venerdì 9 dicembre 2011

DAL "SOL INVICTUS" AL NATALE DI GESU'


Il 25 dicembre, questa ricorrenza della Natività è una data simbolica che si collega al solstizio d’inverno e a una festa pagana romana introdotta dall’imperatore Aureliano nel 274 d. C.

Cesare si era portato dietro dall’Egitto i sacerdoti del culto di Helios a Roma adottando l’anno solare degli Egizi per abbandonare l’anno lunare di Numa.

Il Sole, da una concezione risalente alle età preistoriche, il 25 Dicembre (più esattamente, dal 22 al 24 di dicembre), si ferma in cielo, è il Solstitium cioè il Solstizio, che significa sole fermo. In astronomia sono quei due giorni dove il sole si ferma per invertire il suo moto nel senso della DECLINAZIONE, e cioè il punto dove raggiunge il massimo declino dal piano equatoriale, i raggi sono bassi e alla massima distanza dalla terra.

Il 23 dicembre, il sole, (dopo essere apparso nei giorni precedenti nel punto di massimo declino in inverno) apparentemente sembra restare fermo per tutto l’intero giorno in quel punto del cielo in cui si trova, il 24 riprende il suo cammino verso l’alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d’estate dove si verifica il fenomeno inverso, il sole è alto a minima distanza dalla terra.

In Egitto nell’antico Regno dicevano: il sole “ è fermo “ ma questo accade perché l’Egitto si trova molto più vicino alla linea dell’equatore che noi, il fenomeno si verifica con un giorno di anticipo e dura molto più a lungo che in zone più a nord.

E’ stato detto che, il sole dell’inverno, giunto nella sua fase più debole come luce e calore, non sprofondava nelle tenebre per la sua vitalità “invincibile” (Invictus) sulle tenebre, “rinasceva” cioè aveva un nuovo “ natale” . Quel giorno era festeggiato come il Natale del Sole Invictus.

Fu nell’anno 330 per volontà dell’imperatore Costantino che per la prima volta il 25 dicembre fu festeggiato su tutto l’impero come il Natale Cristiano al posto del “Natale Invitto”

venerdì 14 ottobre 2011

AMO ET ODIO

AMO: i miei amici di sempre, gli unici che sanno forse davvero chi sono e mi amano x questo; scoppiare a ridere, con quella risata grossa con le lacrime che ti toglie il respiro; leggere quei libri con storie che senti così tue da immaginare ogni minimo dettaglio tra le righe; sentire la musica al buio e dondolarmi tra i cuscini; dormire e svegliarmi bene la mattina; qualsiasi tipo di biscotto; la cioccolata bianca;le patatine fritte ma senza ketchup o maionese; la birra chiara ghiacciata; le passeggiate per il centro di roma la domenica mattina presto, quando tutti dormono ancora; perdermi x ore in una libreria dalla ricerca del libro del momento; andare al cinema e sedermi in penultima fila; ballare ma senza coreografie; lo yoga quando riesco a concentrarmi; il sorriso di un anziano quando ti racconta della sua giovinezza; gli abbracci e i baci quando meno te lo aspetti; la pizza margherita e marinara; le buschette semplici con il pane casereccio; villa pamphili; i capelli biondi e lisci; le caramelle di ogni gusto; gli anelli d'argento; i viaggi x le capitali del mondo.------------------
ODIO: la violenza e la guerra senza quartiere, le persone egocentriche e megalomani; la finta schiettezza che ferisce; il fascismo in tutte le sue manifestazioni e chi lo segue senza conoscere; il mal di testa; quando ingrasso; i film alla vanzina e le americanate miliardarie; gli uomini con le scarpe brutte; le unghie smozzicate; ogni tipo di insetto; gli sport addicted; i finti mens sana in corpore sano; i pedofili e i maniaci; il mondo di oggi quando va troppo veloce e sembra che ti schiacci.

lunedì 15 agosto 2011

Feriae Augusti

Ferragosto, dal latino Feriae Augusti (vacanze di Augusto) è una festa antichissima. Com'è il caso di molte altre feste divenute in seguito cristiane, Ferragosto ha origini pagane.

Nel 18 a.C. l'imperatore romano Ottaviano, proclamato Augusto (ossia venerabile e sacro) dal senato romano, dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti, una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità. La festa si celebrava nel tempio dedicato alla dea sull'Aventino ed era una delle poche occasioni in cui i romani di ogni classe e censo, padroni e schiavi, si mescolavano liberamente.

