu "Il cammino lungo mille miglia comincia sempre dal primo passo". Coraggio amici ,chiunque si voglia incamminare sia il benvenuto. Ringrazio tutti anticipatamente e spero di ricevere presto vostre opinioni , suggerimenti o semplicemente un saluto.
lunedì 4 aprile 2011
TROIA
L'articolo,apparso nella rubrica "The Roving Eye" dell'Asian Times, fa un divertente parallelo fra la situazione in Libia e la guerra di Troia, affidando un ruolo ad ognuno dei protagonisti. Gheddafi dovrebbe essere Priamo, ma di Priamo non ha nè la lungimiranza nè l'abilità di statista. Suo figlio Saif dovrebbe impersonare Paride, che invece di affascinare Elena tenta di affascinare l'occidente mostrandosi come una possibile alternativa al padre. L'autore, poi, compie un errore non certo piccolo, affibbiando all'altro figlio di Gheddafi, Khamis, il ruolo di Aiace. Aiace combatteva con i greci, non con i troiani, però la descrizione calza: gigantesco, brutale, coraggioso ma decisamente idiota. Manca Ettore, il nobile eroe, ma non sembra che dal lato libico ci sia qualcuno che può impersonare quel ruolo.Dall'altra parte abbiamo Menelao/Sarkozi, anche se la sua Elena, la bella Carlà, non si sognerebbe mai di abbandonare gli appartamenti parigini profumati di Chanel per seguire un qualunque Paride nel deserto libico, fra sabbia, tende e merde di cammello. Cameron invece dovrebbe essere Agamennone, ma (viste anche le figuracce dei suoi reparti speciali) di grande stratega ha ben poco. Raramente, poi, ho letto una descrizione di Berlusconi più calzante di questa: "As for Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, the Italian president is just a satyr who escaped from an Aristophanes comedy", ovvero "In quanto a Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, il presidente italiano è solo un satiro scappato da una commedia di Aristofane". Applausi. Con questi attori in scena, la guerra di Libia potrebbe durare anche più dei dieci anni di quella di Troia...L'autore continua con il parallelismo fra la guerra a Troia e quella in Libia, ma giustamente afferma che è poco probabile che Gheddafi possa cadere per un cavallo di Troia donato dalla coalizione franco-inglese. "Timeo Danaos et dona ferentes", fa dire Virgilio a Laocoonte, il sacerdote troiano, di fronte al cavallo, "Non mi fido dei Greci nemmeno quando portano doni". E Gheddafi, non essendo come Priamo, è più che propenso a dar retta ai suoi Laocoonti.E poi, conclude l'articolo, nella coalizione USA-Francia-Inghilterra-(Italia) (non a caso scritto in corsivo e tra parentesi) che rappresenta i Greci, non si riesce proprio a trovare Ulisse.Non resta quindi, come nelle tragedie antiche di scarsa qualità, che aspettare un Deus ex machina, uno Zeus che dall'alto dell'Olimpo mandi un fulmine (o un missile) ad incenerire Troia.
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