lunedì 15 novembre 2010

Colazione da Tiffany

In Piazza Duomo, a Milano, aprirá a brevissimo una mega-boutique di Tiffany, la gioielleria piú famosa del mondo. Questa iniziativa ha scatenato le ire della Curia che dichiara, cito: "É un’idea offensiva, quella di mettere una gioielleria al centro di piazza Duomo in un momento di grave crisi economica com’è quello che la città affronta".

Non posso fare a meno di essere d'accordo. L'esibizione di ricchezza ed opulenza é di assoluto cattivo gusto, specialmente in un momento come questo, in cui tanta gente sprofonda nella povertá.


É giusto e sacrosanto che la Chiesa, da sempre schierata con i piú deboli, si faccia portavoce di una campagna contro chi getta il suo lusso in faccia alle persone che muoiono di fame.


Se non fosse per i nostri sacerdoti e vescovi, che ci rammentano ogni giorno di come la povertá, la sobrietá e la condivisione di quel poco che abbiamo ci avvicina a Cristo, non potremmo davvero capire la portata epocale del messaggio del Vangelo.


Non potremmo capire che i beni materiali rappresentano il Male, e che non dobbiamo attaccarci ad essi, ma anzi donare per sentirci veramente vicini al messaggio cristiano: "Vá, vendi tutto ció che hai e donalo ai poveri. Poi seguimi".


É davvero una vergogna questa ostentazione di Tiffany, e plaudo l'iniziativa dell'Arcidiocesi di Milano tesa a bacchettare queste persone che pensano che l'oro debba stare rinchiuso nei forzieri dei ricchi, anziché portare nel giorno del Natale un sorriso sul viso dei bimbi meno fortunati.


Sicuramente tutti noi dovremmo seguire l'esempio che ci viene dalla Chiesa e dal suo e nostro Pontefice, il Servo dei Servi di Dio, che ha fatto dell'umiltá e della caritá le sue bandiere.


Uniamoci quindi in questa crociata contro l'esibizionismo gratuito della ricchezza, contro questo schiaffo in faccia alla povertá, alla miseria ed agli insegnamenti di Nostro Signore. E ricordiamocelo, la prossima volta che un prete ci chiederá soldi. Ricordiamocelo e rispondiamogli: "Vendi uno dei tuoi calici d'oro, faccia di culo!".

venerdì 12 novembre 2010

Hai cantato? Adesso balla...

Califano vorrebbe la pensione di Stato. Dopo essersi mangiato 'sto monno e quell'artro, per dirla come la direbbe lui, il Califfo chiede l'applicazione della legge Bacchielli, ovvero quella che dovrebbe aiutare gli artisti in difficoltá economica.

Difficoltá economica? Allora, il Califfo percepisce, per sua stessa ammissione, circa 20mila euro l'anno di diritti d'autore. Un precario ne guadagna che vada bene la metá, un operaio generico ne guadagna quasi altrettanti ma si deve fare il culo otto ore al giorno.

E il re dei cafoni, il principe dei coatti, dopo che per una vita non si e fatto mancare niente, ora piange miseria e vorrebbe i soldi dallo Stato? A Califá, ma vaffanculo, va...

lunedì 8 novembre 2010

Tempus fugit


Vorrei fare un sacco di cose, ma il tempo sembra scorrermi fra le dita come la sabbia fine di una clessidra. Tento di afferralro, di frenarlo, di tenerlo almeno per un po', ma lui scorre, scivola, e si accumula ai miei piedi, da dove mi guarda beffardo.

Un gatto grigio e sgusciante che é sfuggito alle zanne del mastino ed ora lo guarda sornione da sopra un albero. Il mastino abbaia, salta, si sgola, e lui si gratta un'orecchio, si stiracchia e se ne va.

Ed io rimango lí, a guardare quel ramo vuoto e a pensare che, la prossima volta, lo acchiapperó per la coda e lo costringeró a fermarsi.

...Ed é giá novembre.