Oltre che a Diana, le Feriae Augusti erano un'occasione per celebrare Vertumno, dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti; Conso, dio dei campi e Opi dea della fertilità, la cui festa, Opiconsiva, cadeva il 25 del mese. In breve, le Feriae erano una celebrazione della fertilità e della maternità; come molte altre feste romane erano di derivazione orientale e in particolare riecheggiavano quelle in onore di Atagartis, dea madre assira patrona della fertilità e del lavoro dei campi.

Con l'avvento del cristianesimo la gente attribuì queste medesime prerogative alla Vergine Maria, la cui solennità cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana. È importante notare, però, che si trattava solo di una celebrazione di Maria Vergine; il dogma moderno secondo cui la Vergine sarebbe stata assunta in cielo a Ferragosto non si diffuse che nel diciottesimo secolo e fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo nel 1950.

mercoledì 10 agosto 2011

MENU PER OGNI MATTINA DELLA SETTIMANA


Prendete due decilitri di pazienza,
una tazza di bontà,
quattro cucchiai di buona volontà,
e un pizzico di speranza e una dose di buona fede.

Aggiungete due manciate di tolleranza,
un pacco di prudenza,
qualche filo di simpatia,
una manciata di quella piccola pianta rara,
che si chiama umiltà,
e una grande quantità di buon umore.

Condite il tutto con molto buon senso,
lasciate cuocere a fuoco lento,
ed avrete una buona giornata.

mercoledì 27 luglio 2011

PAM BROWN

Ti auguro la gioia di avere sempre qualcuno
con cui dividere ogni cosa...

Ti auguro di avere dei bei ricordi
cui ritornare col pensiero nei brutti momenti...

Ti auguro una tra le migliori piccole gioie quotidiane:
aprire un libro che ricordi bene,
lasciarne le pagine,
leggere le prime parole famigliari

Ti auguro la primavera e la meraviglia di
constatare che è sempre migliore di quanto
avevi osato sperare.

Ti auguro la felicità di un regalo da un bambino:
- un mazzo di denti di leone appassiti,
- una caramella succhiata a metà
- una rana
- un bacio

Ti auguro che tu possa, anche se solo una volta nella vita,
vedere qualcosa di infinitamente raro, strano e bello.

Ti auguro la malinconia di un giardino in inverno e,
dopo mesi d’attesa, i piccoli, verdi vegetali della primavera.

Ti auguro di rimanere affascinato dall’infinita
varietà della vita animale
Ti auguro la fiducia di una creatura selvatica,
conquistata con pazienza e amore.

Ti auguro che tu possa non dover comprare
l’amore al prezzo dell’umiliazione.

Ti auguro che tu possa sempre trovare le
parole giuste per mantenere al loro posto
gli spacconi e avere abbastanza forza
nelle ginocchia per camminare con dignità.

Ti auguro che tu possa avere un cuore pieno d’amore
e giudizi accorti.

Ti auguro la gioia di essere desiderato,
e di trovare il regalo perfetto,
sentire il profumo della terra, dal prato aperto.

Ti auguro lettere:
con una calligrafia che riconosci immediatamente,
con una calligrafia che non vedevi da anni.

Ti auguro lettere piene di elogi, piene di incoraggiamenti:
lettere di gratitudine e di amore.
Ti auguro lettere sciupate,
macchiate di inchiostro, scritte tutte storte
coperte di baci.

Ti auguro la felicità di dimenticare il passato
e di trovare nuovi inizi.

Ti auguro la felicità delle idee,
l’eccitamento della ragione,
il trionfo della conoscenza,
lo schiarirsi della vista, l’acuirsi dell’udito,
il protendersi verso nuove scoperte,
il trarre piacere dal passato così come dal presente.
Ti auguro la gioia della creatività.

Ti auguro felicità... ma non la felicità che si ottiene chiudendo fuori il mondo.
Nemmeno quella di rinnegare il tuo sogno per amor di agiatezza.
Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi.
Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di dare, di correre il rischio d’amare.
Tratta la felicità con gentilezza: è un prestito

Pam Brown

venerdì 15 luglio 2011

Vade retro, Satana!

