giovedì 28 febbraio 2008

L'autista del Papa


Dopo aver caricato tutti i bagagli del Papa nella limousine, l’autista nota che Sua Santità sta ancora aspettando sul marciapiede.

“Mi scusi, Vostra Eminenza,” dice l’autista, “Vorrebbe per favore sedersi in modo che possiamo andare?”

“Beh, per dirti la verità” risponde il Papa, “Non mi fanno mai guidare in Vaticano e oggi ne ho davvero voglia.”

“Mi dispiace, ma non posso permetterglielo, perderei il lavoro se succedesse qualcosa!” protesta l’autista, desiderando di non essere andato al lavoro quella mattina.

“Ci sarebbero degli extra non indifferenti per te”, dice il Papa.

Riluttante, l’autista sale dietro mentre il Papa si mette al volante.L’autista si pente della sua decisione appena usciti dall’aeroporto, vedendo il Pontefice spingere l’acceleratore portando la limousine a 170 Km/h.“La prego, rallenti, Vostra Santità!!!” Si dispera l’autista.

Ma il Papa continua a tavoletta fino a quando si sentono delle sirene.“Oh mio Dio, mi ritireranno la patente!”, piagnucola l’autista. Il Papa accosta e tira giù il finestrino.

Il poliziotto si avvicina, da un’occhiata, torna alla moto e prende la radio. “Devo parlare col capo…” Il capo risponde alla radio e il poliziotto gli dice di aver fermato una limousine che andava a 170. “Beh, sbattilo dentro!” Dice il capo. “Non credo che vogliamo davvero farlo, è un tipo molto importante…” Dice il poliziotto. “Una ragione di più!” Esclama il capo. “No, intendo DAVVERO importante…” Risponde il poliziotto.Il capo allora chiede: “Beh, chi hai lì, il Sindaco?”“Più in alto!”“Il Governatore?”“Di più!”“Va bene…” Dice il capo “Allora chi è?”“Credo sia Dio!”“Che cosa ti fa credere che sia Dio???”“Ha il Papa per autista!!!”

mercoledì 27 febbraio 2008

LEGGI E FATTI LEGGERE


Accadde un giorno che un lettore [che non sei tu] lesse un racconto [che non era questo]. Mentre i suoi occhi scorrevano lungo le combinazioni delle lettere e si appagavano di quella narrazione, il protagonista di quella storia [che non ho scritto io] se ne stava lì imprigionato tra quelle righe e, come un acaro invisibile, viveva la sua vita negli interstizi degli spazi bianchi tra le lettere, nell'interlinea dell'impaginazione. Di tanto in tanto, soprattutto durante le descrizioni e le digressioni, si spingeva annoiato sino al margine del foglio, oltre il nerume delle lettere scritte che, viste da lontano, coloravano la pagina di grigio, in modo geometrico. Il lettore del racconto non poteva scorgere il protagonista, concentrato com'era sul nero delle parole. Eppure, mano a mano che la storia si dispiegava nella sua testa, il protagonista eseguiva quel che veniva letto come fosse un attore, o più probabilmente un burattino, assecondando [suo malgrado] la trama e rendendola in questo modo viva. Quando il lettore si approssimò a terminare la storia, intravide una specie di riflesso tra le righe e, per un istante, gli parve di riconoscere il protagonista come in una miniatura. Preso da questo pensiero, invece che richiudere il libro, si guardò attorno e si accorse per la prima volta, che la scrivania a "esse", i muri divisori a "elle", la libreria a "ti" del suo ufficio e tutti gli elementi architettonici che delimitavano i suoi spazi non erano altro che i caratteri di un libro che raccontavano la storia della sua vita, se fossero stati osservati dall'alto. Davanti a questa intuizione quel lettore scrutò nel cielo, oltre il lucernario, più lontano che poteva. Si convinse in questo modo che anch'egli viveva tra le righe di una storia [che è questa] e che qualcuno più grande di lui [che sei tu] lo stava a sua volta leggendo. Per esserne sicuro afferrò il telescopio e lo puntò verso le stelle [cioè verso di te]. Con grande sorpresa vide in questo modo in faccia il suo lettore [cioè tu]. Si trattava di un magnifico esemplare di lettore [complimenti davvero!]. Allargò al massimo lo zoom di quel telescopio per mettere a fuoco tutto intero colui che lo leggeva e fu allora che si accorse che il grande lettore [che sei sempre tu] era sovrastato da qualcosa di ancor più immenso. Come fosse seduto su un vetrino sotto la lente di un gigantesco microscopio anche il grande lettore nello stesso istante veniva letto da qualcun altro. Io non lo so come sia possibile uscire da questo paradosso in cui mi sono infilata. Di sicuro, però, quando tutti questi lettori-protagonisti [ognuno imprigionato nella propria prospettiva] chiuderanno il proprio libro, in quel preciso momento anche questa storia terminerà.

martedì 26 febbraio 2008

PRIMAVERA ROMANA....


