venerdì 31 dicembre 2010

2011


VI AUGURO
DI VIVERE SENZA
LASCIARVI COMPRARE DAL DENARO
VI AUGURO DI
VIVERE SENZA MARCA
SENZA ETICHETTA
SENZA DISTINZIONE
SENZA
ALTRO NOME CHE QUELLO DI UOMO
VI AUGURO DI VIVERE SENZA
RENDERE NESSUNO VOSTRA VITTIMA
VI AUGURO DI VIVERE SENZA
SOSPETTARE
O CONDANNARE NEMMENO A FIOR DI LABBRA
VI AUGURO DI
VIVERE IN UN MONDO DOVEO GNUNO ABBIA IL DIRITTO DI DIVENTARE VOSTRO
FRATELLO
E FARSI VOSTRO PROSSIMO.
AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI

martedì 21 dicembre 2010


Auguro

a tutti

un gioioso Natale,

un Natale vero,

all'insegna della speranza,

della gioia di vivere il gusto dell'essenziale,

il sapore delle cose semplici, la fontana della pace,

la ricchezza del dialogo,

lo stupore della vera libertà!

venerdì 3 dicembre 2010

L'esame di itaGliano

Con gli applausi dei leghisti, che per i bambini italiani vogliono i corsi di dialetto e per quelli stranieri i corsi di italiano, é stato varato il regolamento per l'esame di italiano per chi chiede il permesso di soggiorno di lunga durata (quello che una volta si chiamava "carta di soggiorno").

In cosa consiste quest'ultima baggianata? Semplice, lo straniero che vuole richiedere un permesso di lunga durata dovrá prima dimostrare di conoscere le basi della lingua italiana, sostenendo un esame scritto ed orale dove dovrá rispondere a "semplici domande", tipo "come ti chiami", "che lavoro fai", eccetera, equivalenti, si dice nell'articolo, al livello A2 di conoscenza di una lingua straniera.

Inevitabilmente, mi viene da pensare ad immigrati ,che hanno letto Manzoni, Petrarca e D'Annunzio (oltre a Machado de Assis ed Oscar Wilde), che usano perfettamente i congiuntivi e che solo un lieve (e bellissimo) accento puó identificare come "stranieri". Il confronto con buzzurroidi come l'idraulico che é caposezione della Lega , che parla solo dialetto, se deve parlare italiano si impappina e non gli tireresti fuori un congiuntivo nemmeno sotto tortura. E che non ha piú di 70 anni, ne ha meno di 50. A lui niente esame di italiano?

Leggo storie come quella dell'ivoriano che al suo paese era medico ed in Italia faceva il posteggiatore abusivo e le confronto con le storie di vita di mentecatti come Prosperini, quello di "ciapet el camél e turna indré", capace solo di incassare tangenti e vendere armi ai negri che tanto detesta.

E mi viene da pensare: ma tutti questi islamofobi, xenofobi, esterofobi, quelli che vogliono dogane, dazi, barricate, ostacoli, leggi, provvedimenti, per tenere lontano l'odiato "diverso", non avranno sotto sotto paura di scoprire che, magari non tutti, ma qualcuno di quegli "inferiori" é comunque migliore di loro?

lunedì 15 novembre 2010

Colazione da Tiffany

In Piazza Duomo, a Milano, aprirá a brevissimo una mega-boutique di Tiffany, la gioielleria piú famosa del mondo. Questa iniziativa ha scatenato le ire della Curia che dichiara, cito: "É un’idea offensiva, quella di mettere una gioielleria al centro di piazza Duomo in un momento di grave crisi economica com’è quello che la città affronta".

Non posso fare a meno di essere d'accordo. L'esibizione di ricchezza ed opulenza é di assoluto cattivo gusto, specialmente in un momento come questo, in cui tanta gente sprofonda nella povertá.


É giusto e sacrosanto che la Chiesa, da sempre schierata con i piú deboli, si faccia portavoce di una campagna contro chi getta il suo lusso in faccia alle persone che muoiono di fame.


Se non fosse per i nostri sacerdoti e vescovi, che ci rammentano ogni giorno di come la povertá, la sobrietá e la condivisione di quel poco che abbiamo ci avvicina a Cristo, non potremmo davvero capire la portata epocale del messaggio del Vangelo.


Non potremmo capire che i beni materiali rappresentano il Male, e che non dobbiamo attaccarci ad essi, ma anzi donare per sentirci veramente vicini al messaggio cristiano: "Vá, vendi tutto ció che hai e donalo ai poveri. Poi seguimi".


É davvero una vergogna questa ostentazione di Tiffany, e plaudo l'iniziativa dell'Arcidiocesi di Milano tesa a bacchettare queste persone che pensano che l'oro debba stare rinchiuso nei forzieri dei ricchi, anziché portare nel giorno del Natale un sorriso sul viso dei bimbi meno fortunati.


Sicuramente tutti noi dovremmo seguire l'esempio che ci viene dalla Chiesa e dal suo e nostro Pontefice, il Servo dei Servi di Dio, che ha fatto dell'umiltá e della caritá le sue bandiere.


Uniamoci quindi in questa crociata contro l'esibizionismo gratuito della ricchezza, contro questo schiaffo in faccia alla povertá, alla miseria ed agli insegnamenti di Nostro Signore. E ricordiamocelo, la prossima volta che un prete ci chiederá soldi. Ricordiamocelo e rispondiamogli: "Vendi uno dei tuoi calici d'oro, faccia di culo!".

venerdì 12 novembre 2010

Hai cantato? Adesso balla...

Califano vorrebbe la pensione di Stato. Dopo essersi mangiato 'sto monno e quell'artro, per dirla come la direbbe lui, il Califfo chiede l'applicazione della legge Bacchielli, ovvero quella che dovrebbe aiutare gli artisti in difficoltá economica.

Difficoltá economica? Allora, il Califfo percepisce, per sua stessa ammissione, circa 20mila euro l'anno di diritti d'autore. Un precario ne guadagna che vada bene la metá, un operaio generico ne guadagna quasi altrettanti ma si deve fare il culo otto ore al giorno.

E il re dei cafoni, il principe dei coatti, dopo che per una vita non si e fatto mancare niente, ora piange miseria e vorrebbe i soldi dallo Stato? A Califá, ma vaffanculo, va...

lunedì 8 novembre 2010

Tempus fugit


Vorrei fare un sacco di cose, ma il tempo sembra scorrermi fra le dita come la sabbia fine di una clessidra. Tento di afferralro, di frenarlo, di tenerlo almeno per un po', ma lui scorre, scivola, e si accumula ai miei piedi, da dove mi guarda beffardo.

Un gatto grigio e sgusciante che é sfuggito alle zanne del mastino ed ora lo guarda sornione da sopra un albero. Il mastino abbaia, salta, si sgola, e lui si gratta un'orecchio, si stiracchia e se ne va.

Ed io rimango lí, a guardare quel ramo vuoto e a pensare che, la prossima volta, lo acchiapperó per la coda e lo costringeró a fermarsi.

...Ed é giá novembre.

martedì 7 settembre 2010

Che ore sono?

Quando ci chiedono che ore sono, solitamente rispondiamo "sono le 7", lasciando al contesto la discriminazione fra 7 del mattino e 7 del pomeriggio: usiamo quindi la codifica a 12 ore.

Siamo peró perfettamente in grado di capire, se qualcuno ci dice "ci vediamo alle 19", usando la codifica a 24 ore, che si sta parlando delle 7 di sera. Lo troviamo un po' strano, forse, ma lo capiamo perfettamente. Anche le sorridenti annunciatrici TV usano (od usavano? esistono ancora le annunciatrici?) la codifica a 24 ore: "Questa sera, alle 20 e 30, andrá in onda...".

Gli americani, invece, se dici loro "ci vediamo alle 19" vanno in panico. A loro devi dire "le 7 PM", se no non capiscono. Del resto, anche noi dobbiamo comprenderli: l'americano medio conta solo fino a 10, quelli piú intelligenti, togliendosi le scarpe, arrivano a 20 ed alcuni esemplari maschi, togliendo anche le mutande, fino a 21. Quindi non riescono proprio a gestire un sistema in base 24...

martedì 24 agosto 2010

Meditazione Ayurvedica

Questo filmato é illuminante. Un filosofo con chiarissimo accento indiano ci illustra la loro filosofia millenaria:


The world is in a pretty terrible state.
Things are getting very bad, indeed.
Nobody on this Earth is immune.
There is only one thing for it...
Say FUCK IT.
Take it easy. relax.
Let's go.
That's what we have been doing for thousand of years.
When human things are pretty shitty,
we say FUCK IT, and relax.
It's our way.
A way to find peace,
whatever fucking in the crappy world.
A spiritual way.

venerdì 6 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

Fancazzisti di tutto il mondo unitevi

Consultando OpenParlamento, un sito molto interessante che dá le statistiche su tutti i parlamentari italiani, ho scoperto alcune cose molto interessanti.

Vabbé, che il parlamentare piú fancazzista fosse proprio lui, il Silvione, presente allo, udite udite, 0,22% delle sedute, era abbastanza ovvio da indovinare. Del resto, si sa che il parlamento serve solo a far perdere tempo al Grande Leader, che ha altro da fare che andare in mezzo a gente malvestita e maleodorante .

É peró interessante vedere che 6 parlamentari su 100 (38 in tutto) sono in aula per meno di 1/4 del tempo, e che 13 su 100 (82 in totale) sono in aula meno di una volta su due. Solo il 68% dei nostri rappresentanti é in aula piú di 2 volte su 3, e solo il 30% si fa vivo 9 volte su 10.

Se non stupisce che i piú assenti appartengano al PdL, perché sono tutti o quasi ministri e sottosegretari, stupisce di piú che anche i dieci piú presenti siano della maggioranza: questo la dice lunga sull'"attivitá" della balda opposizione del PD, piú fancazzista ancora della maggioranza. Mettendo i parlamentari in ordine di presenza, dal piú attivo al piú assente, per trovare un deputato PD dobbiamo scendere al 14mo posto, onorevole CARRA Marco, con il 99,01%.

In generale, le prestazioni dei nostri dipendenti non sono affatto esaltanti: la media di presenze é del 76.12%, tre sedute su quattro. Se noi avessimo la stessa performance, dovremmo squagliarcela sistematicamente il giovedi verso le 4. Se li dividiamo per partito di appartenenza, la palma del fancazzismo spetta al gruppo misto, seguito a ruota dal neonato gruppo dei "finiani" di FL, mentre i piú assidui (va a laurá, barbún!) sono i leghisti, appena sopra il Partito (Diversamente) Democratico:


Gruppo Misto58.89%
Futuro e Libertá68.69%
Italia dei Valori72.30%
Unione Di Centro73.49%
Partito delle Libertá73.74%
Partito Democratico81.91%
Lega Nord82.01%


Se consideriamo che diversi deputati leghisti sono anche ministri o sottosegretari, mentre ovviamente nessuno dei Diversamente Democratici ha un incarico istituzionale, per non parlare poi di "benedettiddio" Di Pietro e della sua manica di tirapiedi, addirittura sotto agli accoliti del nano, vediamo che le performance dell'opposizione sono tutt'altro che esaltanti.

