giovedì 20 maggio 2010

Gli statali hanno la faccia come il culo

Dopo la batosta presa dalla Grecia, gli stati dell'Euro hanno capito che, forse, é il caso di diminuire un po' la spesa. Anche l'Italia sta studiando una serie di norme fra le quali, oVVoVe oVVoVe, c'é la proposta di congelare per un certo tempo gli stipendi dei poveri statali. Ed ecco che il Corriere dá voce ad uno di questi poveri derelitti che si lamenta: "Io, statale a 1.400 euro: perché paghiamo sempre noi?".
Questo signore, impiegato statale dal 1987 che guadagna 1400 euro mensili, si sente in diritto di lamentarsi della sua povera condizione: 800 euro al mese se ne vanno per il mutuo, altri 350 per la scuola materna del figlio, e quelli che restano non bastano. Anche se, ammette poi, anche la moglie é un'impiegata statale. Ma guarda un po' che strano.Questo signore e la moglie, per loro stessa ammissione, guadagnano in due 2800 euro al mese per 13 mensilitá.
Non saranno mai licenziati, per nessun motivo che non sia una colpa talmente grave da finire in galera. L'azienda per cui lavorano non ricorrerá mai alla cassa integrazione, non li metterá mai in mobilitá. Non saranno mai licenziati per scarso rendimento, o per sopraggiunte esigenze di riduzione dei costi, o perché il loro reparto é stato delocalizzato in Cina. Tutto questo, dando per scontato che siano nella categoria degli statali onesti, e non di quelli che fanno timbrare i colleghi mentre loro fanno un secondo lavoro in nero, e che ovviamente gudagnano molto di piú alla faccia di chi quel lavoro lo fa seguendo le regole.
Una coppia con un figlio precaria riesce a portarli a casa, 1400 euro. Ma solo se lavorano tutti e due. Il mutuo, di cui lo statale si lamenta tanto, per una coppia di precari é un sogno: o mamma e papá garantiscono il prestito con le pensioni e/o con la casa di proprietá, oppure il direttore della banca gli ride in faccia. L'asilo nido, nemmeno a pensarci: il bambino lo tiene la nonna.
E tutto questo vivendo nell'incubo dei contratti rinnovati ogni tre mesi, della ricattabilitá di un soggetto che non é protetto da nessuno, men che meno dai sindacati, dell'incertezza che ti viene dal non sapere cosa farai domani.E questo tizio, che non chiamo nemmeno per nome, si lamenta che "pagano sempre loro". Una classe di Privilegiati con la P maiuscola, che si lamenta se qualcuno osa mettere in discussione anche il minimo dei loro privilegi. Da buon italiano, ci fa sapere che i problemi sono "ben altri" e bisognerebbe cominciare ad esempio dai parlamentari.É vero, i parlamentari hanno stipendi astronomici, fra annessi e connessi guadagnano 25mila euro al mese. Che moltiplicato per 1000 parlamentari e per 14 mensilitá fanno 350 milioni di euri l'anno. Sono tanti, é vero. Vediamo ora quanti sono i dipendenti pubblici.
Secondo la rivista RIP (che non sta per Riposa In Pace ma per Rivista Impiego Pubblico) sono tre milioni duecento mila. A mille euro netti al mese di media, ovvero duemila lordi, fanno novanta miliardi di euri. Riducendo lo stipendio dei dipendenti pubblici dell'1% si risparimerebbero 900 milioni di euri, quasi tre volte di piú che azzerare lo stipendio di tutti i parlamentari. Non dico che sia giusto, ma é matematica. Quando si fanno i tagli in casa, non sono i dieci euri mensili delle caramelle che vengono tagliati, ma magari i 200 euri di telefonino, o i 300 di sky. Pi, magari, per equitá, si taglieranno anche le caramelle, ma prima vanno tagliate le spese significative.Per quello che fanno, gli statali come categoria guadagnano anche troppo. Licenziandone i 2/3, raddoppiando lo stipendio di quelli che restano ed imponendo loro di allinearsi a criteri di efficienza in linea con il privato, si arriverebbe forse ad avere un rapporto costo/beneficio vantaggioso per il datore di lavoro, cioé per noi.Attualmente, peró, i dipendenti pubblici come categoria sono una massa di parassiti, arroganti, incompetenti, privilegiati e sopravvalutati. Ogni volta che arriviamo allo sportello, magari dopo aver preso ferie, e ci troviamo il cartello "torno subito" perché l'impiegata é andata a fare la spesa; ogni volta che dobbiamo correre da uno sportello all'altro perché ognuno ci dá informazioni diverse sulla stessa pratica per incapacitá o menefreghismo; ogni volta che veniamo trattati con sufficienza o scortesia da un poliziotto o da un impiegato del catasto; ogni volta che aspettiamo tre ore una volante, o tre mesi una visita specialistica; ognuna di queste volte, dovremmo prenderci due minuti per scrivere a questo signore, che si lamenta del perché gli statali sono sempre i primi a pagare.
E se il congelamento dei suoi 1400 euri e di quelli di sua moglie le sembrano una cosa tanto drammatica, provi a licenziarsi e ad andare a lavorare come co.co.co. Sicuramente ce ne sono molti anche alle Finanze, dove lei é impiegato, che fanno se non il suo lavoro di sicuro quello di qualche suo/a collega che sta in malattia otto mesi l'anno, o in maternitá perpetua, o che passa le sue giornate bevendo il caffé e leggendo il giornale. Proponga loro di fare scambio: gli stipendi dei co.co.co non verranno congelati.

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