Sabato in metro, tra i nuovi super pannelli schermo piatto LCD che trasmettono ad alto volume e in filo diffusione TG e notizie, le macchine nuove che son sempre più frequenti e anch’esse con i loro schermini piatti, le ragazze accanto a me spagnole, quelle dietro inglesi e il cinese seduto davanti con un palmare sottilissimo di ultima generazione, mi sembrava di essere in qualsiasi altra capitale estera fuorché a Roma. Tra l’altro con piacere scopro che sotto la fermata Manzoni hanno aggiunto l’informazione Museo della Liberazione, quello a Via tasso, poco noto ai più e da me stessa scoperto solo pochi mesi fa.
Appena esco ancora dei giapponesi si fanno delle foto accanto ad uno di quei grossi cartelli pubblicitari che scorrono. Credo stesse passando la pubblicità della metro card con un Haber grigio e imbolsito. Non faccio in tempo a scuoter la testa che un inserviente li apostrofa a 500 mt di distanza con un fischio: psh, aoh..nunne se fanno le foto in stazione! ennamo no..chavete san pietro a du minuti, che cazzo ve fotograferete mai qua sotto, bah!
Poi entro in uno di quei negozi: tutto a 1 euro per comprare delle spugnette per il trucco. Alla cassa si avvicina una signora rumena con una confezione di piatti e chiede: “..lastic..lastic”, al ché il proprietario ribatte: “Eh? Ma che plastìc aoh, questi so de porcellana!” ma lei continua: “no..elastic elastic..” e lui tronfio: “aaaah, te servono l’elastici?? – mimando un gesto a fionda - ah ce stanno ce stanno, tiè!” ma lei non è ancora soddisfatta e si aggira per il negozio. “Aoh io questi cho, che te devo fa?” lei mima un gesto, lui si illumina e torna con uno di quegli elastici che si usavano da bambini per giochi da cortile. Ma niente. “Aoh a nì, io nun te capisco e sù, cho da lavorà!” Lei prova ancora, azzarda: “Elastic..metr..metrò” e allunga le mani. “aaaaah er metro??te serve un metro? E che ne so, me dici elastic elastic! Tiè va bene questo?” No! Non un metro per misurare i mobili, un metro x cucire!”aaah, ma moo potevi dì prima no? Io che ne so, me dici lastic!” Quando la moglie gli da uno scossone e gli fa notare che evidentemente non sapeva il nome corretto, lui vergognandosi un po’, forse di esser stato un po’ brusco, si giustifica “Si, no, per carità..però – scuotendo la testona qua e là come un vecchio nonno- me potevi fa un segno, un gesto..famme così no!” e si muove avanti indietro cingendosi il metro attorno al suo largo girovita, mi guarda e cerca consensi: “Giusto?”.Giusto!


Poi esco e c’è un sole altissimo, un cielo limpido .. adoro Roma e i romani quando si preparano alla primavera.

lunedì 25 febbraio 2008

DISINFORMAZIONE

Posto questo messaggio di Daniela che mi sembra interessante per tutti quelli che possiedono un Blog.
Ho parlato più volte di disinformazione(http://ilcamminodelluomo.blogspot.com/2008/02/la-rai-e-la-censura-legale.html) e di cattivo uso della TV pubblica , ma questo è veramente troppo!!!!
leggete e divulgate....

daniela ha detto...
Ragazzi leggete tutti qui, e se, come credo, siete disgustati come lo sono stata io, scriviamo tutti una mail a Vespa e a Del Noce per farci sentire. Io l'ho già fatto.