Io mi immaginavo un'opposizione sempre all'erta, sempre pronta ad approfittare di ogni defezione, di ogni missione all'estero, di ogni epidemia di raffreddore, per poter "mettere sotto" il governo e mandare ai loro elettori un messaggio chiaro: "noi non dormiamo". Ma chi voglio illudere? Se questa manica di fessi non si dá una mossa nemmeno per affossare una legge da loro stessi definita "mafiosa", perché dovrebbero sbattersi per mandare a me che li voto (o meglio, li ho votati finora) un messaggio?

Mi fa specie in modo particolare Di Pietro: ha sempre una lira per tutti, e questo é disonesto, e quello é mafioso, e quell'altro é raccomandato... Poi lui personalmente é pagato per fare il deputato e si presenta in aula 1/3 delle volte, ed i suoi nel complesso non superano nemmeno la soglia vergognosa del 75%.

Siamo messi proprio bene...

venerdì 30 luglio 2010

Leggere attentamente le avvertenze

La Tantum, ormai da parecchio tempo, produce un prodotto chiamato Tantum Rosa, che é una lavanda vaginale.

Da quando il Tantum Rosa é diventato un farmaco da banco, e quindi ci fanno la pubblicitá in TV, il numero delle donne che anziché farcisi il bidé se lo bevono é aumentato di 100 volte.

Certamente, in una societá in cui il "tormentone estivo" sono due buzzurre coatte incapaci di parlare italiano, le quali ci fanno sapere che passeranno il mese di agosto "a ffá a colla sott'ar zole co' na bbira e n' calippo", il fatto che ci si beva una lavanda vaginale perché "tratte in inganno dalla pubblicitá" non deve sorprendere piú di tanto.

Certo, c'é scritto sopra "lavanda vaginale", certo viene col foglietto illustrativo, ma vorrete mica fare lo sforzo di leggere? In TV sembra un qualcosa che si deve bere, e allora lo beviamo. Logico no? Ora stanno pensando di cambiare lo spot, o il colore della confezione, o entrambi, come se avessero a che fare con un branco di ritardate. Ma dove sono le associazioni femministe quando qualcuno propone una "modifica del colore della confezione del medicinale, che passerebbe da rosa a nera o blu, evitando così di confondere e indurre in errore le donne"? Cos'é, le donne sono tutte cerebrolese che pigliano e ingoiano qualunque cosa abbia un bel colore? Ma forse le attiviste di queste associazioni sono sotto il sole a fare "aa cola" sorseggiando "na' bbira"...

Quando ero bambino, e mi spiegavano perché si doveva andare a scuola ed imparare a leggere, l'esempio era sempre lo stesso: "Se su una bottiglietta c'é scritto 'veleno' e tu non sai leggere, la bevi e muori!". Evidentemente, secondo questi esperti di marketing, le donne non sanno leggere. Sono capaci solo di stare sotto il sole a fare "aa colla", bevendo una "bbira" e succhiando un "kalippo" . E se la pubblicitá non dice chiaramente "guarda che col tantum Rosa te ce devi da fá er bidé!", quelle se lo trangugiano come se fosse barolo. O forse "bbira", chi lo sa? Che tristezza...

giovedì 22 luglio 2010

C'era una volta

C'era una volta, nel regno lontano lontano di Arboria, un buffo nanetto che viveva ai margini della foresta. Il nanetto aveva un sogno: potersi sedere sul trono del re. Ma poiché era piccolo, buffo e pelato, tutti lo prendevano in giro e, tutt'al piú, gli facevano strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.Un bel giorno, stanco di essere trattato cosí, il nanetto decise che sarebbe diventato ricco. Andó nella foresta e raccolse un cesto di fragole, poi andó al mercato e le vendette per tre monete di rame. Con le tre monete, compró due ceste di fragole e le rivendette per sei monete. Con le sei monete compró tre ceste di fragole, che rivendette per dodici monete. Poi suo padre, che era un banchiere, intrallazzó con dei loschi individui e gli mise a disposizione alcuni miliardi in contanti, cosí il nanetto andó a puttane con le sue dodici monete di rame e poi si buttó sull'edilizia.Con i soldi recuperati dal padre, il nanetto compró alcuni tratti di foresta e di palude, poi strinse un patto con un potente stregone, e come per magia foreste e paludi si trasformarono in una cittá, che il nanetto chiamó Arboria 2, e cominció a vendere case e casette ai troll, agli gnomi e alle ninfe dei boschi (queste ultime, si dice, ebbero sconti clamorosi in cambio di non si sa quali misteriosi servigi).Venne poi il momento in cui il nanetto decise di dedicarsi alla televisione. Era questo uno strano e potente incantesimo che ipnotizzava le persone e le rendeva idiote, ed il nanetto decise di conquistare il regno di Arboria sfruttandolo. Cosí si rivolse ad un gruppo di loschi gnomi, che dissotterrarono le loro pentole d'oro alla fine degli arcobaleni e gliele diedero per poter iniziare (o almeno, cosí la racconta lui), ed in breve tempo il nanetto divenne il piú ricco e potente illusionista del regno, grazie all'incantesimo della televisione che rendeva le persone idiote.Decise cosí che era giunto il momento di diventare re. Grazie ai suoi giochi di prestigio, e grazie agli individui che si era tirato dietro nel corso degli anni, il nanetto riuscí a convincere gli abitanti di Arboria, imbesuiti dal suo incantesimo, che lui sarebbe stato perfetto come nuovo re, e venne cosí incoronato ed issato sul trono. La prima cosa che dovette fare fu di far rimpicciolire la corona, che gli scendeva fino a coprire le grandi orecchie, e far costruire una scaletta che gli consentisse di salire sul trono senza venirvi issato a forza. Questa scaletta, dal buffo nome di "legge elettorale", diventava improvvisamente cortissima quando uno dei buffoni di corte tentava di afferrarla, mentre diventava lunghissima quando la utilizzava il nanetto.Successivamente, il nanetto cacció dalla corte tutti i nobili, che un tempo lo avevano deriso, e riempí la reggia di saltimbanchi, buffoni, ballerine e zoccole, che di volta in volta occupavano le varie poltrone dei dignitari trasformando la sala del trono in un enorme bordello. Cosí il nanetto passava le sue giornate facendo ció che gli riusciva meglio: strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.I nemici del nanetto, forse anch'essi vittima dei suoi incantesimi, messi tutti insieme non facevano un chilo di cervello, per cui anziché ostacolarlo gli rendevano la vita addirittura piú facile. Coloro che venivano da altri regni in visita ad Arboria si stupivano di quanto fossero ciechi gli Arboriani: il nano prendeva una coniglietta di Playboy, la chiamava "Crisi", la faceva nascondere sotto il tavolo e diceva a tutti che la Crisi era sparita. Poi, mentre la coniglietta lo gratificava con una rumorosa fellatio, raccontava una barzelletta su negri ed albanesi. E gli Arboriani ci credevano!! Addirittura, i nemici del nano, invece di dire: "Guardate che la Crisi non é sparita, l'ha nascosta sotto il tavolo!", si scannavano fra di loro per decidere se la coniglietta avesse o meno ingoiato dopo la fellatio, e se ció fosse in linea con le direttive dell'Unione Europea.Passarono gli anni. Ogni volta che qualcosa andava male, il nanetto puntava il dito contro i suoi nemici, ormai ridotti a patetici buffoni di corte, e diceva che era colpa loro. Allora il popolo lanciava loro chili di pomodori ed essi si prendevano a ceffoni dandosi l'un l'altro la colpa, oppure si mettevano a gridare al nanetto: "Puttaniere! Puttaniere!".Finalmente, dopo tanti, tanti anni, il nanetto, che aveva superato da tempo il secolo di vita, morí. Subito si fece avanti suo figlio , che additó i buffoni nell'angolo dando loro la colpa della morte di suo padre. E mentre i buffoni si accapigliavano fra di loro, arraffó la corona, si sedette sul trono e con una grassa risata diede fuoco ad una scoreggia.

venerdì 16 luglio 2010

Ghe s'é contro natura!

Mentre sui giornali europei si moltiplicano gli articoli sull'ondata di caldo, o sulla colonnina di mercurio, o sulla morsa dell'afa, o qualunque altro luogo comune trito e ritrito che ogni anno ci viene propinato quando Agosto si avvicina, in Brasile la prima pagina di O Globo riporta che a Santa Catarina (nel sud del paese, vicino alla Terra del Fuoco) le temperature hanno toccato -7.8 gradi, con tanto di foto dei candelotti di ghiaccio come se fossero la cosa piú straordinaria del mondo.Da noi, temperature che in certe zone del Brasile sarebbero considerate "tiepide" fanno scattare l'allarme-caldo, mentre in Brasile temperature che da noi in inverno sono normali meritano le prime pagine dei giornali ed una foto-ricordo con i candelotti di ghiaccio: quello che per noi é normale, per loro é eccezionale e viceversa.Quel che é sicuro, peró, e che a furia di sparar cazzate per fare sensazione i giornalisti stanno facendo perdere ogni credibilitá alle teorie sui mutamenti climatici. Che sia o meno colpa dell'uomo, é innegabile che il clima del pianeta stia cambiando. Quando peró dopo tre giorni di caldo consecutivo si comincia a parlare di "allarme" e si intervistano "esperti" sulla desertificazione dell'Europa, oppure dopo tre giorni di freddo si parla di "emergenza" e si intervistano "esperti" sull'avvento della nuova era glaciale, chi legge tende a non crederci piú.Sinceramente non ho i mezzi per dire se questi mutamenti climatici siano o meno dovuti all'intervento dell'uomo, o se invece l'uomo sia una concausa, ma non l'unica. Noi continuiamo a pensare che questo pianeta sia stato fatto al solo scopo di consentire la nostra sopravvivenza, ma in realtá la Terra é adatta alla nostra vita solo da un tempo incredibilmente breve rispetto alla sua etá, e nulla vieta che un domani possa cambiare nuovamente e la forma di vita dominante del pianeta possano diventare virus e batteri. Certo é che il nostro stile di vita non aiuta a mantenere queste condizioni favorevoli per la vita stessa... Se peró lo diciamo all'americano medio, un ciccione che brucia risorse per sé stesso e per venticinque africani, quello risponderá che non é vero, che é tutto un complotto ecologista, e talmente fatto male che il giorno prima parlano di era glaciale e il giorno dopo di desertificazione. Ma vi pare che se fosse vero cambierebbero versione ogni due settimane?Fatto sta che si muore di caldo in Europa e nevica in Brasile: é contro natura. Ed andare contro natura é male, come diceva un anonimo passeggero dell'ottovolante di Gardaland : "Ostregheta! Ghe s'é contro natura girar cole bale per aria!".