L'ultima scoperta del Vaticano su Satana: il Maligno sviluppa le sue trame e minaccia noi poveri esseri umani non piú attraverso le streghe, che erano cosí comode da bruciare, ma nientemeno che attraverso i social network.

Sentite un inquietante odore di zolfo mentre pistolate su Facebook? Fate attenzione! Non é la scoreggia che avete appena mollato, é il Diavolo!!

"Fino a non molto tempo fa l'evocazione del diavolo era un fenomeno di nicchia. Con l'avvento di Internet e soprattutto dei social network, il fenomeno è diventato di piazza e ormai il diavolo viene evocato anche attraverso il web", ci spiega il Nonno Nanni, luminare di scienza teologica laureatosi con una tesi dal titolo "Il dito di Dio e il potere di Satana. L’esorcismo".

Il Vaticano, impaziente di spendere i soldi del vostro 8 per 1000, é subito corso ai ripari ed ha istituito corsi appositi, organizzati in varie parti d'Italia e a Roma all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Qui, i sacerdoti esorcisti impareranno a combattere il Demonio che si manifesta subdolamente attraverso questi nuovi mezzi. Al termine del corso, i coraggiosi chierici riceveranno la pergamena dei cyberesorcisti, un pugnale magico +3 in attacco e 2400 punti esperienza.

Per coloro i quali non possono avvalersi dei preziosi servigi dei sacerdoti cyberesorcisti, consiglio vivamente di munirsi del "kit di protezione dal Maligno via Internet", costituito da:
- Il wallpaper de "Il dito di Dio", direttamente dalla tesi del Nonno Nanni
- L'esclusivo mouse a forma di croce
- Il mousepad di Padre Pio, disponibile in diversi fantastici modelli
- Le boccette di acqua santa, pratiche e decorative, da spruzzare sul monitor ad ogni sospetta azione del Maligno
- Il sobrio crocefisso tempestato di vubini buvman sangue di piccione, da portare sempre al collo quando si naviga in Internet

Potete ordinare il vostro "kit di protezione dal Maligno via Internet" alla modica cifra di 99.99 euri, piú un piccolo contributo per le spese di spedizione. Telefonate, ed un nostro incaricato vi illustrerá le eccezionali condizioni a Voi riservate per questa imperdibile offerta.

Ed in piú, alle prime 100 telefonate, in esclusiva il cappello autografato dello Chef Tony ed un set di coltelli "Miracle Blade III Serie Perfetta" che, come dice il nome stesso, sono molto temuti dal Maligno.

mercoledì 13 luglio 2011

Riunioni

Ci sono due generi di riunioni.In uno, gli strumenti principali sono fogli di carta bianchi e penne o pennarelli. Tutti partecipano, discutono, qualcuno dice anche cazzate, ma alla fine si esce con un singolo foglio di carta con scritto cosa si fa, come lo si fa e chi deve farlo.

Nell'altro gli strumenti principali sono il power point ed il blackberry. Nel senso che uno dice cazzate seguendo un power point e gli altri invece di ascoltarlo giocano con il blackberry. Alla fine si esce con una copia cartacea di cento pagine del power point che non si é guardato, per "rivederla piú tardi", e che invece viene messa capovolta sulla scrivania ed usata per scriverci dietro. In genere tutti i partecipanti hanno scritto "manager" sul biglietto da visita......

sabato 11 giugno 2011

Rallenta il ritmo della mia vita, Signore (Preghiera Sioux)

Calma il battito del mio cuore, acquietando la mia mente.

Rallenta il mio passo frettoloso con una visione delle eterne distese del Tempo.
Dammi, in mezzo alla confusione, la calma stabilità delle montagne millenarie.
Spezza la tensione dei miei nervi e dei miei muscoli con la serena musica del canto dei ruscelli, vivente nella mia memoria.
Aiutami a conoscere il magico potere ristoratore del sonno.
Insegnami l'arte di prendermi brevi momenti di sosta, di rallentare il mio ritmo per osservare un fiore, per fare due chiacchiere con un amico, carezzare un cane, leggere qualche riga di un buon libro.
Ricordami ogni giorno la favola della lepre e della tartaruga, sì che io possa imparare che nella corsa non sempre vince chi va più veloce , e che nella vita si può fare qualcosa di meglio che aumentare la propria velocità.
Fa che io levi lo sguardo alla quercia torreggiante, e sappia che essa è divenuta grande e forte perché è cresciuta lentamente e bene.
Rallenta il ritmo della mia vita, Signore, e ispirami ad affondare le mie radici nel suolo dei valori durevoli affinché io possa innalzarmi verso le stelle del mio più grande destino.

mercoledì 1 giugno 2011

LA FESTA E' FINITA




E adesso, José?