http://ilchiacchierario.blogspot.com/

venerdì 22 febbraio 2008

VINCENTE AMIGO

La chitarra flamenco, 'nipote' di quella di Paco de Lucia, per molti si chiama Vicente Amigo. Se per altri il paragone appare azzardato, è pur vero che il suo quarto album 'Ciudad de las ideas' (Bmg, 2001) è stato accolto da un pubblico vasto e variegato, come peraltro è la musica di Amigo, in grado di trasmettere a chiunque quell' di cui ama tanto parlare. Ha ricevuto un Latin Grammy per la sua creatività e per il suo stile, in parte cresciuti e sviluppati proprio a fianco di de Lucia. Ma il suo è uno stile diverso, forse più accessibile, certo aperto alle contaminazioni. La sua più recente esperienza, del tutto insolita per un animale da palcoscenico che si esibisce con percussionisti e 'cantaor' (figura tradizionale della musica flamenca) è la presenza nella colonna sonora del film di Pedro Almodovar, 'Parla con Lei'.
Pat Metheny lo definisce senza alcun dubbio "il miglior chitarrista flamenco del mondo" e Paco De Lucia lo considera il proprio erede naturale. Sicuramente, l’affascinante musicista e compositore spagnolo, è diventato nell’ultimo decennio una vera e propria star internazionale: un Latin Grammy Award vinto nel 2001 con l'album “Ciudad de las Ideas” (BMG, 2000), una trionfale tournée in Giappone e negli Stati Uniti, la title-track della colonna sonora del film di Almodovar "Parla con Lei”, la collaborazione con Sting per il fortunato singolo "Send your love". Un artista dalla forte personalità e dalla tecnica impressionante che, muovendosi sapientemente tra passato e futuro, è riuscito a dar vita ad uno stile originale ed innovativo.
"Canto" (BMG, ottobre 2003) è l'ultimo lavoro discografico di Vicente Amigo realizzato con il cantaor El Pele. Dopo dodici anni di percorsi professionali differenti, si ritrovano, il chitarrista e il cantaor di Cordoba, per offrire un'opera di flamenco attuale ed ispirata: "Abbiamo trovato il momento giusto per farlo, questo significa 7 mesi di lavoro e ne è valsa la pena, perché è un lavoro che si riferisce ai nostri sentimenti e siamo orgogliosi di aver condiviso questo progetto. Quando qualcuno ti emoziona come artista è come una catena che nasce e forma parte di te per sempre. E' un disco universale, quello che ho sempre cercato di fare con la mia musica, con quello che faccio, sia per essere cantato o altro, che lo si possa ascoltare in tutti i posti del mondo". Sul flamenco Amigo dice: "Il Flamenco è un modo di sentire, un linguaggio, un umore, un modo di suonare... in effetti, è inspiegabile a parole. Il Flamenco è il Flamenco, può essere classico o attuale di volta in volta. Quello che oggi chiamiamo attuale, domani può essere chiamato classico. Ciascuna epoca ha un proprio modo di dire e definire, è importante rispettarle sempre tutte".

giovedì 21 febbraio 2008

L'AFABETO DELLA SAGGEZZA


Eccomiiiiiiiiii sono tornata.

Questa malefica influenza ha colpito proprio tutti a casa mia!!!

Però la cosa positiva è stata che ho avuto più tempo per stare con mia figlia, e dovendo impegnare quel tempo ho comperato un bellissimo libro da leggerle e del quale vi voglio parlare

Diciamolo subito: è uno di quei libri che ti fanno l'occhiolino da uno scaffale di un supermercato... non so: magari in libreria faticheresti a vederlo. Titolo e copertina ti attirano, vedi che è dedicato ai bambini (e seppur avendone solo una) alla fine lo metti nel carrello.
Le autrici sono due sorelle ispano-americane (padre spagnolo e madre statunitense, nate a Città del Messico) lavorano insieme nonostante la grande distanza: una vive in Francia e l'altra negli States. Sono accomunate dalla passione per racconti popolari e tradizionali di tutto il mondo, che raccolgono e riscrivono in una forma semplice...
Proprio di questo tratta il libro: 21 racconti, ognuno introdotto da una lettera dell'alfabeto italiano (credo che l'uso dell'alfabeto italiano sia stato un adattamento per la nostra nazione del testo originale).
Cosa c'è di più divertente che smascherare vizi e virtù degli esseri umani? Nulla, a quanto pare, perché in tutti i tempi e in tutti i paesi si trovano racconti pervasi di umorismo, che riflettono pregi e difetti dei nostri simili. Uomini e donne messi a confronto con gli dei o con gli animali, ritratti nella vita quotidiana o in situazioni estreme, ci accompagnano in un viaggio ricco di humor e di saggezza, fra storie zen e medievali, fiabe russe e norvegesi, miti sufi e buddhisti, racconti africani e indù.
Lo ritengo un qualcosa di piacevole da leggere coi propri figli prima di andare a letto. Senza escludere, ovviamente, le favole della tradizione: magari usando questi racconti come "intervallo" fra una favola e l'altra, come un "tramezzino" per stuzzicare l'appetito dei ragazzi verso la lettura.
A come Amore:Gli animali davanti alla porta - da un racconto norvegese;
B come Buona sorte:Il pesce d'oro - da un racconto russo;
C come Caleidoscopio:I sei ciechi e l'elefante - da un racconto sufi;
D come Desiderio:La buona scelta - da un racconto spagnolo;
E come Esclusione:Il giovane principe e lo straniero - da un racconto medievale;
F come Fedeltà:Il pappagallo e l'albero - da un racconto di Buddha;
G come Gratitudine:Una semplice parola - da un racconto zen;
H come Hop! Hoplà!:L'infaticabile genio - da un racconto africano;
I come Indecisione:Che cosa fare? Che cosa scegliere? - da un racconto indù;
L come Libertà:Il perizoma - da un racconto indú
M come Mira:La prova del tiro con l'arco - da una storia di Mahàbharata;
N come Nonviolenza:Il saggio e il serpente - da un racconto indù;
O come Onestà:L'ascia d'oro e l'ascia d'argento - da una favola di Esopo;
P come Perdono:Il piú grande tra gli uomini - da una fiaba orientale;
Q come Qui e ora:Vivere al presente - da una fiaba medievale;
R come Riflessione:Non bisogna seguire gli altri ciecamente - da una storia di Sathya Sai Baba;
S come Silenzio:La tartaruga troppo chiacchierona - da un racconto di Buddha;
T come Tolleranza:Il secchio - da un racconto cinese;
U come Unità:L'unione fa la forza - da un racconto di Buddha;
V come Verità:Il ladro che non mentiva mai - da una fiaba orientale;
Z come Zelo:I tre bauli - da una fiaba dei fratelli Grimm.
BUONA LETTURA A TUTTI

venerdì 15 febbraio 2008

La RAI e la censura "legale"



"Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.
Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.
Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.
Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).
L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003.
Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte.
Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.
Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.
All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo.
La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4)
E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.*
*(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI in questi casi).
Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.
La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.
Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6)
Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.
Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)
Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)
Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.
Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.
Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.
Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.
Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.
Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.
Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.
In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me.
Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.
Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it"
Note:
1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004.
2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza, difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me.
4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...".
5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria".
6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005.
7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)

giovedì 14 febbraio 2008

Continuano gli attacchi alla legge 194 sull' aborto terapeutico


La regione Lombardia ha abbassato il limite per cui è possibile effettuare l'aborto terapeutico da 24 a 22 settimane. Questo è solo l'ultimo della lunga scia di attacchi contro la legge 194, portati avanti da un variegato gruppo di personalità tra cui il giornalista Giuliano Ferrara(per altro promotore di una campagna a favore di una moratoria dell'aborto), il capo della CEI cardinal Bagnasco, il Pontefice e ora anche Roberto Formigoni, che dalle parole è passato direttamente ai fatti. La legge 194 consente l'interruzione volontaria della gravidanza fino al novantesimo giorno dal concepimento, eccetto per i casi in cui sussista pericolo di vita per la madre o in cui il nascituro sia affetto da patologie o malformazioni, per i quali è consentito un massimo di 24 settimane. Ora, la questione dell'aborto pone sicuramente dei grossi problemi morali, tuttavia c'è da ricordare che la legge 194 venne rattificata a suo tempo tramite un processo referendario. Proporre sue modifiche o, peggio, limitarne l'efficacia senza prima ricorrere ad un nuovo referendum mi pare estremamente arrogante, così come mi sembra arrogante cercare di imporre ad altri il proprio punto di vista su un problema delicato come questo. Personalmente ritengo che la decisione di portare a termine o meno la gravidanza debba essere presa solo ed esclusivamente dalla diretta interessata, visto che sarà lei a farsi carico del nascituro. Permettere ad una donna di abortire non vuol dire costringere tutte le donne a farne ricorso, il libero arbitrio rimane e la decisione sarebbe lasciata alla coscienza di ogni singola persona. Al contrario proibirlo significherebbe obbligare una persona a far nascere un bambino non voluto, magari concepito in seguito ad una violenza, o ad abbandonarsi alle mani di sedicenti medici/macellai per ricorrere ad un aborto clandestino, pratica che negli anni passati ha portato decine e decine di donne ad una morte prematura.

Proprio oggi S.Valentino facciamo un atto di amore verso le Donne
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/napoli-aborto/commento-aspesi/commento-aspesi.html

mercoledì 13 febbraio 2008

Ingerenza Cattolica.....


E' di oggi la notizia che dopo Famiglia cristiana anche il responsabile della Cei per la pastorale giovanile, don Nicolò Anselmi, critica la scena d'amore.
E, in una lettera ai ragazzi che andranno alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney, avanza la proposta che professionisti seri come Moretti e la Ferrari rifiutino in futuro di prestarsi a "girare scene erotiche volgari e distruttive".


"Lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. [...]"

Nonostante la dicitura "lo Stato e la Chiesa" e non "lo Stato della Chiesa", gli organi pontifici di ogni livello, con la scusa dell'essere la "religione storica" del nostro paese, intervengono continuamente a gamba tesa nel discorso politico, giudiziario e sociale del nostro Stato.


I "giornalisti" dell'Osservatore Romano, non si limitano a parlare di ciò che accade nel mezzo chilometro quadrato dello Stato del Vaticano (anzi, non lo fanno mai) ma, pieni di interesse cristiano per il prossimo, pontificano (e giocano in casa) sulle abitudini sessuali, sui consumi, sulla medicina, sul diritto, sugli hobby, sul codice penale e civile dello Stato confinante.


Certo, che il Vaticano e i rispettivi affiliati non brillassero per tendenze multiculturali non è una novità, ma qui si va oltre: si afferma chiaramente che il pluralismo non deve essere presente nella nostra società altrimenti, prima o poi, finiamo in una sorta di baratro di perdizione! Meglio continuare invece con i partiti che seguono passo passo i dettami della gerarchia Vaticana organizzando un Family Day popolato da divorziati, abortisti, fedifraghi, (a)teo-con (come Ferrara o Pera), meglio continuare con i circa 800 milioni di euro di Otto per Mille che lo Stato conferisce loro tramite un metodo subdolo, meglio continuare a finanziarli con 4 miliardi di euro all'anno che potrebbero essere spesi in ricerca, sanità, sicurezza, pensioni e opere pubbliche, meglio continuare a maltrattare le altre religioni e più in generale la diversità culturale... per fortuna noi abbiamo il Vaticano.