lunedì 12 luglio 2010

MONDO Buddità


La Buddità è uno stato dinamico difficile da descrivere. Possiamo parzialmente descriverlo come uno stato di libertà perfetta, in cui siamo illuminati alla verità ultima della vita. È caratterizzato da una compassione infinita e da una saggezza sconfinata. In questo stato, possiamo trasformare armoniosamente ciò che dal punto di vista dei nove mondi appare come una contraddizione insolubile. Un sutra buddista descrive gli attributi della vita del Budda: un vero io, una libertà perfetta dai legami karmici per tutta l’eternità, una vita purificata dall’illusione, e una felicità assoluta. Inoltre, la condizione di Buddità viene fisicamente espresso nella Via del Bodhisattva o azioni di un Bodhisattva.

giovedì 8 luglio 2010

MONDO Bodhisattva

I Bodhisattva sono coloro che aspirano a ottenere l’illuminazione e nello stesso tempo sono altrettanto determinate a mettere tutti gli altri esseri in grado di fare la stessa cosa. Consapevoli dei legami che ci uniscono a tutti gli altri, in questo stato ci rendiamo conto che qualunque felicità proviamo da soli è incompleta, e ci dedichiamo ad alleviare le sofferenze degli altri. Chi si trova in questo stato trova la maggiore soddisfazione in un comportamento altruistico.Gli stati dall’Inferno al Bodhisattva sono complessivamente chiamati “i nove mondi”. Questa espressione viene spesso usata in contrapposizione al decimo mondo, lo stato illuminato di Buddità.

martedì 6 luglio 2010

MONDO Illuminazione Parziale o Realizzazione


Questo stato è simile allo Studio, tranne per il fatto che cerchiamo la verità non attraverso gli insegnamenti di altri, ma attraverso la nostra stessa percezione diretta del mondo.Studio e Illuminazione Parziale sono chiamati i “due veicoli”. Avendo compreso la fugacità delle cose, le persone in questi stati hanno conquistato un livello di indipendenza e non sono più prigionieri delle proprie reazioni, come invece nei sei sentieri. Spesso, però, tendono a sentirsi superiori alle persone legate ai sei sentieri che non hanno ancora raggiunto questo livello di comprensione. In più, la loro ricerca della verità è principalmente orientata verso se stessi, quindi c’è un grande potenziale di egoismo in questi due stati, e le persone possono raggiungere una soddisfazione con i loro progressi senza scoprire il potenziale più alto della vita umana nel nono e decimo mondo.

lunedì 5 luglio 2010

MONDO STUDIO


In questo stato, cerchiamo la verità attraverso gli insegnamenti o le esperienze degli altri.

venerdì 2 luglio 2010

MONDO CIELO


Cielo è la traduzione del termine sanscrito deva, che significa divinità o regno in cui dimorano gli esseri celesti. In origine significava luminosità.Nell’antica India si riteneva che chi compiva buone azioni nella vita presente sarebbe rinato in cielo, e questo era il fine delle pratiche religiose. Il Buddismo invece ha sempre sostenuto che il paradiso o cielo non è un luogo fisico in cui si va dopo la morte, ma uno stato vitale da sperimentare. Nichiren Daishonin spiega che «la gioia è il mondo celeste», una gioia che deriva dalla soddisfazione di un desiderio, dalla realizzazione di uno scopo.«Il flusso vitale nello stato di Estasi è estremamente veloce – scrive Ikeda – e la sua influenza sul mondo esterno è molto grande. Il sé in questo stato percepisce che il tempo fisico passa a una velocità spaventosa. Quando siamo felici e la nostra vita è appagata, il tempo fisico sembra breve perché vi è compressa una grande quantità di tempo vitale. L’adempimento della vita in un singolo giorno nel mondo di Estasi può essere equivalente a quello di parecchie centinaia di anni nel mondo di Umanità».Il regno degli esseri celesti è costituito da ventotto cieli: i sei cieli del mondo del desiderio, i diciotto cieli del mondo della forma (un regno in cui, pur non essendo più schiavi del desiderio, si è ancora soggetti a limitazioni fisiche) e i quattro cieli del mondo della non-forma (un regno in cui si è ancora soggetti a limiti spirituali). La gioia che si prova è diversa a seconda del desiderio che viene soddisfatto, da quelli puramente materiali o legati istintivamente alla sopravvivenza (mondo del desiderio), ai desideri intellettuali, di bellezza, di elevarsi spiritualmente (mondi della forma e della non-forma).Alla sommità del mondo del desiderio siede il Demone del sesto cielo, il potere. Rappresenta la gioia che deriva dal controllo sugli altri e sull’ambiente, la soddisfazione che si prova appagando i desideri di autorità, di dominio o di possesso. Il carattere essenziale del Demone del sesto cielo è quello di privare gli altri della vita, spingendoli nell’angoscia dell’Inferno, per realizzare i propri fini. È l’egoismo allo stato puro, la qualità più “oscura” dell’essere umano. «Se questa qualità oscura si rafforza – scrive Ikeda – anche il sé intelligente e consapevole nel mondo di Umanità o Estasi si può trasformare in un essere egocentrico e presuntuoso».

giovedì 1 luglio 2010

MONDO UMANITA'


Il mondo di Umanità è il primo passo verso la padronanza di sé che si ottiene pienamente nei mondi di Bodhisattva e Buddità.Il termine sanscrito per “essere umano” è manusya, che significa “essere pensante” o “colui che pensa”: l’intelletto e la ragione sono i tratti caratteristici dell’umanità. Nichiren Daishonin afferma: «Il saggio si può definire umano, ma gli sconsiderati non sono nient’altro che animali»,e T’ien-t’ai cita, fra le caratteristiche del mondo di Umanità, «la capacità di conoscere con largo anticipo i futuri effetti delle cause», che significa avere una buona comprensione della legge di causa ed effetto.La calma è il mondo di Umanità, scrive Nichiren, la tranquillità che deriva dalla pace della mente non più in balia delle emozioni dei quattro mondi precedenti. Ma per mantenere la pace della mente è necessario uno sforzo assiduo perché si può essere facilmente condizionati dalle influenze esterne: alla minima difficoltà, ci si deprime o ci si arrabbia.Scrive Ikeda: «Oggi, nell’Ultimo giorno della Legge, è ancor più difficile vivere un’esistenza veramente umana perché siamo circondati da molti influssi negativi. Per questo dobbiamo sforzarci continuamente nella nostra pratica buddista. Quando una trottola smette di girare, cade. È stabile soltanto finché ruota ad alta velocità. Non è l’esser nati umani che ci rende davvero tali, ma lo sforzo tenace che facciamo per vivere da esseri umani».Il mondo di Umanità è un trampolino di lancio, una possibilità. Solo se coltiviamo la Buddità riusciamo a manifestare pienamente il nostro potenziale umano. Nel Buddismo il corpo umano è chiamato “recipiente dei nobili sentieri” o “recipiente della Legge”, adatto cioè a svolgere la pratica buddista. Scrive Nichiren Daishonin: «Ora sono nato nel regno umano, cosa difficile da raggiungere, e ho avuto il privilegio di udire gli insegnamenti del Budda che raramente è dato di ascoltare. Se trascorro questa vita senza fare nulla, in quale esistenza potrò liberarmi dalle sofferenze di nascita e morte e raggiungere l’Illuminazione?».

mercoledì 30 giugno 2010

MONDO COLLERA


A differenza degli esseri nei tre cattivi sentieri, totalmente alla mercé dell’ambiente, quelli nel mondo di Collera hanno un io che cerca di sottrarsi al dominio delle circostanze. Però quando le persone acquistano consapevolezza di sé spesso tendono a cadere preda del desiderio di superare gli altri.“Collera” (giapponese shura) deriva dal termine sanscrito asura, che designava in origine una categoria di divinità benevole divenute in seguito demoni litigiosi incessantemente in lotta con gli dèi.T’ien-t’ai ne fa una descrizione precisa nel Maka Shikan: «La persona nel regno di Ashura ha un irresistibile impulso a prevalere su chiunque altro. Come il falco, che vola alto nel cielo in cerca della preda, guarda in basso verso gli altri e rispetta soltanto se stesso. Mostra superficialmente una sorta di benevolenza, di rettitudine, di correttezza, di sapienza e di fede, e può anche mostrare una forma primitiva di integrità morale, ma dentro è un mostruoso Ashura»Nichiren dice che il mondo di Collera indica perversità. Caratteristiche di questo stato sono la presunzione e l’arroganza, prerogative di chi ha l’illusoria convinzione di essere migliore degli altri e usa tutta la sua energia per sostenere e promuovere questa immagine nascondendo i propri difetti, celando i propri sentimenti e non dicendo mai quello che pensa veramente. Una persona di questo tipo non desidera imparare dagli altri e non è capace di riflettere su se stessa – i due elementi che ci permettono di crescere come esseri umani.Negli Insegnamenti orali il Daishonin spiega che nascondere le proprie colpe e propagandare le proprie virtù è arroganza, mentre essere attaccati alle proprie opinioni e non ammettere la possibilità di essere in torto è presunzione.Chi è nel mondo di Collera ha un senso spropositato dell’io: «Un Ashura è alto 84.000 yojana e le acque dei quattro oceani non arrivano oltre le sue ginocchia». Ma quando la sua illusione di grandezza viene infranta dalla presenza di qualcuno veramente superiore, si fa piccolo piccolo: «Un uomo arrogante s’impaurisce incontrando un forte nemico, come l’arrogante Ashura che si rimpicciolì e si nascose in un fiore di loto del lago Munetchi quando fu rimproverato da Taishaku».L’invidia è un’altra caratteristica del mondo di Collera. Si prova invidia verso chi gode di una posizione più elevata o più fortunata di noi, ma questo sentimento non induce a cercare di migliorare la propria condizione, bensì a trascinare gli altri al proprio livello. L’invidioso ha sempre paura che la propria inferiorità venga messa in luce dalla presenza di una persona superiore a lui e, per difendersi, cerca di denigrarla evidenziandone i difetti.Scrive Ikeda: «Una mente arrogante è sempre inquieta, non riposa mai. Il Daishonin descrive così la visione distorta dei nemici del Sutra del Loto: “Quelli che non riconoscono i propri errori sono accecati dall’invidia [per il Daishonin], i loro occhi vedono tutto ruotare intorno a loro e hanno la sensazione che le montagne si muovano”».E ancora: «Il dramma della persona nel mondo di Collera è che vive costantemente nella paura che venga rivelata la sua vera natura. Chi non si preoccupa di proteggere se stesso, ma la Legge e le altre persone, ha un cuore di leone e non avrà mai paura».

martedì 29 giugno 2010

Taricone é morto

Era un tamarro, un coatto e ignorante come una capra, ma faceva bene o male parte della storia del nostro paese. Pietro Taricone, o' guerriero, é morto stanotte, per un incidente durante un lancio col paracadute.