La festa é finita,




La luce si é spenta,




La gente é sparita,




La notte é gelata,




E adesso, José?




E adesso, che fai?








giovedì 21 aprile 2011

PASQUA 2011




Pace, ti distendi sul mondo
Alba di ogni speranza.
Silente ti insinui nei cuori
Quasi a cercar rifugio certo.
Unica essenza di un soffio celeste
Abiti fra le anime qui erranti.








mercoledì 13 aprile 2011

Tutta colpa dei finocchi

Lo sapete perché c'é stato il terremoto in Giappone? Beh, molto semplice: é stata una punizione divina. Esatto, proprio come il Diluvio Universale, o la distruzione di Sodoma e Gomorra, o le sette piaghe d'Egitto. Cosa abbiano fatto i poveri giapponesi per meritare tale punizione, non é dato sapere. Forse si sono fatti troppe pippe guardando le mutandine delle liceali in minigonna? Forse mangiano il pesce crudo, che sicuramente sará proibito da un qualche precetto della Bibbia? O forse perché credono ancora che il loro imperatore sia un dio? Non lo sappiamo, ma sicuramente Dio lo sa, e quindi li ha prima mazzuolati col terremoto, poi affogati con lo tsunami e adesso li sta friggendo con le radiazioni che, udite udite, hanno raggiunto e forse superato i livelli di Chernobil. Sappiamo invece, finalmente, con assoluta certezza, perché é caduto l'impero romano> perché i romani erano tutti culattoni, mentre i feroci barbari provenienti dal nord, che i finocchi li impalavano dopo averli spellati e cosparsi di sale, sono stati lo strumento che Dio ha usato per punire gli arroganti romani che praticavano pubblicamente la sodomia. Quindi, la caduta di un impero, il crollo di una civiltá che ha fatto dell'occidente quello che é oggi, mille anni di medioevo, tutto per colpa dei finocchi.E chi ci dice tutto ció? No, non é un parroco di campagna che ha esagerato col vino della messa, é nientemeno che il dottor Roberto De Mattei, vice presidente del CNR, ovvero il Consiglio Nazionale delle Ricerche.Questo, come mille altri esempi, sono un indice chiaro e lampante del fatto che l'Italia altro non é che una succursale del Vaticano. Da qualunque altra parte, a un deficiente che sostiene tesi simili avrebbero strappato non solo la laurea, ma anche la licenza elementare. Noi invece lo facciamo vice presidente del principale ente di ricerca del Paese. Cosí vediamo i nostri soldi spesi, ad esempio, in conferenze contro l'evoluzionismo. Se i soldi della ricerca vanno a finanziare gli studi di un simile imbecille, preferisco devolverli alla squadra della Primavera del Campremoldo di Sotto: sicuramente saranno soldi meglio spesi...

giovedì 7 aprile 2011

PREGHIERA

"Maestro, cosa è preghiera?"

"Il sentimento nel corpo, è preghiera"....