Se fossimo un "paesaccio pluralista" come la Francia, invece, avremmo più giustizia sociale, meno sperperi, meno favoritismi verso UNA SOLA Chiesa e una ricerca più efficace e produttiva ma certamente, a causa di tutto questo corretto funzionamento della cosa pubblica, saremmo persi in "una zona vuota dai confini non più tracciabili".


martedì 12 febbraio 2008

UOMINI E DONNE.....


Perche gli uomini fischiettano meglio delle donne?
...perchè hanno il cervello di un uccello!

In cosa si somigliano un uomo e un computer?
…sembra che pensino e che facciano tutto, ma se non li programmi, non fanno niente.

Perche tutte le donne guidano male?
...perche tutti gli istruttori di guida sono uomini

Perchè ci sono più donne che uomini?
..perchè la natura è saggia

Qual'è la differenza tra dissoluzione e soluzione?
...dissoluzione: mettere un uomo nella vasca con l'acido
...soluzione: metterceli tutti

Perchè gli uomini preferiscono le vergini?
...perchè non sopportano le critiche!

Perchè occorrono migliaia di spermatozoi per fecondare un ovulo?
perchè gli spermatozoi sono maschi e si rifiutano di chiedere la strada!

Dio chiama Adamo e gli dice: ho due notizie per te, una buona e
un'altra cattiva!
Adamo chiede prima la buona, e Dio gli risponde:
'Ti faro due regali, un cervello e un pene!'
'Fantastico' risponde Adamo, 'e la cattiva?'
Dio risponde: 'Non hai sufficiente sangue per farli funzionare
entrambi allo stesso tempo!

Perchè solo un 10% degli uomini arriva in paradiso?
Perchè altrimenti sarebbe un inferno.

Perchè l'uomo scuote la testa per pensare?
Perchè i due neuroni che ha facciano contatto.

Come far impazzire un uomo in camera da letto?
Nascondendo il telecomando.

Cosa devi fare quando vedi che il tuo ex-marito sta rotolando di
dolore sul pavimento?
Sparagli un'altra volta.

Come definiresti un uomo ammanettato?
Affidabile.

Cosa significa quando l'uomo nel tuo letto ansima e dice il tuo nome?
Non hai tenuto abbastanza premuto il cuscino sulla sua faccia.

Qual e la differenza tra gli uomini e le donne?
Una donna vuole che un solo uomo soddisfi tutte le sue esigenze.
Un uomo vuole che tutte le donne soddisfino l'unica esigenza che ha.

Come puoi evitare che tuo marito legga le e-mail?
Rinomina la cartella di posta 'manuale d'istruzioni'.

lunedì 11 febbraio 2008

SAN VALENTINO....




Questa è la settimana di passione che ci conduce alla tanto amata/odiata festa di S.valentino.


Da Wikipedia:

Questa festa venne istituita un paio di secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i lupercalia dedicati al dio Luperco) una ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di San Valentino. Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo. La città di Ozieri, che custodisce delle reliquie del santo, promuove 4 giorni di festeggiamenti, civili e religiosi, dal 13 al 16 febbraio.

Oggi il Times, che ha stilato l’elenco delle 20 ragioni (10 per gli uomini e 10 per le donne) per le quali è ok detestare questa annuale ricorrenza, figlia del calendario e del marketing e non certo della Dea Venere. Eccole.

PER LE RAGAZZE

1 – Perché non ve ne potete lamentare: se siete single, fate la figura della vecchia zitella inacidita, mentre se siete in coppia tutti suppongono che siate in un momento difficile.
2 – Perché non c’è niente di più deprimente dell’uomo che avete scelto come futuro marito che esprime le sue romantiche intenzioni con una card di auguri con sopra una pecora e un gioco di parole sulla parola «ewe» (pecora femmina).
3 – Perché con lo stress a livelli siderali per il fatto di dover superare a tutti i costi gli altri in romanticherie varie, il giorno di San Valentino è come un mini-matrimonio. Ma questo è il mese peggiore per sposarsi, nessuno si sposa in febbraio e di sicuro non ogni anno.
4 – Perché fa produrre versi di poesia terrificanti e con rime improbabili.
5 – Perché tutte le immagini di coppie perfettine e precisine servono solo ad aumentare il nascosto sospetto che gli altri siano molto più innamorati di noi e che facciano molto più sesso.
6 – Perché la ragazza che più detesti riceverà un paio di Manolos (ovvero, un paio di costosissime e ricercatissime scarpe Manolo Blanhik, ndr) e non appena il suo uomo sarà fuori tiro dirà che sono un po’ troppo volgari per il suo gusto.
7 – Perché non c’è niente come un riuscito San Valentino, anche se doveste ricevere un misterioso regalo/biglietto/ mazzo di fiori che arriverà certamente da qualcuno di assolutamente orribile.
8 – Perché vi ritrovate invischiate in una vera e propria competizione: la ragazza del marketing ha ricevuto il più costoso mazzo di rose mai visto? Poco importa, voi avrete il miglior ristorante della città.
9 – Perchè ci costringe a perdere peso, vista la probabilissima ipotesi che il nostro lui ci regali un completino intimo sexy che altrimenti non riusciremmo nemmeno ad infilare.
10 – Perchè il rosa e gli strass vanno bene solo se hai tre anni o sei uno stilista italiano