Tutto sulla terra, nell'universo è impermanente, certo. Ma, anche, niente finisce, la vita ricomincia sempre, ogni volta nuova, fresca e con mille possibilità di rigenerazione; così la morte appare nient'altro che un sonno per riprendere energia.

lunedì 28 giugno 2010

Lady Gagaaaaaaaaaahhhhh...

Io sí che sono fica, mica come voialtri. Guardatemi con i miei trampoli da mezzo metro ed il mio strascico da smoking di tre misure piú grande: se vi conciaste voi cosí, vi darebbero degli imbecilli, ed invece guardate io come sono arrrrterrrrnativa.

Ammirate come mi staglio fra il grigiume di voi mentecatti, notate la mia faccia un po' schifata e un po' annoiata da grande diva che puó permettersi qualunque capriccio, anche andare in giro combinata come una deficiente.

Da quassú posso vedere cose che voi umani non potete nemmeno immaginarvi. Osservate la falcata leopardina, l'agilitá gazzellesca, laaaaaahhhhh........

Cazzo, ma cos'é, un pavimento? E chi ha messo un pavimento sul muro? Ah, ma non é il muro, é proprio un pavimento sul pavimento. Vuoi forse dire che io, Lady Gaga, la Superfica, la Grande Diva, il condensato di arternativitá, ho appena dato una musata per terra? Ma com'é possibile? Legge di Newton? Ma chi si crede di essere 'sto Newton? Io sono Lady Gaga!! Gli faccio causa!!!

Dice il saggio: "Anche se ti senti la piú fica dell'universo, quando cammini su dei trespoli assurdi trascinandoti dietro una coda da pinguino, presto o tardi darai una facciata sul pavimento".

venerdì 25 giugno 2010

MONDO ANIMALITA'


In origine il termine (giapponese chikusho) si riferiva alla condizione propria degli animali. Nel Vero oggetto di culto il Daishonin scrisse che «la stupidità è il mondo di Animalità». Chi si trova in questo stato vive istintivamente e superficialmente, e vede solo quello che ha davanti agli occhi. Nel Gosho Lettera da Sado Nichiren afferma: «I pesci vivono nello stagno e, poiché sono attaccati alla vita, deplorando la sua scarsa profondità scavano delle buche sul fondo per nascondersi; eppure, ingannati dall’esca, abboccano all’amo. Gli uccelli vivono sugli alberi e, temendo che l’albero sia troppo basso, si appollaiano sul ramo più alto; eppure, abbagliati dall’esca, si fanno prendere nella rete».“Stupido” è chi non usa la propria intelligenza e la propria coscienza, prerogative dell’essere umano; chi non si chiede mai il perché delle cose, chi non si assume la responsabilità delle proprie azioni. «Mi torna in mente – scrive Daisaku Ikeda nella Proposta di pace del 2003 – l’agghiacciante esempio di Adolf Eichmann, l’ex tenente colonnello delle SS che ebbe un ruolo di primo piano negli orrori dell’olocausto. […] Sebbene responsabile di aver organizzato atrocità inaudite, Eichmann affermava di aver semplicemente fatto il suo dovere come ingranaggio della macchina nazista, di aver soltanto eseguito degli ordini».Il mondo di Animalità segue la legge del più forte, la logica della guerra. «È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte» affermava Nichiren.L’esplosione di rabbia irrefrenabile, il raptus omicida, come pure la paura paralizzante, l’attacco di panico, possono tutte essere manifestazioni del mondo di Animalità. Se gli uomini hanno addomesticato e soggiogato a tal punto il mondo animale grazie all'intelligenza piuttosto che alla forza,è proprio perchè il comportamento istintivo è estremamente prevedibile.Vivere dominati dagli istinti significa essere facilmente manipolabili da altri.

giovedì 24 giugno 2010

MONDO AVIDITA'


«Questa condizione vitale è dominata dalla fame e dalla sete; per questo vengono chiamati spiriti affamati». È uno stato in cui si è tormentati da una fame che niente può soddisfare.Chi sperimenta questa condizione è schiavo dei desideri, non si gode la vita perché gli manca sempre qualcosa. Con la conseguenza di sentirsi perennemente insoddisfatto e frustrato. Potremmo definire l’Avidità come il desiderio di riempire a tutti i costi un senso di vuoto interiore: molte delle cosiddette sindromi della mancanza, come gli attacchi di bulimia, le crisi di astinenza, la possessività e la gelosia possono ricondursi a questo stato vitale.Rispetto al mondo d’Inferno, lo spazio vitale è leggermente più grande, anche se di poco. Non si è più in una condizione di totale schiavitù e disperazione ma si ha una ragione per cui vivere.

mercoledì 23 giugno 2010

MONDO INFERNO


Per il Buddismo il mondo d’Inferno indica uno stato vitale debole, completamente condizionato dall’ambiente, nel quale non si ha la forza di reagire per uscirne.Il termine Inferno deriva dalla parola sanscrita naraka, che letteralmente indica una prigione sotterranea. Il nome giapponese (jigoku) è composto da due caratteri che significano “terra” e “prigione”. Terra indica il luogo più in basso di tutti, e prigione lo stato in cui l’essere è legato e totalmente immobilizzato: la condizione spirituale di una persona a cui è stata tolta la volontà di vivere e di agire, che non ha più la forza né la speranza di cambiare le cose. L’energia vitale che alimenta i desideri, gli istinti, le passioni, è quasi del tutto annientata. Nel Vero oggetto di culto Nichiren Daishonin scrive che «la rabbia è il mondo d’Inferno»,un rancore vuoto, sordo, che fa sì che si venga totalmente consumati da un senso di impotenza e frustrazione, intrappolati in emozioni che non trovano modo di esprimersi. Non riuscendo a sviluppare il coraggio di assumersi la responsabilità della propria infelicità, non si ha la forza di reagire per risolvere la situazione. Il tempo, nel mondo d’Inferno, sembra non passare mai. Quando la forza vitale si indebolisce, il flusso vitale quasi si interrompe e lo scorrere del tempo appare lentissimo. I sutra dicono che nel mondo di Inferno la vita dura un astronomico numero di anni. Scrive Daisaku Ikeda: «Anche se vi sono molte gradazioni del mondo d’Inferno, in generale è una condizione in cui il vivere stesso è penoso e tutto ciò che si vede serve solo a farci sentire ancor più infelici. In questo stato la forza vitale è debolissima, si approssima alla condizione di morte. Potremmo descrivere questa rabbia come il gemito della vita che ha esaurito ogni possibile risorsa».È questa la condizione interiore di chi pone fine volontariamente alla propria vita: quando lo spazio vitale si approssima allo zero, si può pensare che non vi sia altra alternativa che la morte. Cosa fare con chi sperimenta una condizione esistenziale così drammatica?«Ha bisogno – suggerisce Ikeda – di avere qualcuno vicino che ascolti ciò che ha da dire; qualcuno che gli offra anche una sola parola d’incoraggiamento. Può bastare questo per riaccendere la fiamma della vita nel cuore di chi sta agonizzando nella disperazione. Il solo sapere che c’è qualcuno a cui importa di lui o di lei produce un’espansione dello spazio vitale. Per quanto disperata appaia la situazione, se sentiamo che non siamo soli ma abbiamo un legame con gli altri e con il mondo, riusciremo sicuramente a risollevarci e a reagire».

martedì 22 giugno 2010

I DIECI MONDI

I 10 mondi, o 10 condizioni vitali,sono un principio assolutamente basilare del Buddismo che insegna che ogni individuo possiede 10 fondamentali stati interiori dell'essere,sperimentati da chiunque di momento in momento.
Nel Buddismo si insegna che la mente di ognuno fluttua ottocentoquaranta milioni di volte al giorno.La vita è quindi in un costante stato di flusso.
I primi sei stati che vanno dall’Inferno al Paradiso sono definiti i sei sentieri o i sei mondi inferiori. Hanno in comune il fatto che la loro comparsa o scomparsa è legata alle circostanze esterne. Prendiamo il caso di un uomo ossessionato dal desiderio di trovare qualcuno che lo ami (Avidità). Quando alla fine incontra davvero questa persona, si sente in estasi e realizzato (Paradiso). Con il passare del tempo, compaiono sulla scena dei rivali e lui è attanagliato dalla gelosia (Collera). Alla fine il suo senso del possesso allontana da lui la persona amata. Distrutto dalla disperazione (Inferno), sente che la vita ha perso ogni valore. In questo caso, per qualche tempo si passa da uno all’altro di questi sei sentieri senza neanche rendersi conto di essere dominati dalle proprie reazioni all’ambiente. Qualunque felicità o soddisfazione ottenuta in questi stati dipende totalmente dalle circostanze ed è quindi effimera e soggetta al mutamento.
In questi sei mondi inferiori, noi basiamo la nostra intera felicità, e quindi la nostra stessa identità, su elementi esterni.I due stati successivi, Studio e Illuminazione Parziale, emergono quando ci rendiamo conto che tutto ciò che sperimentiamo nei sei sentieri è fugace, e iniziamo a cercare una verità duratura. Questi due stati, più i due successivi, Bodhisattva e Buddità, complessivamente vengono definiti i quattro mondi nobili. A differenza dei sei sentieri, che sono reazioni passive all’ambiente, questi quattro stati più elevati vengono ottenuti attraverso uno sforzo intenzionale.

lunedì 21 giugno 2010

Paura di vivere nel mondo di oggi

Ognuno cerca di trovare un riferimento, un riferimento personale per dimenticare la paura di vivere. Potere, soldi, fama... ma facendo così alla fine non siamo più neppure sicuri di quel riferimento, e ritorniamo al punto di partenza, alla paura.Il mondo diventa sempre più piccolo e talmente veloce che quello che una volta dava sicurezza sfugge dalle mani, non si sa dove stiamo andando, non si sa cosa succederà domani... Abbiamo faticosamente dimenticato gli orrori della guerra mondiale, ma oggi sono esplose tante altre guerre e il terrorismo: ogni giorno c'è più insicurezza, più caos, più oscurità. Questo è il secolo della vita, dell'umanità, dobbiamo impegnarci a crearlo.Quando c'è il sole, abbiamo gratitudine per la sua luce e il suo calore. Ma se guardiamo da una visuale più allargata vediamo che ci sono anche nuvole, pioggia, vento, che fanno parte dello stesso universo. L'atteggiamento verso tutte le persone deve essere uguale.A parole è facile. Farlo significa avere coraggio.