lunedì 4 aprile 2011

TROIA

L'articolo,apparso nella rubrica "The Roving Eye" dell'Asian Times, fa un divertente parallelo fra la situazione in Libia e la guerra di Troia, affidando un ruolo ad ognuno dei protagonisti. Gheddafi dovrebbe essere Priamo, ma di Priamo non ha nè la lungimiranza nè l'abilità di statista. Suo figlio Saif dovrebbe impersonare Paride, che invece di affascinare Elena tenta di affascinare l'occidente mostrandosi come una possibile alternativa al padre. L'autore, poi, compie un errore non certo piccolo, affibbiando all'altro figlio di Gheddafi, Khamis, il ruolo di Aiace. Aiace combatteva con i greci, non con i troiani, però la descrizione calza: gigantesco, brutale, coraggioso ma decisamente idiota. Manca Ettore, il nobile eroe, ma non sembra che dal lato libico ci sia qualcuno che può impersonare quel ruolo.Dall'altra parte abbiamo Menelao/Sarkozi, anche se la sua Elena, la bella Carlà, non si sognerebbe mai di abbandonare gli appartamenti parigini profumati di Chanel per seguire un qualunque Paride nel deserto libico, fra sabbia, tende e merde di cammello. Cameron invece dovrebbe essere Agamennone, ma (viste anche le figuracce dei suoi reparti speciali) di grande stratega ha ben poco. Raramente, poi, ho letto una descrizione di Berlusconi più calzante di questa: "As for Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, the Italian president is just a satyr who escaped from an Aristophanes comedy", ovvero "In quanto a Silvio 'Bunga Bunga' Berlusconi, il presidente italiano è solo un satiro scappato da una commedia di Aristofane". Applausi. Con questi attori in scena, la guerra di Libia potrebbe durare anche più dei dieci anni di quella di Troia...L'autore continua con il parallelismo fra la guerra a Troia e quella in Libia, ma giustamente afferma che è poco probabile che Gheddafi possa cadere per un cavallo di Troia donato dalla coalizione franco-inglese. "Timeo Danaos et dona ferentes", fa dire Virgilio a Laocoonte, il sacerdote troiano, di fronte al cavallo, "Non mi fido dei Greci nemmeno quando portano doni". E Gheddafi, non essendo come Priamo, è più che propenso a dar retta ai suoi Laocoonti.E poi, conclude l'articolo, nella coalizione USA-Francia-Inghilterra-(Italia) (non a caso scritto in corsivo e tra parentesi) che rappresenta i Greci, non si riesce proprio a trovare Ulisse.Non resta quindi, come nelle tragedie antiche di scarsa qualità, che aspettare un Deus ex machina, uno Zeus che dall'alto dell'Olimpo mandi un fulmine (o un missile) ad incenerire Troia.

martedì 8 marzo 2011

Donna

Donna

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,

i capelli diventano bianchi,

i giorni si trasformano in anni….

Però ciò che è importante non cambia;

la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.

Dietro ogni successo c`e` un'altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.

Non vivere di foto ingiallite…

insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.

Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.

Quando non potrai camminare, usa il bastone.

Però non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

domenica 27 febbraio 2011

NON C'E' PIU' TEMPO

Non hai più tempo per decidere se percorrere o no la strada che ti trovi davanti.
Devi buttarti, proprio adesso, è la strada stessa a chiedertelo.
Ascolta la pianta dei tuoi piedi che calpesta il terreno piuttosto che i castelli in aria creati dalla mente.
Agendo con consapevolezza ti espandi.
-- Osho

mercoledì 23 febbraio 2011

ITALIANO? NO GRAZIE

Ricordo ancora, dopo tanti anni, uno spezzone del bellissimo film di Magni "In nome del popolo sovrano. É il 1849 ed é appena caduta la Repubblica Romana. Tutti i rivoltosi, Ugo Bassi, Ciceruacchio, sono stati catturati. Elena Sofia Ricci, una delle protagoniste del film, corre da uno zio vescovo (giá da allora funzionava cosí!) per cercare di chiederne la liberazione, soprattutto quella del suo amante Giovanni Livraghi. Lo zio vescovo le dice: "Eh, per quello non si puó fare niente, é austriaco"> Lei obietta: "Ma no, é di Milano!", e lo zio ribatte: "E Milano dov'é? In Austria!".

Il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha fatto la stessa cosa. Alla richiesta di partecipare ai 150 anni dell'unitá d'Italia ha risposto: "Perché dovremmo? Bolzano é in Austria".

Bolzano si sente austriaca, ma gli austriaci ritengono i bolzanini pikkoli pagliacci italiani che, per uno strano caso del destino, parlano un dialetto che somiglia un po' al tedesco. Si, perché il tedesco parlato a Bolzano é tutt'altro che tedesco da Goethe Institute e spesso, fuori della loro provincia, fanno anche fatica a farsi capire, perfino dagli altri tirolesi (visto che loro si sono sempre definiti "Tirolo del Sud" e non "Alto Adige").