PER I RAGAZZI

1 – Perchè ti fa odiare i tuoi amici visto che puoi garantirti i ristoranti migliori con un sorrisetto, lasciando gli altri a pagare il doppio per cibo orribile in posti pessimi.
2 – Perché fa fare agli uomini cose stupide, come accendere le candele.
3 – Perché mette gli uomini nei guai se NON fanno cose stupide come accendere le candele, perché in realtà questo è quello che vogliono le donne, ma suggerirlo sarebbe così poco romantico.
4 – Perché è un pessimo affare, visto che fra fiori, cena e taxi si arriva a 100 sterline come minimo. Non sarebbe meglio darle i soldi in contanti?
5 – Perchè nelle nuove storie invitarla ad uscire oppure no o comprarle un regalo la dice lunga su “a che punto siete”, che è il passo prima di “stiamo insieme?”, frasi classiche delle coppie all’inizio della relazione.
6 – Perché non solo dovete comprare la biancheria intima della giusta taglia, colore e modello, ma dovete pure farlo senza rimanere incantati a fissare il seno della commessa di Agent Provocateur.
7 – Perchè il giorno di San Valentie focalizza la mente di lei al punto che nelle successive due settimane vi sentirete da cani ogni volta che c’è una pausa nella conversazione.
8 – Perché basta un periodo di shopping compulsivo l’anno e se a Natale ci si può far beccare con un bicchiere di Baileys (liquore alla crema di whisky, ndr) in mano alle 11 di mattina senza che nessuno metta in dubbio la vostra sessualità, la stessa fortuna non è prevista per il 14 di febbraio.
9 – Perchè non ci sono regali per gli uomini.

10 – Perchè non c’è niente di più deprimente della donna che avete scelto come futura moglie che non ride davanti a una card con sopra una pecora.

venerdì 8 febbraio 2008

Mostra per Emergency al Vittoriano: Adotta un disegno


“Chi denuncia le barbarie della guerra tentando di raccontarne gli effetti su chi e’ costretto a subirla, a volte si sente rispondere che usare l’argomento dei bambini che molto spesso ne sono vittima, e’ facile, retorico e demagogico. E’ vero e’ facile, come e’ facile che siano i bambini ad essere colpiti, uccisi e mutilati.” (Vauro)

Ieri 7 febbraio 2008 alle ore 18,30
si è inaugurata al Vittoriano
di Roma

la Mostra Itinerante Internazionale
‘ Adotta un disegno’

La mostra ha come protagonisti i bambini dell’Afghanistan, Iran, Sudan, Sierra Leone e Cambogia che raccontano, con disegni e storie, la guerra vista con i loro occhi. Ha preso forma quando un gruppo di artisti visivi e musicisti ha incontrato, seppur virtualmente, le angosce dei «bambini di Emergency» e le ha tradotte in arte, quadri, sculture, musica. Emergency opera in questi contesti di guerra, non solo per curare il fisico di chi ha bisogno, ma anche lo spirito di chi, bambini compresi, con la guerra ha perso anche il senso di ogni vivere civile.
La mostra è interattiva, si guarda, si vede, si ascolta.
«Adotta un disegno» ‘ Adopt a drawing’ - girerà l´Italia (Genova, Torino, Milano, Firenze, Venezia), l´ Europa (Londra, Berlino, Parigi) e si concluderà nel 2009 a New York. Tutto il ricavato servirà per sostenere Emergency. L´elenco degli artisti visivi inizia con Carla Accardi e finisce con Francesco Vezzoli, quello dei musicisti con Jovanotti e si conclude con Stefano Bollani.
L’ingresso alla mostra è gratuito. Resterà in cartellone fino al prossimo 2 marzo.
‘Adopt a drawing’
Clicca, guarda, leggi e ascolta: http://adoptadrawing.com/

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Info: Emergency Roma – Via dell’Arco del Monte, 99/a - 06 688151

giovedì 7 febbraio 2008

RISATE A DENTI STRETTI


Quando gli anni passano...


Vi siete già sentiti in colpa per aver guardato le persone della vostra età e aver pensato: "non posso sembrare così vecchio"?Allora vi piacerà questa.


Ero seduta in sala d´attesa per il mio primo appuntamento con un nuovo dentista, quando ho notato che il suo diploma era affisso al muro.


