martedì 26 maggio 2009

Se non Esiste un Solo Cristo


Per alcuni di quelli della mia generazione, 40 anni più o meno, la Chiesa è quella imparata al catechismo di domenica, con i canti e con parroci che erano prima di tutto modelli a cui ispirarsi, la tolleranza era un valore vero e non qualcosa con cui riempirsi la bocca, ognuno era considerato fratello dell’altro, senza lasciarsi condizionare dal sesso, dalla religione, dalla razza e dalla cultura ma nemmeno dall’arroganza e dall’ignoranza di chi tentava di imporre l’idea di un Cristo intransigente nei confronti di quelli che sono da sempre considerati fuori dalla Chiesa: Omosessuali, divorziati etc. etc.La nostra fede ci imponeva di credere che Cristo fosse stato più vicino a questi ultimi che non a quelli che vivevano puri e immacolati.
Nasceva così spontanea la tenerezza e l’amore nei confronti di Dio, era più semplice il perdonare ed il perdonarsi.
Madre Teresa di Calcutta, San Francesco i nostri preferiti, modelli di incommensurabile bontà che non chiedevano nulla, che avevano deciso di aiutare, paghi del fatto di amare così un fratello e di obbedire all’unico comandamento con un senso per l’umanità intera.
Oggi assistiamo allo spettacolo di una Chiesa che tuona dai pulpiti, che allontana invece di avvicinare che fa dell’intransigenza il valore fondamentale, che pretende di stabilire che “Cesare” non debba più essere libero di decidere delle cose di casa sua, la laicità dello Stato è dunque fortemente in pericolo.
La Chiesa di Roma vorrebbe influire su decisioni che non dovrebbero invece minimamente riguardarla, perchè se è giusto che parli ai propri fedeli, non può pretendere che lo Stato non s’interessi dei diritti di tutti i suoi cittadini compresi gli omosessuali o gli atei o i credenti di altre religioni.
Detto questo per quanto concerne i cattolici, mi meraviglia che le meravigliose menti teologali che in questo momento reggono il papato e la Chiesa intera, non capiscano che l’intransigenza e la mancanza della capacità di adeguarsi ai tempi e di comprendere le necessità dei suoi fedeli fa si che necessariamente questi si allontanino da quello che un tempo si diceva il suo “seno” e non senza una ragione, perchè in questo modo si rimandava ad una regione del corpo delle donne creata da Dio con lo scopo di avvicinare, abbracciare, nutrire.
Sempre più gente invece, a mio avviso comincia a sentirsi come minimo un po’ stretta tra le braccia di questa madre, che mostra un figlio che non vuol saperne più di mescolarsi coi poveri, coi bambini abusati, con le prostitute, con chi ha scelto di vivere la propria affettività e sessualità in modo “diverso” dai più.
Rivogliamo il Cristo che avevamo da piccoli, quello buono, che perdonava e sorrideva, quello che non ti abbandonava nei momenti bui della vita, quando s’avvicinava l’ora delle scelte difficili, quando ti sembrava che il mondo ti crollasse addosso e che nessuno ti volesse più bene, in quei momenti c’era lui che ti sorreggeva, senza chiedere niente, nè abiure, nè pentimenti, nè vergogna, nè dolore, ti amava, sic et simpliciter, perchè creatura debole e incerta, ma eri suo fratello e ne eri orgoglioso.
Ecco il mio Cristo, a lui avrei detto mille volte si, il giorno che scoprii che se ne poteva anche dubitare ebbi le vertigini, mai avrei creduto che la sua immensa bontà potesse arrivare a consentire tanto agli uomini.
Sento da qualche tempo in giro una profonda tristezza, mancano i canti dei bambini nelle chiese, sono stati sostituiti dai cori adulti delle polifoniche.

martedì 5 maggio 2009

WESAK 2009

WESAK

La notte del plenilunio nella costellazione del Toro dà la possibilità di ricevere la benedizione del Buddha che ritorna, quella del Cristo e dei Maestri di Saggezza che vegliano per guidarne l'evoluzione spirituale. Tutti coloro che vi prendono parte, anche solo collegandosi col pensiero e con il desiderio di esserci, ricevono la propria parte di Luce.
La valle del Wesak
La valle del Wesak si trova nell'Himalaya, in una zona impervia fra la catena del Karakorum e quella del Kun Lun, alle pendici del monte Kailash, uno dei luoghi più sacri del pianeta. In una delle sue valli, la cui posizione è segreta, si celebra annualmente il rituale e molte migliaia di persone si mettono in cammino da tutto il continente indiano con mezzi di fortuna per parteciparvi.
È una valle chiusa a nord-est, da una grande roccia bianca, venata da un minerale luccicante. Un grande masso squadrato, dell'identico minerale, lungo circa 4 metri e largo 2, utilizzato da sempre come altare, ne delimita l'imboccatura. Questa è la valle in cui si svolge il Wesak, un luogo sacro a cui non si giunge mai per caso, ma soltanto quando si è pronti interiormente. Una valle sacra in uno dei luoghi più magnetici del pianeta.
Il significato del Wesak
Il Wesak è una festività orientale molto antica; appartiene alla tradizione buddista, ma la sua grande Benedizione è destinata a tutta l'umanità.
La Tradizione indiana narra che cinquecento anni prima di Cristo, il principe Gautama Siddharta raggiunse il massimo dell'illuminazione divenendo così un "Buddha", cioè un risvegliato, liberato dalla necessità di tornare a incarnarsi ancora sulla Terra. Il Buddha, muore nell'anno 483 avanti Cristo, nel mese di Wesak (maggio), nella notte del plenilunio. Raggiunge la soglia del Nirvana, il Luogo della grande Liberazione, una volta varcata quella soglia, sarà libero dal doloroso ciclo della rinascita e della morte, si troverà immerso nella luce e nella beatitudine eterna.
Mentre sta per varcare quella fatidica soglia, il Buddha si arresta, si volge all'indietro e guarda il genere umano sul pianeta che ha appena abbandonato... Vede tutti gli esseri sofferenti, malati, esposti alla violenza dei loro stessi simili, e il suo cuore compassionevole prova pietà. Su quella soglia di beatitudine il Buddha si ferma, non ha il coraggio di proseguire e così, dinnanzi a tutti i grandi Esseri della Gerarchia pronti ad accoglierlo, formula il solenne giuramento:
Ogni anno, nel momento esatto in cui si forma il plenilunio nella Costellazione del Toro, tornerà sulla Terra a portare la Sua benedizione, la sua mano tesa per aiutare ed incoraggiare l'evoluzione spirituale dell'umanità.
Questo è il senso della festa del Wesak, un rituale che da duemilacinquecento anni viene celebrato nel mondo buddista.

