Cielo è la traduzione del termine sanscrito deva, che significa divinità o regno in cui dimorano gli esseri celesti. In origine significava luminosità.Nell’antica India si riteneva che chi compiva buone azioni nella vita presente sarebbe rinato in cielo, e questo era il fine delle pratiche religiose. Il Buddismo invece ha sempre sostenuto che il paradiso o cielo non è un luogo fisico in cui si va dopo la morte, ma uno stato vitale da sperimentare. Nichiren Daishonin spiega che «la gioia è il mondo celeste», una gioia che deriva dalla soddisfazione di un desiderio, dalla realizzazione di uno scopo.«Il flusso vitale nello stato di Estasi è estremamente veloce – scrive Ikeda – e la sua influenza sul mondo esterno è molto grande. Il sé in questo stato percepisce che il tempo fisico passa a una velocità spaventosa. Quando siamo felici e la nostra vita è appagata, il tempo fisico sembra breve perché vi è compressa una grande quantità di tempo vitale. L’adempimento della vita in un singolo giorno nel mondo di Estasi può essere equivalente a quello di parecchie centinaia di anni nel mondo di Umanità».Il regno degli esseri celesti è costituito da ventotto cieli: i sei cieli del mondo del desiderio, i diciotto cieli del mondo della forma (un regno in cui, pur non essendo più schiavi del desiderio, si è ancora soggetti a limitazioni fisiche) e i quattro cieli del mondo della non-forma (un regno in cui si è ancora soggetti a limiti spirituali). La gioia che si prova è diversa a seconda del desiderio che viene soddisfatto, da quelli puramente materiali o legati istintivamente alla sopravvivenza (mondo del desiderio), ai desideri intellettuali, di bellezza, di elevarsi spiritualmente (mondi della forma e della non-forma).Alla sommità del mondo del desiderio siede il Demone del sesto cielo, il potere. Rappresenta la gioia che deriva dal controllo sugli altri e sull’ambiente, la soddisfazione che si prova appagando i desideri di autorità, di dominio o di possesso. Il carattere essenziale del Demone del sesto cielo è quello di privare gli altri della vita, spingendoli nell’angoscia dell’Inferno, per realizzare i propri fini. È l’egoismo allo stato puro, la qualità più “oscura” dell’essere umano. «Se questa qualità oscura si rafforza – scrive Ikeda – anche il sé intelligente e consapevole nel mondo di Umanità o Estasi si può trasformare in un essere egocentrico e presuntuoso».
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