C´era scritto il suo cognome, e improvvisamente mi sono ricordata di un gran moro che portava quello stesso cognome.Era nella mia classe di liceo 20 anni prima, e mi sono chiesta se poteva essere lo stesso ragazzo per il quale avevo "sbavato" all´epoca.


Quando sono entrata nello studio, ho immediatamente allontanato questo pensiero.Quest´uomo brizzolato, stempiato e con il viso segnato da profonde rughe era troppo vecchio per essere stato il mio amore segreto.


Dopo avermi visitato, gli ho chiesto se era stato al liceo de Mons.'Si', mi ha risposto.'Quando si è diplomato?', gli ho chiesto.'Nel 1988. Perché questa domanda?', rispose.'Allora era nella mia classe', ho esclamato!


E allora questo orribile, vecchio, piccolo, cretino, figlio di p...ana mi ha chiesto:'Lei era professoressa di cosa???'

mercoledì 6 febbraio 2008

FRIVOLITY




  1. Non ci sono più le mezze stagioni.

  2. Si stava meglio quando si stava peggio.

  3. Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco.

  4. Son sempre i migliori ad andarsene.

  5. Una rondine non fa primavera.

  6. Bere un bicchiere d'acqua appena alzati aiuta a liberare l'intestino.

  7. Il fumo uccide.

  8. Moglie e buoi dei paesi tuoi.

  9. La cioccolata fa venire i brufoli.

  10. Mangiarsi le unghie fa venire l'appendicite.

  11. E' caduto l'ennesimo governo Prodi.

Quale fra queste affermazioni vi ha colto maggiormente di sorpresa?


martedì 5 febbraio 2008

GIORNI DI GRANDI PULIZIE...

Mi è venuto or ora un pensiero, che sarebbe bello mettere in pratica - e che devo scrivere al momento per evitare che si perda.Che poi non è detto che sia un pensiero originale, ma già lo sapete: i pensieri sono come il bolo, e ognuno di noi è contemporaneamente madre uccellina e uccellino junior, pronta a passare il proprio bolo al becco e pronto a prendere il boccone predigerito prima d'inghiottirlo.Il pensiero è che sarebbe bello se fossimo tutti stronzi,
Dovremmo crearlo proprio, Il Giorno Dello Stronzo.
Non faremmo sedere le vecchiette nei tram,
non daremmo la precedenza,
litigheremmo agli incroci eccetera.
Meglio questo e un resto dell'anno normale che il buonismo coperto da paillettes e struffoli e poi lo stronzismo tutta la vita.

Pulizia interiore fisica.
Ho fatto la pulizia del fegato, che mi ha ripulito dalla stanchezza cronica dei giorni scorsi e da scorie (fisiche e mentali) che m'impedivano di rendere.Stamattina prima colazione tre fette biscottate con marmellata pocciate nel te .
A qualcuno fischieranno le orecchie... Ma intanto si va di pulizia interiore.

Pulizia di atteggiamenti.
Stamattina ho messo la sveglia alle 6,30 e alle 6,30 mi sono alzata: meglio che metterla come di consueto alle 6,45 e alzarmi, come di consueto, a cinque alle sette.
Poi una calma colazione. L'obiettivo è di mettere la sveglia domani alle 6,20, poi alle 6,10, poi alle sei.

Pulizia di pensieri.
Ieri sera ho iniziato a leggere il libro "Nelle terre Estreme " tratto dal film "Into the Wild".
Non parlerò delle impressioni che mi ha suscitato perché non è il momento; fatto sta che penso che, come quando pulisci il fegato e devi stare attento all'impatto che questa pulizia può avere sui reni, così quando pulisci l'anima ti puoi aspettare un senso di malessere, di amarezza.
Poi bevi acqua sana, respiri aria pura, ti fai una corsettina e riparti, come diceva la réclame, con slancio.

Pulizia esteriore. Mi son fatta la doccia.Poi mi potrò anche sporcare; ora, però, un po' di pulizia.
In queste pulizie ho messo via per cinque giorni ogni attività fisica per darmi alla lettura, e ai film.
Nei film ho visto in una sera Fritz il gatto di Robert Crumb, Amami se hai il coraggio (pessima trasposizione del bellissimo Jeux d'enfants) e Febbre a 90°.
Tutto un altro andazzo.Son giorni di pulizia, questi!!!!

lunedì 4 febbraio 2008

IL VALORE DELL' AMICIZIA


Questa storia probabilmente vi sarà arrivata spesso via e-mail, leggetela: spiega benissimo il valore dell'amicizia
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere, suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno. Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato. Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi. Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno. I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato. Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita; non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà". Una ferita verbale fa male quanto una fisica. Gli amici sono gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore.

GLI UOMINI....


Dedico questa canzone a tutte le donne e soprattutto a Mia Martini grande artista e grande Donna!