giovedì 3 giugno 2010

Orfani col pedigree

Chi adotta un bambino dimostra di avere dentro di sè una quantità di amore enorme, che va oltre il "sangue" e l'istinto. Poi, ci sono quelli che pensano che adottare un bambino sia come adottare un cane, e pretendono di poter scegliere la razza, il colore, la lunghezza del pelo e magari anche il pedigree.Come i due siciliani che, nella domanda di adozione, specificavano di volere solo bambini "di razza europea". Come i gatti.Questo, purtroppo, è il risultato di tutti questi anni di politica razzista. Il razzismo prima tollerato, poi sdoganato e giustificato, ed infine esaltato ed assunto a valore nazionale. Così, abbiamo gente che si proclama con orgoglio "fascista e razzista", esattamente come ottant'anni fa. Ed invece di essere sommersi da secchiate di merda, come sarebbe giusto, queste persone vengono esaltate, viene dato loro spazio, vengono giustificate ed anzi gratificate dall'atteggiamento di chi fa le leggi e di chi fa informazione. Se le leggi per gli extracomunitari sono diverse da quelle per gli italiani, un motivo ci sarà pure, no? E se assessori, sindaci, governatori, ministri, si dichiarano più o meno apertamente razzisti perchè io non dovrei?Ed arriviamo alla fine, ai genitori che non vogliono adottare un negro o un cinese, ma solo "bambini di razza europea". Un atteggiamento che avrebbe fatto la felicità di Mussolini e che un giudice, uno di quelli definiti "malati di mente" dal nostro Nano Trombante, ha messo al loro posto definendoli non adatti per l'adozione.Ma la cosa che mi lascia più basito sono alcuni dei commenti a questa notizia, come un certo warinus che dice: "di questo passo la Cassazione farà anche sterilizzare chi è contento di avere avuto un figlio alto, biondo e con gli occhi azzurri ... sono contento di avere figli che assomigliano a me e credo che chiunque deve essere contento di potersi scegliere i figli che vuole". Forse è solo un troll, ma esemplifica molto bene lo spirito razzista che molti italiani hanno fatto loro.Mi piacerebbe vedere la faccia dei due signori siciliani se qualcuno dichiarasse: "Adottare un figlio? Certo, basta che non sia terrone".

lunedì 31 maggio 2010

Che cavolo stai dicendo, Willis?


Il 28 maggio scorso è morto Gary Coleman, alias Arnold Jackson, uno dei protagonisti della mia infanzia.
Ciao Amico Arnold...

sabato 29 maggio 2010

La bicicletta del compagno Yuri

In tempo di crisi, é giusto che tutti facciano sacrifici. Quando in una famiglia ci sono dei debiti da pagare, si taglia tutto: il parrucchiere e l'estetista della mamma, l'abbonamento a sky del papá, il telefonino della figlia adolescente, perfino i giocattoli dei piccoli, perché la banca a fine mese vuole i suoi soldi, e non chiacchiere.

Papá Silvione e zio Tremonti hanno quindi presentato la lista dei sacrifici e l'elenco dei controlli che la famiglia-Italia dovrá implementare se vuole uscire dalla doppia crisi, prima quella americana e poi quella greca, possibilmente senza fare la fine della Grecia stessa.

Ovviamente, chi ne é colpito, protesta: esattamente come il bambino che non puó avere il gioco nuovo per la Playstation, o la ragazzina che vorrebbe tanto comprare quella suoneria bimbominkiosa col gattino che canta. Ed ovviamente, ognuno addita i veri o presunti vantaggi che gli altri hanno mantenuto, mentre lui, povero, é l'unica vittima designata, é quello che paga sempre per tutti...

Quando peró andiamo a vedere cosa si taglia e a chi, ci accorgiamo che una classe, quella politica, ha ricevuto il classico schiaffetto sulla mano mentre tutti gli altri ricevevano la loro bella pedata sui denti. Riduzioni ridicole, nessun accenno a tagli consistenti o ad abolizione di privilegi, minacce di guerra civile se per caso si "osa" tagliare le inutili province. Proprio come la storiella del compagno Yuri: é giusto dividere fra tutti le fabbriche, le case, le automobili: le biciclette no, peró, perché due biciclette le ho anche io.

Sorvolo sull'incredibile dose di faccia di culo necessaria ad affermare che é tutta colpa della sinistra, quando praticamente il Silvio é al governo da quindici anni. Mi soffermo invece su tre aspetti: la lotta all'evasione, il federalismo demaniale (o come diavolo hanno deciso di chiamarlo) e le pensioni.

L'invito a lottare contro l'evasione viene da un presidente del consiglio che affermó che se le tasse sono troppo alte allora è morale evaderle. Ora mi viene fuori con l'obbligo di tracciare i movimenti sopra i 5.000€ (ricordiamo che le sue imprese hanno beneficiato di apporti di capitale di miliardi di lire in contanti), facendo credere in questo modo di colpire l'evasione. Silvio, ora ti elenco alcuni degli evasori fiscali che ho incontrato nella mia vita: il cardiologo che con la massima naturalezza mi chiese "100 euro senza ricevuta o 150 con la ricevuta" come se fosse la cosa piú normale del mondo, il datore di lavoro che mi pagava gli straordinari "fuori busta", l'agenzia immobiliare che non voleva il pagamento della commissione con l'assegno perché se no doveva farmi una ricevuta, i padroni di casa che prendevano una parte dell'affitto in nero: tutto questo é evasione fiscale, per cifre molto inferiori ai 5.000€, ma talmente diffusa che se recuperata costituirebbe una cifra spaventosa. Ma quelli che fanno questi magheggi sono anche quelli che votano PDL...

Veniamo ora al federalismo demaniale: si costringono i comuni a tagliare le spese ed in cambio si "regalano" loro proprietá ed immobili del demanio, cioé nostri. Quanto tempo passerá perché questi vengano venduti? O usati come garanzia per qualche prestito che poi non verrá pagato, e messi quindi all'asta? Quanti chilometri di spiaggia diventeranno "magicamente" privati? Quanti boschi e pinete si trasformeranno "magicamente" in zone edificabili? Aspetto solo l'apertura di un McDonalds nel Colosseo, con tanto di "M" lampeggiante sopra l'arco piú alto...

giovedì 20 maggio 2010

Gli statali hanno la faccia come il culo

Dopo la batosta presa dalla Grecia, gli stati dell'Euro hanno capito che, forse, é il caso di diminuire un po' la spesa. Anche l'Italia sta studiando una serie di norme fra le quali, oVVoVe oVVoVe, c'é la proposta di congelare per un certo tempo gli stipendi dei poveri statali. Ed ecco che il Corriere dá voce ad uno di questi poveri derelitti che si lamenta: "Io, statale a 1.400 euro: perché paghiamo sempre noi?".
Questo signore, impiegato statale dal 1987 che guadagna 1400 euro mensili, si sente in diritto di lamentarsi della sua povera condizione: 800 euro al mese se ne vanno per il mutuo, altri 350 per la scuola materna del figlio, e quelli che restano non bastano. Anche se, ammette poi, anche la moglie é un'impiegata statale. Ma guarda un po' che strano.Questo signore e la moglie, per loro stessa ammissione, guadagnano in due 2800 euro al mese per 13 mensilitá.
Non saranno mai licenziati, per nessun motivo che non sia una colpa talmente grave da finire in galera. L'azienda per cui lavorano non ricorrerá mai alla cassa integrazione, non li metterá mai in mobilitá. Non saranno mai licenziati per scarso rendimento, o per sopraggiunte esigenze di riduzione dei costi, o perché il loro reparto é stato delocalizzato in Cina. Tutto questo, dando per scontato che siano nella categoria degli statali onesti, e non di quelli che fanno timbrare i colleghi mentre loro fanno un secondo lavoro in nero, e che ovviamente gudagnano molto di piú alla faccia di chi quel lavoro lo fa seguendo le regole.
Una coppia con un figlio precaria riesce a portarli a casa, 1400 euro. Ma solo se lavorano tutti e due. Il mutuo, di cui lo statale si lamenta tanto, per una coppia di precari é un sogno: o mamma e papá garantiscono il prestito con le pensioni e/o con la casa di proprietá, oppure il direttore della banca gli ride in faccia. L'asilo nido, nemmeno a pensarci: il bambino lo tiene la nonna.
E tutto questo vivendo nell'incubo dei contratti rinnovati ogni tre mesi, della ricattabilitá di un soggetto che non é protetto da nessuno, men che meno dai sindacati, dell'incertezza che ti viene dal non sapere cosa farai domani.E questo tizio, che non chiamo nemmeno per nome, si lamenta che "pagano sempre loro". Una classe di Privilegiati con la P maiuscola, che si lamenta se qualcuno osa mettere in discussione anche il minimo dei loro privilegi. Da buon italiano, ci fa sapere che i problemi sono "ben altri" e bisognerebbe cominciare ad esempio dai parlamentari.É vero, i parlamentari hanno stipendi astronomici, fra annessi e connessi guadagnano 25mila euro al mese. Che moltiplicato per 1000 parlamentari e per 14 mensilitá fanno 350 milioni di euri l'anno. Sono tanti, é vero. Vediamo ora quanti sono i dipendenti pubblici.
Secondo la rivista RIP (che non sta per Riposa In Pace ma per Rivista Impiego Pubblico) sono tre milioni duecento mila. A mille euro netti al mese di media, ovvero duemila lordi, fanno novanta miliardi di euri. Riducendo lo stipendio dei dipendenti pubblici dell'1% si risparimerebbero 900 milioni di euri, quasi tre volte di piú che azzerare lo stipendio di tutti i parlamentari. Non dico che sia giusto, ma é matematica. Quando si fanno i tagli in casa, non sono i dieci euri mensili delle caramelle che vengono tagliati, ma magari i 200 euri di telefonino, o i 300 di sky. Pi, magari, per equitá, si taglieranno anche le caramelle, ma prima vanno tagliate le spese significative.Per quello che fanno, gli statali come categoria guadagnano anche troppo. Licenziandone i 2/3, raddoppiando lo stipendio di quelli che restano ed imponendo loro di allinearsi a criteri di efficienza in linea con il privato, si arriverebbe forse ad avere un rapporto costo/beneficio vantaggioso per il datore di lavoro, cioé per noi.Attualmente, peró, i dipendenti pubblici come categoria sono una massa di parassiti, arroganti, incompetenti, privilegiati e sopravvalutati. Ogni volta che arriviamo allo sportello, magari dopo aver preso ferie, e ci troviamo il cartello "torno subito" perché l'impiegata é andata a fare la spesa; ogni volta che dobbiamo correre da uno sportello all'altro perché ognuno ci dá informazioni diverse sulla stessa pratica per incapacitá o menefreghismo; ogni volta che veniamo trattati con sufficienza o scortesia da un poliziotto o da un impiegato del catasto; ogni volta che aspettiamo tre ore una volante, o tre mesi una visita specialistica; ognuna di queste volte, dovremmo prenderci due minuti per scrivere a questo signore, che si lamenta del perché gli statali sono sempre i primi a pagare.
E se il congelamento dei suoi 1400 euri e di quelli di sua moglie le sembrano una cosa tanto drammatica, provi a licenziarsi e ad andare a lavorare come co.co.co. Sicuramente ce ne sono molti anche alle Finanze, dove lei é impiegato, che fanno se non il suo lavoro di sicuro quello di qualche suo/a collega che sta in malattia otto mesi l'anno, o in maternitá perpetua, o che passa le sue giornate bevendo il caffé e leggendo il giornale. Proponga loro di fare scambio: gli stipendi dei co.co.co non verranno congelati.