I Pellegrini che vanno verso l'Himalaya

Migliaia di pellegrini s'incamminano al tempo giusto verso questa valle. Giungono da Ceylon, dal Tibet, dal Nepal, da luoghi sperduti. Chi sono?
Sono uomini che pur appartenendo a gruppi etnici radicalmente diversi, a religioni differenti, sono ben consci dell'importanza della funzione unificatrice della cerimonia, poiché la radice della conoscenza è unica, come unica è la divinità. Qui non esistono barriere né pregiudizi di nessun tipo, tutti lavorano dedicando la vita ad un obiettivo comune: l'evoluzione spirituale del Genere Umano. Quando il momento del Plenilunio si avvicina, sull'altare di pietra viene posta una grande coppa di cristallo piena d'acqua. I pellegrini cantano e pregano nell'attesa del grande Evento che sta per verificarsi.

L'arrivo dei Maestri

Quando tutto è pronto, arrivano i Grandi Iniziati della Gerarchia. Presenziano alla cerimonia nel loro Corpo di Luce, sono anche Loro Maestri Perfetti. Il Buddha, rimane manifesto nel suo corpo di luce per otto minuti, poi lentamente com'è venuto, scompare.
I partecipanti rimangono ancora in profondo raccoglimento e meditazione, poi lentamente si avvicinano alla roccia qui riceveranno dalle mani dei Maestri un sorso d'acqua attinto dalla coppa di cristallo. L’acqua, che a quelle quote è così limpida e pura, rappresenta la continuità dell'unione fra Maestri, discepoli ed esseri umani. Fortemente magnetizzata dall'avvenimento, infonderà nuova energia e determinazione a ciascuno.

Crescere

Nessuno giunge al Wesak se non è spiritualmente pronto, non si giunge alla valle del Wesak senza il consenso dei Maestri. Nessuno può imboccare quella strada né sul piano fisico né su quello astrale se il suo cuore non è puro. In questa valle giungono soltanto coloro che stanno lavorando per servire amorevolmente e incondizionatamente il loro prossimo. Questa grande benedizione è in effetti una grande opportunità per tutta l'umanità per fare un grande balzo sulla via dell'evoluzione spirituale.
Il Wesak è il momento in cui si compie il più intenso sforzo spirituale di tutto l'anno da parte della Gerarchia dei Maestri per avvicinarsi all'umanità, e nello stesso tempo, è il momento in cui gli esseri umani hanno la massima possibilità di innalzarsi verso la Gerarchia dei Maestri.
Questo momento segna profondamente la vibrazione dei presenti, è come se un sigillo di luce venisse impresso nella loro aura, un sigillo che li renderà ben visibili e riconoscibili da parte dei Maestri. Da quel momento coloro che sono pronti a fare il passo successivo verranno innalzati e sorretti.

Cambiare

Il Wesak influirà sulla vita di ognuno che vi avrà partecipato, anche chi vi è giunto "per caso", per il solo fatto di esservi arrivato vedrà cambiare la propria vita, a volte in maniera impercettibile comincerà a volgersi verso ideali superiori.
Coloro che prendono parte alla cerimonia, sia quelli che raggiungono la valle dell'Himalaya, sia coloro che vi si collegano col pensiero e la meditazione da tutto il resto del mondo, tutti indistintamente, vengono elevati spiritualmente.
Attraverso ciascuno di loro, l'energia del Wesak fluisce fra il cielo e la terra; ogni uomo ed ogni donna presente diventa un canale e ridistribuisce a sua volta la potente energia di Luce che altrimenti rimarrebbe inutilizzata.

La Luce

Quest'energia di Luce può migliorare una crisi economica o politica, può illuminare un dittatore, rendere consapevoli, calmare le forze della Natura scatenate. Anche una piccola dose di buona volontà, di amorevole senso di collaborazione verrà esaltata e potenziata, tutti sono chiamati a lavorare per il Grande Piano. I Maestri osservano tutti gli esseri umani, alla ricerca di collaboratori che permettano loro di migliorare la vita sul pianeta.
Il Wesak porta un messaggio di Pace, Amore, Unità, al di là di religioni, di razze, di distanze.

La grande invocazione
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio affluisca Luce nelle menti degli uomini, scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio affluisca Amore nel cuore degli uomini, possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal Centro ove il Volere di Dio è conosciutoil Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini, Proposito che i Maestri conoscono e servono
Dal Centro che viene detto il genere umanosi svolga il Piano di Amore e di Lucee possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano Divino sulla Terra.

Il plenilunio nella costellazione del Toro avverrà sabato 9 maggio 2009 alle ore 06,01