Quindi, abbiamo scoperto che Bolzano, o Bozen come viene chiamato in tedesco, é in Austria e non in Italia. Proporrei quindi che gli altoatesini, o meglio i sudtirolesi, siano i primi a sperimentare il famoso federalismo fiscale. Ovvero, in Alto Adige si spendono solo i soldi che si sono pagati in Alto Adige. Non vorranno mica i soldi delle tasse dei pagliacci italiani...

venerdì 11 febbraio 2011

QUANDO

Quando sono felice, la prima cosa che penso é di dividere questa felicitá con te.
Quando vedo una cosa insolita, bella, buffa, bizzarra, la prima cosa che penso é di venirtela a raccontare.
Quando ho un problema, sei tu quello che cerco per avere un aiuto, un consiglio, un conforto.
Quando la vita mi prende a calci, é fra le tue braccia che vengo a rifugiarmi.
Quando una tormenta si avvicina, é sotto le tue ali che cerco riparo dal vento gelido.
Quando ti vedo triste, cerco di prendere una stella dal cielo e di dartela per restituirti il sorriso.
Quando ti vedo a terra, ti prendo in braccio e ti stringo forte per proteggerti dai pericoli del mondo.Q
uando il mio cuore batte, chiama il tuo nome. E smetterá di chiamarlo solo quando smetterá di battere.
Rispondigli, ti prego.

lunedì 24 gennaio 2011

Piuttosto che niente...

Il Ministro Sacconi, dall'alto della sua saggezza derivante dal fatto che lui e i suoi figli/nipoti/parenti non avranno mai problemi di lavoro, ci fa sapere che un giovane, per trovare un posto di lavoro, deve pigliare quello che capita.
L'affermazione é controversa: da un lato é verissimo che abbiamo migliaia di laureati in "Igiene e Benessere del cane e del gatto", che inevitabilmente andranno a riempire i call center; dall'altra, peró, abbiamo migliaia di laureati di facoltá serie, non importa se scientifiche o umanistiche, che si trovano a fare fotocopie o a friggere patatine.
La vita non é un film: alla fine del mese ci sono bollette da pagare, imprevisti a cui far fronte, problemi da affrontare. E quando a fine mese devi pagare l'affitto, al padrone di casa non interessa che stai inseguendo il tuo lavoro ideale, gli interessa che paghi ció che devi, o che lasci libero lo stabile. Ed ecco gli ingegneri che friggono patatine, gli avvocati che vendono abbonamenti ADSL, i chimici che fanno fotocopie e preparano il caffé.Il rischio peró é alto.
In un mercato del lavoro come quello italiano, basato sulle esperienze piú che sulle potenzialitá, la cosiddetta "maledizione del primo lavoro" é sempre in agguato. Prendiamo un ingegnere, che sogna di fare progettazione ma che, per pagare le bollette a fine mese, accetta una posizione nel controllo qualitá, che magari non gli piace ma che al momento é l'unico disponibile. Entro brevissimo tempo, tutte le porte della ricerca e sviluppo per lui si chiuderanno mentre, per assurdo, se ne apriranno altre nel campo del controllo qualitá, proprio quello dove lui ha esperienza.
Perfino i lavori "di ripiego" contengono un rischio piuttosto alto: passare il tempo lontani dal proprio ambiente lavorativo fa in modo che le persone perdano i contatti, gli aggiornamenti, il polso del mercato, specialmente in quelle aree dove l'aggiornamento tecnologico é continuo. Ed anche se si fanno tutti gli sforzi possibili per rimanere aggiornati, é difficile convincere un selezionatore delle risorse umane che, se anche sul tuo CV c'é scritto che hai lavorato 3 anni da McDonalds, poi la sera perdevi ore ed ore leggendo articoli e libri, spulciando forum e tentando di non perdere il contatto con il tuo mondo. Per lui, sei uno che ha perso tre anni.
Il dilemma quindi é grave: seguire il consiglio di Sacconi, buttandosi sul primo lavoro che capita, o cercare qualcosa che sia in linea con i nostri sogni e con le nostre aspettative, magari nel frattempo continuando a studiare?Personalmente, penso che la seconda ipotesi sia migliore, se é fattibile. Ovviamente serve alle spalle una famiglia disposta a finanziare, oppure una volontá davvero forte che ci fa studiare di giorno e friggere patate di sera. Altrimenti, purtroppo, non resta che pigliare al volo il primo lavoro che capita, anche se non ci piace, sperando di non rimanerne intrappolati: con i sogni non si pagano le bollette.Un discorso a parte meriterebbero degli esponenti di governo che pensano di combattere l'aumento indiscriminato dei prezzi dicendo alle casalinghe di comprare dove costa meno, o che sperano di migliorare le penose statistiche sull'occupazione giovanile dicendo "Va a laurá, barbún! Che se ciai voglia di lavorare c'é una pila di merda e una pala col tuo nome sopra". Ma questa é un'altra storia...