lunedì 10 maggio 2010

LucaLuca prepara lo sbarco

Ha accompagnato in hotel due turisti che non riuscivano a trovare un taxi. "E 'sticazzi?", potrebbe essere il sacrosanto commento. Ma quando chi fa ció é LucaLuca Cordero di Montezemolo, e per di piú guidando una Panda, la cosa diventa talmente importante da essere pubblicata dal Corriere.É evidente, per chi conosce LucaLuca (che da solo non si é mai nemmeno allacciato le scarpe), che questo slancio di generositá é a dir poco anomalo. E per lo meno sospetta é la presenza del cronista che ha immediatamente raccolto le impressioni a caldo del figlio di Agnelli... Ops, volevo dire, del presidente della Ferrari. "Cordero", in spagnolo e portoghese, vuol dire agnello, devo aver fatto confusione per questo..."Vede, mi dispiace sentir disprezzare l’Italia. Ma siamo sempre lì. Se ognuno di noi facesse la sua parte e tutti insieme facessimo squadra, questo Paese non avrebbe rivali al mondo", ci fa sapere LucaLuca (se il suo concetto di "squadra" assomiglia a quello che ha per la Ferrari, siamo messi meglio del .....).
Peró la gente ancora crede a questa favoletta, e l'idea di LucaLuca che guida il Paese verso sfolgoranti vittorie, come ha guidato la Ferrari in passato, é qualcosa che colpisce l'immaginazione.Peró occorre costruirsi un'immagine di presidente operaio, che abbiamo giá visto che funziona, un'immagine da "uno de noantri" che, per amore del suo paese, accompagna i poveri turisti americani in hotel, perché in tutta Roma non si trovava un taxi a pagarlo oro.Montezemolo ha un carisma enorme, una simpatia innata ed un modo di fare "alla mano", che sicuramente piacerebbe ad una fetta enorme dell'elettorato PDL e ad una non trascurabile dell'elettorato PD. Incarna l'uomo forte, con una storia di successo, che piace a quelli di destra, ma nello stesso tempo strizza l'occhio a sinistra comportandosi da "uomo del popolo". Sicuramente, molti di quelli che oggi votano Lega, alla prospettiva di avere fra tre anni un Maroni o un Calderoli come primo ministro preferiscono di gran lunga un Montezemolo. E con Montezemolo al governo, anche molti di quelli orientati a sinistra potrebbero tollerare un Nano Trombante al Quirinale, dove potrebbe godersi l'immunitá e raccontare le sue barzellette senza fare troppi danni. E l'elezione a presidente della Repubblica sarebbe l'apice del sogno di megalomania del Nano, il suo gioiello della corona.Ora aspettiamo solo la "discesa in campo" di LucaLuca. Che, secondo me, arriverá entro l'anno prossimo, preceduta da tante "chicche" come questa che lo inquadrano come una persona alla mano e che ama il suo paese alla follia.

giovedì 6 maggio 2010

Timeo danaos et dona ferentes

E così l'Europa tenterà di salvare la Grecia dalla bancarotta. Quella stessa Grecia che, come l'Italia, era entrata nell'Euro per il rotto della cuffia e che, alla fine, non ha retto il passo degli altri e si è trovata a navigare a vista in un oceano di guano.I greci, i fondatori della nostra civiltà... Ora, di fronte all'annuncio del loro governo di tagli drastici e riduzioni praticamente su tutto, scendono in piazza ed incendiano le banche, come se protestare potesse in qualche modo cambiare lo stato delle cose.Questa decisione, secondo me, è molto pericolosa. Se fra qualche mese anche l'Italia, o la Spagna, o l'Irlanda (per citare i paesi messi peggio) dichiarerà il default, cosa farà l'Europa? Ovviamente, dovrà intervenire, perchè è già intervenuta oggi per la Grecia. In sostanza, quello che i greci hanno fatto è stato costruire una casa abusiva, e l'Europa ha avallato il suo comportamento con un bel condono. Un domani, per quale motivo altri paesi non dovrebbero comportarsi allo stesso modo? Tanto, poi, l'Europa elargirà un bel prestito da restituire a babbo morto, e si ricomincerà a sputtanare tutto daccapo.L'Unione Europea è qualcosa di bellissimo: andare da Tarvisio a Villach ed andare da Parma a Reggio Emilia è uguale, si vedono solo i lati della strada le costruzioni abbandonate delle guardie di frontiera. Però l'UE è un'associazione che non ha nessun potere sui suoi membri. Se un domani la Grecia decidesse che, insomma, le misure prese per uscire dalla crisi sono troppo pesanti, e decidesse di ridurle o addirittura di cancellarle, se arrivasse al governo un Berluscopoulos che decide di cancellare tasse ed elargire pensioni e regali agli amici suoi, l'UE non potrebbe fare nulla.Avrebbe potuto lasciare la Grecia nella cacca: chi sbaglia paga. Però questo avrebbe probabilmente danneggiato l'Euro. E così si mette mano al portafogli per aiutare chi, per vari motivi, non si è comportato secondo le aspettative. Oggi è la Grecia, domani potrebbe essere l'Italia, dopodomani il Portogallo. E tanti saluti all'Euro.Se fossi un complottista, vedrei la lunga mano degli USA dietro queste manovre: se c'è qualcuno che non vuole un'Europa forte con un'economia solida sono proprio i nostri cari amici a stelle e strisce. Ma l'idiozia di un governo e di una classe dirigenziale e l'egoismo di un popolo, quello greco, molto simile a noi italiani (ricordate "Mediterraneo"? Italiani, greci: una faccia, una razza!) sono più che sufficienti a spiegare quello che è successo. Non bisognerebbe mai attribuire a complotti quello che si spiega benissimo con l'incompetenza, diceva Napoleone.E così stiamo qui alla finestra, a guardare il primo passo di quello che potrebbe essere il naufragio del sogno dell'Euro e, più avanti, del sogno dell'Europa unita. Ed i nostri giornali si occupano delle dimissioni di Scajola.

martedì 4 maggio 2010

La fiera delle ovvietá

Forse sono io che idealizzo troppo il lavoro del giornalista, o che non capisco appieno il delicato equilibrio che esiste fra la difesa della veritá e la difesa della pagnotta. Forse il problema é mio, che quando un giornalista scrive una sequela di ovvietá da tema delle superiori e le spaccia per articolo lo manderei a zappare.Peró quando leggo un giornale a tiratura nazionale che titola: "Il Papa a Torino: 'Vicino a disoccupati'. E si inginocchia davanti alla Sindone", il mio primo istinto é quello di scrivere al giornalista (che in questo caso, forse per pudore, non si firma) ed invitarlo a considerare una carriera nell'agricoltura.Secondo questo genio della letteratura, il papa cosa dovrebbe dire? Che sta dalla parte dei nostri imprenditori da commedia dell'arte, che buttano in mezzo alla strada la gente per salvare i loro SUV?

La chiesa, almeno a chiacchiere, si deve sempre schierare con i piú deboli. Salvo poi, con i fatti, supportare spesso e volentieri la classe dominante in cambio di soldi e favori, ma questo nelle prediche non si dice.E con la sindone cosa dovrebbe farci, il papa, se non inginocchiarcisi davanti? Per molti é solo un lenzuolo sporco, ma per altri, papa compreso, é l'immagine di Gesú. E quindi é giusto e doveroso per il papa renderle omaggio inginocchiandosi.La notizia sarebbe stata se il papa l'avesse fatta lavare... "Ecco, vedete quanti aloni di sporco, sono secoli che non lavano questo lenzuolo. Ora lo tagliamo in due e ne laviamo metá in acqua calda con un detersivo tradizionale e metá in acqua fredda con Vatixan, il campione contro le macchie...".

Questa sarebbe stata una notizia.Quali altre perle ci ha regalato il nostro Benny il Bimbominkia durante il suo intervento a Torino? Gli amministratori pubblici dovrebbero "rendere la città sempre più umana e vivibile", preti e suore dovrebbero "ri-centrare l'esistenza sull'essenziale del Vangelo", e per finire dovremmo tutti "amarci gli uni gli altri come Dio ci ama".Geniale, non c'é che dire. Monsieur La Palisse non avrebbe potuto fare di meglio. Meritava proprio un articolo.

Patetico

Chi non si ricorda la finale del mondiale USA nel 1994? Affrontavamo il Brasile e riuscimmo ad arrivare ai rigori. Il nostro uomo di punta, il migliore, il Codino D'Oro Roberto Baggio mandò il pallone di un chilometro sopra la traversa. Risultato: il Brasile vinse il suo quarto titolo e noi ripiegammo bandiere e striscioni e tornammo a casa con le pive nel sacco.Ora, a quasi vent'anni di distanza, Roberto Baggio ci svela il mistero: non fu lui ad essere una pippa e a sbagliare un rigore che un quindicenne della Primavera avrebbe segnato, fu il fantasma di Ayrton Senna a mandare il pallone in cielo e far così vincere il suo Brasile.Oltretutto, il buon Baggio ha molto riflettuto sulla cazzata fatta ed ha trovato conforto nella fede buddista, pensando che, siccome il Brasile ha molti più tifosi dell'Italia (visto che oltretutto alcuni italiani, vedi Renzo Bossi, non tifano Italia), il suo errore ha reso felice molta più gente. Ne ho sentite di scuse patetiche, ma poche raggiungevano questi livelli.Mi piacerebbe sapere cosa pensa la fede buddista di Baggio dei duecento milioni di persone, 150 brasiliani e 50 italiani, che quel giorno, chi gridando di gioia chi bestemmiando di rabbia, gli hanno dato del coglione...

lunedì 3 maggio 2010

Scienziati indiani

Immaginate di essere un medico. Immaginate che venga da voi uno sciroccato vecchietto di 82 anni che vi dice che non mangia e non beve da oltre 70 anni. Cosa fareste?Probabilmente, come prima cosa, vi assicurereste che il simpatico vecchietto venisse nutrito, se necessario forzatamente. Come seconda cosa, qualche esamino per appurare Altzheimer, demenza senile, problemi psichiatrici et similia.I medici indiani, invece, cosa fanno? Chiudono il vecchietto demente in una stanza di ospedale, si assicurano che non mangi e non beva nulla e lo studiano, pensando che il suo corpo possieda incredibili segreti.I due professoroni che seguono questo esperimento degno di Mengele, il Professor Anil Gupta e il Dottor Sudhir Shah, pensano che lo studio di quest'uomo eccezionale possa "aiutare a mettere a punto le nostre strategie in caso di calamità naturali, condizioni di eccezionale stress ed esplorazioni extra-terrestri".Dei grandi scienziati, non c'è che dire. Suggerirei anche di provare ad unirgli i pugni sul petto per vedere se si trasforma in Jeeg Robot D'Acciaio.

mercoledì 28 aprile 2010

Esame di italiano

I leghisti vogliono imporre un esame di italiano agli extracomunitari che intendono aprire un'attivitá in Italia.

