mercoledì 30 aprile 2008

PRIMO MAGGIO


Il mese di maggio comincia con una festa celebrata da tutto il mondo:

"La festa dei lavoratori"


E'giusto che una giornata sia dedicata al lavoro, la principale attività di ogni uomo,la principale fonte della sua prosperità...
Ogni lavoro è importante, sia quello compiuto dalle braccia, sia quello compiuto dalla mente perché in ogni uomo che lavora c'è sempre una mente che pensa e che provvede,c'è sempre una persona che fatica per sé, per i propri cari, per il bene dell'umanità.
Ogni luogo in cui vivi, porta l'impronta dell'operosità di chi ci ha preceduto perché la storia del progresso è la storia del lavoro.


Allora un
contadino disse:
Parlaci del Lavoro.

E lui rispose dicendo:
Voi lavorate per assecondare il ritmo della terra e l'anima della
terra.
Poiché oziare è estraniarsi dalle stagioni e uscire dal corso
della vita,
che avanza in solenne e fiera sottomissione verso l'infinito.

Quando lavorate siete un flauto
attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica.
Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e muta
quando tutte le altre cantano all'unisono?

Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la
fatica una sventura.
Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più
remoto della terra,
che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine.
Vivendo delle vostre fatiche,
voi amate in verità la vita.
E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più
profondo.

Ma se nella vostra pena voi dite
che nascere è dolore e il peso della carne una maledizione scritta
sulla fronte,
allora vi rispondo:
tranne il sudore della fronte niente laverà ciò che vi è stato
scritto.

Vi è stato detto che la vita è tenebre
e nella vostra stanchezza voi fate eco a ciò che è stato detto
dagli esausti.
E io vi dico che in verità la vita è tenebre fuorché quando è
slancio,
E ogni slancio è cieco fuorché quando è sapere,
E ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro,
E ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore;
E quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi
stessi,
con gli altri e con Dio.

E cos'è lavorare con amore?
È tessere un abito con i fili del cuore,
come se dovesse indossarlo il vostro amato.
È costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il
vostro amato.
È spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia,
come se dovesse goderne il frutto il vostro amato.
È diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito,
E sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi.

Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno:
"Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella
pietra,
è più nobile di chi ara la terra.
E chi afferra l'arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine
umana,
è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi".
Ma io vi dico,
non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno,
il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo
filo d'erba;
E che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un
canto reso
più dolce dal proprio amore.

Il lavoro è amore rivelato.
E se non riuscite a lavorare con amore,
ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e,
seduti alla porta del tempio,
accettare l'elemosina di chi lavora con gioia.
Poiché se cuocete il pane con indifferenza,
voi cuocete un pane amaro,
che non potrà sfamare l'uomo del tutto.
E se spremete l'uva controvoglia,
la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino.
E anche se cantate come angeli,
ma non amate il canto,
renderete l'uomo sordo alle voci del giorno e della notte.

Kahlil Gibran

Nessun commento: