venerdì 16 aprile 2010

Un uomo, un mito

"Il tuo papà non paga la retta della mensa, quindi tu non puoi mangiare con tutti gli altri": questo è il messaggio di integrazione, solidarietà e tolleranza che il sindaco di Adro (BS), ovviamente leghista, ha mandato a 40 bambini della scuola comunale, tutti o quasi (inutile dirlo) di famiglie extracomunitarie. Mi ha fatto venire in mente mio padre, quando raccontava che la "padrona" della villa in cui mio nonno faceva il giardiniere redarguiva i suoi pargoli: "Non ci giocate con quelli lì, che sono poveri".Poi, un anonimo ha pagato di tasca sua gli arretrati per la mensa di queste famiglie. Non solo, in un'epoca in cui le persone si fanno fare di tutto per andare due minuti in TV, lui ha rifiutato inviti ed interviste, "perchè quello che penso su questo argomento è tutto scritto nel documento e credo che ci si debba occupare delle idee prima che delle persone. Se interessa il tema della solidarietà rivolgetevi a tutti quelli che danno gratuitamente una cosa più importante dei soldi che è il loro tempo. E sono tanti e in silenzio".La lettera che ha lasciato insieme all'assegno è da ovazione a scena aperta, non da 92 ma da 920 minuti di applausi. Leggetela, ne vale la pena. Sono le persone come lui che, malgrado tutto, mi fanno essere ancora orgogliosa di essere italiana. Lui è un italiano vero, generoso senza voler apparire (come quel Vangelo dei preti che difendono il crocefisso nelle scuole ma non i bambini che in quelle scuole studiano), orgoglioso delle sue radici ma aperto al dialogo con il mondo.E' bellissimo il paragone che questo anonimo fa con "L'albero degli zoccoli": i leghisti si commuovono fino alle lacrime per i soprusi subiti dal povero contadino bergamasco, e non vedono il parallelismo chiaro, chiarissimo, con la situazione di oggi: sono loro i padroni che non vogliono rinunciare all'albero, ed il posto del mezzadro bergamasco è stato preso da un muratore albanese, o da un raccoglitore di pomodori del Senegal, o da una badante bielorussa.Sicuramente fra quei 40 papà che non pagano la retta ce ne saranno alcuni che, in barba ai divieti di Allah, usano quei soldi per ubriacarsi. O altri che non rinunciano al telefonino, o alla macchina da tamarri, o alla parabola satellitare(1). Però alcune sono sicuramente famiglie che non possono pagare. E che non vorrebbero, se non costrette a farlo, che i loro bambini si portassero il pranzo da casa, nella "pietanziera", come i figli dei poveri, isolandosi così ancora di più dagli "altri", dai "padani", da quelli "che possono".Chi lo sa, forse, come suggerisce l'anonimo, il sindaco che ha promosso la splendida iniziativa di far vergognare 40 bambini e le loro famiglie, fra 30 anni sarà in una casa di riposo, accudito da uno di quei bambini che è diventato infermiere o medico, mentre suo figlio è impegnato a fare il 35mo provino per entrare al Grande Fratello...

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