Il leghista medio si esprime invece cosí: "Se ci infilavano un dito nel culo, non erano cosí incazzati, ostregheta!"". Il condizionale serve a raffreddare l'aria d'estate e il congiuntivo é una malattia che viene agli occhi.

A chi servirebbe l'esame di italiano?

venerdì 23 aprile 2010

.:.*.:.*.PREGHIERA PER NOSTRA MADRE TERRA.*.:.*.:.

Meravigliosa Madre Terra mia,
primo respiro caldo di accoglienza,
io Ti ringrazio per ogni frutto generoso che insieme a Padre Sole per noi Tu partorisci.
Per l'aria pura e profumata che respiro,
per l'acqua che bevo e benedice il mondo,
per il calore del fuoco che scalda e purifica i pensieri,
e per il passo che sempre ci concedi benevolmente sul sacro suolo Tuo.
Prego l'Immensa Comprensione di perdonare noi figli inconsapevoli di tanta grazia,
per tutte le sofferenze che sempre ti infliggiamo.
Che la luce scenda sul mondo per il risveglio di tutte le coscienze!

giovedì 22 aprile 2010

L'Arte di Arrampicarsi sugli Specchi


Il nostro amato sovrano Silvio I, durante i funerali di Raimondo Vianello, ha ricevuto la Comunione dal celebrante, creando un qualche imbarazzo fra gli accoliti di Benny il Bimbominkia. Berlusconi, infatti, sposatosi in chiesa con la prima moglie, ha poi divorziato e si é risposato, diventando cosí un "pubblico concubino" e, come tale, indegno di ricevere la Comunione in quanto peccatore impenitente.Certo, posso capire il prete che alla distribuzione delle ostie ha visto arrivare Sua Altezza: che doveva dire? No, a te no? Quello che capisco un po' meno é la giustificazione assurda data da mons. Fisichella a quel gesto. Scandalo? Quale scandalo? Berlusconi non vive piú nel peccato da quando ha divorziato dalla seconda moglie, pertanto puó accedere alla Comunione come tutti i bravi cristiani.Capito come funziona nella Chiesa cattolica? Se sei gay bruci all'inferno, se ti fai le pippe bruci all'inferno (e diventi anche cieco), se usi il preservativo bruci all'inferno. Ma se trombi zoccole e minorenni sei un bravo cristiano: basta che elargisci qualche miliardo di euri a Santa Madre Chiesa.É esattamente lo stesso mercato di settecento anni fa, quando se costruivi una cappella guadagnavi l'indulgenza. Quando le nomine a cardinale si compravano, e il Papa si vedeva piú spesso guidare i suoi eserciti che pascere le sue pecore, come Gesú aveva comandato a Pietro. Ed é la stessa ipocrisia che viene riservata agli ipocriti leccaculo come Casini, che pretendono di pontificare sulla famiglia degli altri, ma nessuno puó toccare la loro. Anzi, LE loro.Non avrebbero fatto piú bella figura, tutti, ad ammettere lo sbaglio? Il Silvio a chiedere la comunione, e il prete a dargliela? Ed invece no: si inventano giustificazioni assurde, visto anche il personaggio, per non ammettere di avere sbagliato. Certo, il giochino é pericoloso: se la Chiesa ammette di aver dato la comunione al Silvio per errore, e lui non si affretta a cospargersi il capo di cenere per averla chiesta, si potrebbe configurare un caso di profanazione dell'Ostia Consacrata. Il che significherebbe una scomunica automatica ed immediata ("latae sentetiae et ipso facto", in latino) per il paladino del Family Day e dei crocefissi.Ovviamente, i bacherozzi dovevano in qualche modo ricambiare il favore ad un Re Silvio che definiva la risposta del Papa al caso pedofilia (cioé nessuna risposta) come efficace e di grande carisma...L'ennesima gaffe di Berlusconi mi lascia, come sempre, perplesso. Ci fa o ci é? É un imbecille incapace di valutare le reazioni ai suoi comportamenti, un idiota che non capisce che non sta piú strimpellando un pianoforte sulle navi da crociera? Oppure é davvero uno squilibrato affetto da manie di grandezza, e pensa che le regole che valgono per gli altri per lui non valgano?In entrambi i casi non é la persona che io vorrei vedere alla guida del mio paese.

martedì 20 aprile 2010

Grande concorso

Zampettando qua e là nella Rete, mi sono imbattuta in un banner che mette dolorosamente in evidenza la realtà lavorativa in Italia, oggi. Il banner è questo:

e all'inizio non ci credevo. Manda la video presentazione ed aggiudicati fino ad un anno di lavoro?!?!? Ma siamo scherzando??L'annuncio è lo specchio del concetto italiano di lavoro: è un premio da vincere, qualcosa che ti "aggiudichi", un regalo generoso che viene fatto solo ai più fortunati. Ed il premio è addirittura "fino ad 1 anno di lavoro!", che in tempi di contratti co.co.co rinnovati ogni 2 mesi viene venduto come un grandissimo premio.Una volta si partecipava ad un concorso a premi per vincere la possibilità di smettere per sempre di lavorare. Il famoso tredici al totocalcio, la lotteria di capodanno, il superenalotto, erano i mezzi per coltivare il sogno di una vita senza più preoccupazioni, fra viaggi e crociere, dove la massima preoccupazione sarebbe stata quella di scegliere il ristorante per la cena. Oggi invece il grande premio è "fino ad un anno di lavoro".E per vincerlo, ovviamente, bisogna fare un video. Che è più che adeguato nell'epoca del Silvione e della videocrazia (per inciso, "Videocracy" non mi ha affatto impressionato e penso che sia stato montato molto oltre il suo vero valore. Oltretutto, si vede Corona con l'uccello di fuori, il che può dare adito a paragoni imbarazzanti...).

venerdì 16 aprile 2010

Un uomo, un mito

"Il tuo papà non paga la retta della mensa, quindi tu non puoi mangiare con tutti gli altri": questo è il messaggio di integrazione, solidarietà e tolleranza che il sindaco di Adro (BS), ovviamente leghista, ha mandato a 40 bambini della scuola comunale, tutti o quasi (inutile dirlo) di famiglie extracomunitarie. Mi ha fatto venire in mente mio padre, quando raccontava che la "padrona" della villa in cui mio nonno faceva il giardiniere redarguiva i suoi pargoli: "Non ci giocate con quelli lì, che sono poveri".Poi, un anonimo ha pagato di tasca sua gli arretrati per la mensa di queste famiglie. Non solo, in un'epoca in cui le persone si fanno fare di tutto per andare due minuti in TV, lui ha rifiutato inviti ed interviste, "perchè quello che penso su questo argomento è tutto scritto nel documento e credo che ci si debba occupare delle idee prima che delle persone. Se interessa il tema della solidarietà rivolgetevi a tutti quelli che danno gratuitamente una cosa più importante dei soldi che è il loro tempo. E sono tanti e in silenzio".La lettera che ha lasciato insieme all'assegno è da ovazione a scena aperta, non da 92 ma da 920 minuti di applausi. Leggetela, ne vale la pena. Sono le persone come lui che, malgrado tutto, mi fanno essere ancora orgogliosa di essere italiana. Lui è un italiano vero, generoso senza voler apparire (come quel Vangelo dei preti che difendono il crocefisso nelle scuole ma non i bambini che in quelle scuole studiano), orgoglioso delle sue radici ma aperto al dialogo con il mondo.E' bellissimo il paragone che questo anonimo fa con "L'albero degli zoccoli": i leghisti si commuovono fino alle lacrime per i soprusi subiti dal povero contadino bergamasco, e non vedono il parallelismo chiaro, chiarissimo, con la situazione di oggi: sono loro i padroni che non vogliono rinunciare all'albero, ed il posto del mezzadro bergamasco è stato preso da un muratore albanese, o da un raccoglitore di pomodori del Senegal, o da una badante bielorussa.Sicuramente fra quei 40 papà che non pagano la retta ce ne saranno alcuni che, in barba ai divieti di Allah, usano quei soldi per ubriacarsi. O altri che non rinunciano al telefonino, o alla macchina da tamarri, o alla parabola satellitare(1). Però alcune sono sicuramente famiglie che non possono pagare. E che non vorrebbero, se non costrette a farlo, che i loro bambini si portassero il pranzo da casa, nella "pietanziera", come i figli dei poveri, isolandosi così ancora di più dagli "altri", dai "padani", da quelli "che possono".Chi lo sa, forse, come suggerisce l'anonimo, il sindaco che ha promosso la splendida iniziativa di far vergognare 40 bambini e le loro famiglie, fra 30 anni sarà in una casa di riposo, accudito da uno di quei bambini che è diventato infermiere o medico, mentre suo figlio è impegnato a fare il 35mo provino per entrare al Grande Fratello...

domenica 11 aprile 2010

Pagliuzze e travi

Qualche giorno fa ho letto sulla Repubblica dell'intervento di Joaquin Navarro-Valls, membro dell'Opus Dei ed ex-addetto stampa del Vaticano ai tempi di Woitila, poi trombato da Benny il Bimbominkia e sostituito con un gesuita.

Dimenticandosi della famosa parabola della pagliuzza e della trave, il buon Joaquin ci fa presente che "dobbiamo evitare di sporcarci la coscienza, guardando esclusivamente a dove il fenomeno si produce con gravità morale magari anche maggiore, ma in misura certamente minore". Ovvero, i bambini vengono molestati da tempo immemorabile da genitori, nonni, zii, parenti, ascendenti, discendenti e collaterali: perché dobbiamo prendercela proprio con i poveri preti?