giovedì 13 gennaio 2011

AMO


  1. scoppiare a ridere, con quella risata grossa con le lacrime che ti toglie il respiro;
  2. leggere quei libri con storie che senti così tue da immaginare ogni minimo dettaglio tra le righe; sentire la musica al buio e dondolarmi tra i cuscini;
  3. dormire e svegliarmi bene la mattina;
  4. qualsiasi tipo di biscotto;
  5. la cioccolata bianca;
  6. le patatine fritte ma senza ketchup o maionese;
  7. la birra chiara ghiacciata;
  8. le passeggiate per il centro di roma la domenica mattina presto, quando tutti dormono ancora;
  9. perdermi x ore in una libreria dalla ricerca del libro del momento;
  10. andare al cinema e sedermi in penultima fila;
  11. lo yoga quando riesco a concentrarmi;
  12. il sorriso di un anziano quando ti racconta della sua giovinezza;
  13. gli abbracci e i baci quando meno te lo aspetti;
  14. i capelli biondi e lisci;
  15. gli anelli d'argento;
  16. i viaggi per le capitali del mondo.......

lunedì 10 gennaio 2011

La storia dei vinti

Mentre esaminavo con attenzione l'unica rivista disponibile, un foglio ad altissimo contenuto culturale chiamato "DiPiù", mi è caduto l'occhio su un articolo a proposito del re Carlo Alberto, ed in particolare su una delle frasi di apertura: "Il 17 Marzo 1861 (...) si concludeva il Risorgimento, il periodo della nostra Storia in cui fu compiuto ogni sforzo politico per liberare il Paese da austriaci, francesi e borboni che dominavano i nostri territori".Non mi aspetto sicuramente che chi legge "DiPiù" possa desiderare analisi storiche particolarmente accurate (l'articolo infatti si intitola "Carlo Alberto amava più le donne del suo regno"), però questa frase è un ottimo esempio di come la storia scritta dai vincitori diventi poi una specie di verità assoluta specialmente in chi non ha la possibilità di approfondire certe tematiche. Anche io, alle scuole elementari, ricordo perfettamente la retorica con cui veniva trattato il Risorgimento.
Oggi che, durante i miei studi successivi e soprattutto per piacere personale, ho approfondito di più lo studio della storia, posso fare alcune affermazioni che invito chiunque a poter confutare e che vanno in "leggera controtendenza" rispetto a quello che ci veniva normalmente insegnato.
1. I Borbone (e non "i borboni" in minuscolo, come vengono normalmente nominati con vago disprezzo) erano una casa regnante legittima proprio come i Savoia. Non "occupavano il nostro Paese", perchè erano loro stessi italiani.

2. Le "guerre di liberazione" di metà Ottocento, comunemente note come Risorgimento, sono in realtà una guerra di espansione effettuata dalla casa di Savoia, con l'aiuto della Francia alla quale (ricordiamolo) sono stati ceduti vasti territori che "avrebbero potuto" essere italiani, come la Savoia stessa, ai danni di altri governanti legittimi. Succede, fa parte del gioco, ma non bisogna chiamare "liberazione" una guerra di espansione: non più di vent'anni fa, anche Saddam diceva che voleva liberare il Kuwait.

3. Se i Borbone, partendo dal Sud, avessero unificato la penisola fino alle Alpi, avrebbero avuto esattamente gli stessi diritti (o mancanza di diritti) che hanno avuto i Savoia a fare il contrario.

4. Ciò che successe dopo la conquista sabauda venne chiamato "la piaga del brigantaggio" e risolto dai Savoia (ed in particolare da quel criminale di Cialdini, a cui ancora oggi sono dedicate delle vie) cannoneggiando i villaggi e fucilando i civili. Se i Savoia avessero perso, i "briganti" si sarebbero chiamati "partigiani" e Cialdini sarebbe stato impiccato.

La storia viene sempre scritta da chi vince: qualche volta sarebbe bello leggere un libro di storia scritto da chi ha perso.