Sono stata anch'io bambina
Di mio padre innamorata
Per lui sbaglio sempre e sono La sua figlia sgangherata
Ho provato a conquistarlo
E non ci sono mai riuscita
E lottato per cambiarlo
Ci vorrebbe un'altra vita.
La pazienza delle donne incomincia a quell'età
Quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
E ti perdi dentro a un cinema
A sognare di andar via
Con il primo che ti capita e ti dice una bugia.
Gli uomini non cambiano
Prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola
Gli uomini ti cambiano
E tu piangi mille notti di perché
Invece, gli uomini ti uccidono
E con gli amici vanno a ridere di te.
Piansi anch'io la prima volta
Stretta a un angolo e sconfitta
Lui faceva e non capiva
Perché stavo ferma e zitta
Ma ho scoperto con il tempo
E diventando un po' più dura
Che se l'uomo in gruppo è più cattivo
Quando è solo ha più paura.
Gli uomini non cambiano
Fanno i soldi per comprarti
E poi ti vendono
La notte, gli uomini non tornano
E ti danno tutto quello che non vuoi
Ma perché gli uomini che nascono
Sono figli delle donne Ma non sono come noi
Amore gli uomini che cambiano
Sono quasi un ideale che non c'è
Sono quelli innamorati come te

venerdì 1 febbraio 2008

IL FUOCO SULLA PELLE

Ieri mi è successa una cosa molto buffa, ma che non mi era mai capitata in vita mia...

Per questo la voglio condividere con voi.

Dunque la mattinata è cominciata in maniera abbastanza burrascosa, e quando a metà giornata le cose sembravano aver ritrovato un loro equilibrio ecco che comincio a sentire una strana senzazione sulla mia pelle.Prima come un leggero prurito, poi un vero e proprio fuoco!!!!

In una sola parola :ORTICARIA.....mi guardo allo specchio e stento a riconoscermi , sembro uno di quei bambini con il morbillo!!!!

Mi precipito dal medico, il quale dopo una breve anamnesi mi prescrive cortisone ed antistaminico!!!

E voi direte:"Che cosa ci hai voluto raccontare,la scoperta dell'acqua calda?"


Infatti il bello viene dopo, poichè convita come sono che ci sia sempre una connessione tra corpo e mente (di quì il mio nickname aura_soma) mi metto a fare ricerche sull'orticaria scoprendo che:
Anne Maguire, Dermatologa e psicologa analista, a proposito della sua esperienza clinica, ci
comunica che nel suo lavoro si rendeva conto che "era come se la pelle contenesse la sofferenza
della psiche e soffrisse al posto della psiche".
La pelle è la superficie del nostro corpo, ciò che anzitutto mostriamo agli altri.
Sotto questo aspetto può rappresentare la nostra esteriorità fino a diventare un elemento di
identificazione ad un gruppo (pensiamo al colore della pelle). D'altra parte é un organo ricco di
sfumature, pensiamo al colorito, alla trama, alla brillantezza, alla sua temperatura, suscettibile di
cambiamenti anche rapidi nelle sue caratteristiche, prestandosi ad esprimere somaticamente diverse emozioni (arrossisco, ho le meni fredde ecc.).
Per questo in ogni patologia della pelle dobbiamo considerare quale messaggio il nostro inconscio
vuole inviare al mondo circostante.

Nel caso dell'orticaria "Dietro al prurito si cela una passione, un fuoco intenso, un ardore, che vuole manifestarsi, venire scoperto.....il prurito indica sempre qualcosa che non mi lascia freddo, che mi brucia sull'anima: unapassione bruciante, un focoso entusiasmo, un amore ardente o anche la fiamma dell'ira." ci dice T.Dethlefsen in Malattia e Destino.

Del resto il grattare ricorda lo scavare, il raschiare, come per portare alla luce qualcosa.

II prurito ci rimanda alla simbologia del fuoco, il fuoco della passione che consuma, il fuoco dello
spirito che purifica, il fuoco della creatività. Albert Kreinheder esprime con una bella immagine la
duplice valenza del sintomo. Proprio a proposito dell'orticaria parla del fuoco sulla pelle, un fuoco
che consuma ma al tempo stesso purifica, un fuoco infernale ma al tempo stesso un fuoco creativo
che non é mai stato riconosciuto e non ha trovato altra espressione.
Un'ultima riflessione concerne il coinvolgimento del sistema immunitario in numerosissime
malattie della pelle. II sistema immunitario é ciò che é maggiormente legato all’identità biologica,
al riconoscimento del self a livello biologico, quindi simbolicamente con il riconoscimento e
affermazione della propria identità personale e la difesa dei propri spazi individuali.



Bene letto questo mi sono messa in tranquillità a meditare, cercando di far affiorare quella rabbia, o passione repressa dentro di me.

Che ci crediate o no senza prendere niente l'orticaria si è attenuata, io mi sono tolta un sassolino dalla scarpa che ormai mi faceva male da tempo, ed oggi stò molto meglio.....

FELICE FINE SETTIMANA A TUTTI