La tattica del buon Joaquin é chiara: buttando in faccia al lettore numeri e statistiche, lo distrae dal vero nocciolo della faccenda. "E' certificato (certificato da chi?!?) che 1 ragazza su 3 ha subito abusi sessuali, e che 1 ragazzo su 5 è stato oggetto di atti di violenza". E non possono mica essere stati tutti preti, no? Quindi "è meglio smettere di parlare di pedofilia e cominciare a discutere della furibonda fobia scatenata contro la Chiesa cattolica".

Bisogna dire che Joaquin ha sicuramente il senso delle prioritá. Cosa sono pochi ragazzini molestati di fronte al grande dramma della persecuzione scatenata contro la Chiesa? Cos'é l'innocenza rubata a qualche ragazzino di fronte a questa caccia alle streghe perpetrata contro il povero Benny il Bimbominkia e la sua cricca? In definitiva, i sacerdoti sono pochi, quelli pedofili ancora meno, ed il contributo dato alla pedofilia dagli appartenenti al clero é "un fenomeno statisticamente minimo".

Quello che Joaquin si é dimenticato di citare é il fatto che il punto non é il crimine commesso dal singolo sacerdote, ma la connivenza delle gerarchie della Chiesa nel coprire questo crimine. Il prete che, scoperto a molestare bambini, non solo non viene denunciato alle autoritá civili ma viene semplicemente spostato di parrocchia, permettendogli di continuare indisturbato con vittime fresche: é questa la vera porcata. Il vescovo che, venuto a sapere di una cosa del genere, non prende in mano il telefono per chiamare la polizia, ma tenta di coprire il tutto per il buon nome della Chiesa é complice di questo crimine.

Gesú, caro Joaquin, ci invitava a non guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino ma a preoccuparci della trave che é nel nostro, di occhio. Tu invece, molto cristianamente, inviti a fare il contrario: "Evitiamo, innanzi tutto, l'insincerità: ossia di concentrarci sul limitato numero di casi di pedofilia accertati nella Chiesa cattolica, non aprendo invece gli occhi davanti al dramma di un'infanzia violata e abusata molto spesso e dappertutto". Quindi, secondo te, siccome anche tanti altri abusano dei bambini, i preti sarebbero "meno colpevoli"? O anche tu, come molti in Italia, pensi sempre che siano "ben altri" i problemi e che prima di venire a ravanare nel mio orto bisognerebbe risolvere quelli?

Il cilicio, Joaquin, va messo sulla coscia, non intorno al collo. Se no poi non ti arriva abbastanza sangue al cervello e scrivi queste cagate...

martedì 6 aprile 2010

A proposito di AMORE POLITICA E DEMOCRAZIA



L’ apostolo dell’amore
Non ho piani
Né appuntamenti
Né puntelli con qualcuno
Così esploro tranquillo Cuori e Città
Geograficamente vengo e risalgo a quel gruppo chiamato Olandese della Pennsylvania
Ma in realtà sono un cittadinodel mondo che odia il comunismo e tollera la democrazia
che Platone chiamò 2000 anni fa,
Il malgoverno migliore.
Non faccio che esplorare cuori e cittàDalla vedettaDella mia torre d’avorio innalzata,Innalzata con l’aiuto dell’Oppio
Basta, non vi pare?

giovedì 1 aprile 2010

AUGURI DI BUONA PASQUA



“Sia la strada al tuo fianco,il vento sempre alle tue spalle,che il sole splenda caldo sul tuo viso,e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,finché non ci incontreremo di nuovo,possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano."
(Scritta da San Patrizio)

giovedì 25 marzo 2010

Siamo un popolo di gonzi

L'impresentabile Calderoli mette su un circo per lodare le sue doti di semplificatore e si guadagna foto a profusione. (Per inciso, trovo che le immagini siano un mix inquietante di leghismo ruspante e Fahreneit 451, ma forse è un mio problema).

Nel frattempo, nel silenzio pressoché assoluto, entra in vigore un'imposta esosa sui dispositivi di archiviazione (DVD, dischi rigidi, etc.) basata sul principio di presunta colpevolezza, legge promossa dallo stesso governo (di cui fa parte l'impresentabile) che ha tutt'ora un seguito quando racconta la favola del ridurre le tasse e dell'affrancare i cittadini dai lacciuoli della burocrazia.

mercoledì 24 marzo 2010

Azione e attività

Azione e attività non sono la stessa cosa; anzi sono una l'opposto dell'altra. Azione è fare quello che la situazione richiede: è una risposta.

Nell'attività invece la situazione non importa; l'attività non è una risposta, è frutto di irrequietezza interna, e la situazione è solo un pretesto. L'azione è creativa, l'attività è distruttiva.

Cerca di cogliere la distinzione. L'attività è il riflesso della tua natura ossessiva, sei incapace di restare in silenzio, di restare senza far niente. L'attività è azione irrilevante. Osserva te stesso, il novanta per cento della tua energia va sprecata in attività. E perciò, quando viene il momento dell'azione non hai sufficiente energia.

Una persona rilassata non è ossessiva e in lei l'energia si accumula e quando viene il momento dell'azione tutto il suo essere si riversa nell'azione. Perciò l'azione è totale.

Puoi cambiare attività, ma se la tua attività non si trasforma in azione, non serve.

Sii consapevole, cogli la differenza fra azione e attità, e quando il bisogno di attività ti prende, allora diventa più consapevole, non puoi far altro che questo.

Quando una persona comprende realmente, le cose cadono da sè. Allora non è più possibile assumersi il merito di essersene disfatti e l'ego non ne esce rafforzato. Allora diventa sempre più possibile l'azione.

martedì 23 marzo 2010

lunedì 22 marzo 2010

domenica 21 marzo 2010

POESIA


Nella generosità e nell'aiuto degli altri sii come un fiume.

Nella compassione e nella grazia sii come il sole.

Nel nascondere le mancanze altrui sii come la notte.

Nell'ira e nella furia sii come la morte.

Nella modestia e nell'umiltà sii come la terra.

Nella tolleranza sii come il mare.

Esisti come sei oppure sii come appari.

a

[Rumi, "Mathnawi"]

domenica 14 marzo 2010

Giorno del Pi Greco nasceva Einstein Il 14 marzo,

La magia dei numeri

Oggi 14 marzo e’ il Giorno del Pi Greco e per l’occorrenza in molti dipartimenti di matematica nel mondo si organizzano feste.

Il motivo perche’ il 14 marzo e’ il “Pi Greco Day” è semplice, la forma numerica per scrivere questa data in inglese è 3.14, gli anglosassoni scrivono la data premettendo il mese al giorno. A lanciare l’idea del Pi Day è stato l’Exploratorium di San Francisco il Museo della Scienza che il 14 marzo celebra il numero più famoso con una serie di giochi, musiche e filmati.

Il 14 marzo, ovvero il giorno del Pi Greco è anche il giorno in cui è nato il grande nobel per la fisica Albert Einstein. Il genio della teoria della relatività che con il suo contributo ha trasformato l’approccio e il modello di studio del mondo fisico, era nato a Ulma proprio il 14 marzo 1879. In occasione dell’anniversario della sua nascita – segnalato peraltro anche da qualche lettore di questo blog - proviamo a pensare che in mezzo alle formule presenti nel logotipo di Google dedicato al Pi Greco, si trovi anche quella della relatività: e=mc^2. Einstein è morto a Princeton il 18 aprile 1955.

lunedì 1 marzo 2010

Aspetto in classe il mio alunno rom

Aspetto in classe il mio alunno rom
di Silvia Borsani
in “Corriere della Sera” (edizione diMilano) del 25 febbraio 2010
«Sono un'insegnante elementare, lavoro nel quartiere Bovisa. Quartiere vivace e multietnico. La
mia classe, una prima, ne rispecchia le caratteristiche. A gennaio si è aggiunto a noi un nuovo
bambino: Romeo.
È un bambino rom, nei suoi sei anni di vita ha vissuto varie volte l'esperienza dello sgombero. È
arrivato nella nostra scuola dopo essere stato allontanato dal campo di via Rubattino e aver
interrotto la sua frequenza scolastica alle elementari di via Feltre. Avvisata del suo arrivo ho
contattato la sua maestra, che conosco personalmente per aver lavorato tre anni in quella scuola. Ho
recuperato i suoi libri e i suoi quaderni e glieli ho fatti trovare sul banco quando è arrivato nella sua
nuova classe, in via Guicciardi. Per due settimane ha frequentato la scuola, arrivando sempre
puntuale e motivato. In pochi giorni ha conquistato tutti noi con la sua allegria e il suo affetto, anche
la famiglia è sempre stata disponibile e rispettosa.
Un giovedì mattina, appena entrata in aula, sono stata letteralmente trascinata in corridoio da
Romeo che, parecchio preoccupato, continuava a ripetermi "polizia, sgombero". Speravo che si
trattasse di un fraintendimento e invece era tutto vero: il lunedì successivo lui, un'altra bambina che
frequentava la quarta e le loro famiglie sono stati sgomberati dal capannone in cui vivevano. Per
qualche notte sono stati ospitati in un centro di accoglienza. Finché ieri mattina sono stati
sgomberati anche dal posto in cui avevano trovato successivamente un riparo, in fondo a via
Bovisasca».
«Non ho parole. Non posso continuare a sentir parlare di "emergenza Rom" se non pensando che
l'emergenza è il degrado in cui costringiamo a vivere queste famiglie. Per me la vera emergenza ha
il volto di un bambino di sei anni che, lo dico perché lo so, non vede l'ora di tornare a scuola e non
può farlo. È facile continuare a vendere la storiella dei rom che non rispettano le regole e non
vogliono integrarsi, limitandosi a ragionare per stereotipi. Nemmeno io mi sento immune dai
pregiudizi, ma posso semplicemente raccontare quello che ho visto: una famiglia continuamente
cacciata nonostante la sua evidente volontà di iniziare un percorso nuovo, un bambino a cui sono
negati dei diritti fondamentali (la casa, l'istruzione), un percorso scolastico e affettivo
continuamente interrotto. E dietro la storia di una singola famiglia intravedo quella di troppe altre,
colpite da un accanimento che odora di persecuzione. La roboante retorica securitaria potrà
nascondere ancora a lungo il totale fallimento di queste scelte politiche nonché l'immane spreco di
denaro pubblico che ne deriva? Possibile che le cifre spese per sgomberare in continuazione le
solite famiglie non possano essere meglio investite in progetti seri di integrazione? Possibile che la
volontà di una famiglia di mandare il proprio figlio a scuola sia un dato da non prendere
minimamente in considerazione.
Romeo, quaderni e pennarelli sono sotto il tuo banco e la foto del tuo primo giorno nella nuova
scuola è ancora sulla porta dell'aula. Ti aspettiamo, torna presto a imparare, giocare, fare amicizia
con i tuoi compagni. A sei anni ci sono parole più belle da ripetere di "sgombero"».