venerdì 30 luglio 2010

Leggere attentamente le avvertenze

La Tantum, ormai da parecchio tempo, produce un prodotto chiamato Tantum Rosa, che é una lavanda vaginale.

Da quando il Tantum Rosa é diventato un farmaco da banco, e quindi ci fanno la pubblicitá in TV, il numero delle donne che anziché farcisi il bidé se lo bevono é aumentato di 100 volte.

Certamente, in una societá in cui il "tormentone estivo" sono due buzzurre coatte incapaci di parlare italiano, le quali ci fanno sapere che passeranno il mese di agosto "a ffá a colla sott'ar zole co' na bbira e n' calippo", il fatto che ci si beva una lavanda vaginale perché "tratte in inganno dalla pubblicitá" non deve sorprendere piú di tanto.

Certo, c'é scritto sopra "lavanda vaginale", certo viene col foglietto illustrativo, ma vorrete mica fare lo sforzo di leggere? In TV sembra un qualcosa che si deve bere, e allora lo beviamo. Logico no? Ora stanno pensando di cambiare lo spot, o il colore della confezione, o entrambi, come se avessero a che fare con un branco di ritardate. Ma dove sono le associazioni femministe quando qualcuno propone una "modifica del colore della confezione del medicinale, che passerebbe da rosa a nera o blu, evitando così di confondere e indurre in errore le donne"? Cos'é, le donne sono tutte cerebrolese che pigliano e ingoiano qualunque cosa abbia un bel colore? Ma forse le attiviste di queste associazioni sono sotto il sole a fare "aa cola" sorseggiando "na' bbira"...

Quando ero bambino, e mi spiegavano perché si doveva andare a scuola ed imparare a leggere, l'esempio era sempre lo stesso: "Se su una bottiglietta c'é scritto 'veleno' e tu non sai leggere, la bevi e muori!". Evidentemente, secondo questi esperti di marketing, le donne non sanno leggere. Sono capaci solo di stare sotto il sole a fare "aa colla", bevendo una "bbira" e succhiando un "kalippo" . E se la pubblicitá non dice chiaramente "guarda che col tantum Rosa te ce devi da fá er bidé!", quelle se lo trangugiano come se fosse barolo. O forse "bbira", chi lo sa? Che tristezza...

giovedì 22 luglio 2010

C'era una volta

C'era una volta, nel regno lontano lontano di Arboria, un buffo nanetto che viveva ai margini della foresta. Il nanetto aveva un sogno: potersi sedere sul trono del re. Ma poiché era piccolo, buffo e pelato, tutti lo prendevano in giro e, tutt'al piú, gli facevano strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.Un bel giorno, stanco di essere trattato cosí, il nanetto decise che sarebbe diventato ricco. Andó nella foresta e raccolse un cesto di fragole, poi andó al mercato e le vendette per tre monete di rame. Con le tre monete, compró due ceste di fragole e le rivendette per sei monete. Con le sei monete compró tre ceste di fragole, che rivendette per dodici monete. Poi suo padre, che era un banchiere, intrallazzó con dei loschi individui e gli mise a disposizione alcuni miliardi in contanti, cosí il nanetto andó a puttane con le sue dodici monete di rame e poi si buttó sull'edilizia.Con i soldi recuperati dal padre, il nanetto compró alcuni tratti di foresta e di palude, poi strinse un patto con un potente stregone, e come per magia foreste e paludi si trasformarono in una cittá, che il nanetto chiamó Arboria 2, e cominció a vendere case e casette ai troll, agli gnomi e alle ninfe dei boschi (queste ultime, si dice, ebbero sconti clamorosi in cambio di non si sa quali misteriosi servigi).Venne poi il momento in cui il nanetto decise di dedicarsi alla televisione. Era questo uno strano e potente incantesimo che ipnotizzava le persone e le rendeva idiote, ed il nanetto decise di conquistare il regno di Arboria sfruttandolo. Cosí si rivolse ad un gruppo di loschi gnomi, che dissotterrarono le loro pentole d'oro alla fine degli arcobaleni e gliele diedero per poter iniziare (o almeno, cosí la racconta lui), ed in breve tempo il nanetto divenne il piú ricco e potente illusionista del regno, grazie all'incantesimo della televisione che rendeva le persone idiote.Decise cosí che era giunto il momento di diventare re. Grazie ai suoi giochi di prestigio, e grazie agli individui che si era tirato dietro nel corso degli anni, il nanetto riuscí a convincere gli abitanti di Arboria, imbesuiti dal suo incantesimo, che lui sarebbe stato perfetto come nuovo re, e venne cosí incoronato ed issato sul trono. La prima cosa che dovette fare fu di far rimpicciolire la corona, che gli scendeva fino a coprire le grandi orecchie, e far costruire una scaletta che gli consentisse di salire sul trono senza venirvi issato a forza. Questa scaletta, dal buffo nome di "legge elettorale", diventava improvvisamente cortissima quando uno dei buffoni di corte tentava di afferrarla, mentre diventava lunghissima quando la utilizzava il nanetto.Successivamente, il nanetto cacció dalla corte tutti i nobili, che un tempo lo avevano deriso, e riempí la reggia di saltimbanchi, buffoni, ballerine e zoccole, che di volta in volta occupavano le varie poltrone dei dignitari trasformando la sala del trono in un enorme bordello. Cosí il nanetto passava le sue giornate facendo ció che gli riusciva meglio: strimpellare il liuto, fare boccacce e raccontare barzellette.I nemici del nanetto, forse anch'essi vittima dei suoi incantesimi, messi tutti insieme non facevano un chilo di cervello, per cui anziché ostacolarlo gli rendevano la vita addirittura piú facile. Coloro che venivano da altri regni in visita ad Arboria si stupivano di quanto fossero ciechi gli Arboriani: il nano prendeva una coniglietta di Playboy, la chiamava "Crisi", la faceva nascondere sotto il tavolo e diceva a tutti che la Crisi era sparita. Poi, mentre la coniglietta lo gratificava con una rumorosa fellatio, raccontava una barzelletta su negri ed albanesi. E gli Arboriani ci credevano!! Addirittura, i nemici del nano, invece di dire: "Guardate che la Crisi non é sparita, l'ha nascosta sotto il tavolo!", si scannavano fra di loro per decidere se la coniglietta avesse o meno ingoiato dopo la fellatio, e se ció fosse in linea con le direttive dell'Unione Europea.Passarono gli anni. Ogni volta che qualcosa andava male, il nanetto puntava il dito contro i suoi nemici, ormai ridotti a patetici buffoni di corte, e diceva che era colpa loro. Allora il popolo lanciava loro chili di pomodori ed essi si prendevano a ceffoni dandosi l'un l'altro la colpa, oppure si mettevano a gridare al nanetto: "Puttaniere! Puttaniere!".Finalmente, dopo tanti, tanti anni, il nanetto, che aveva superato da tempo il secolo di vita, morí. Subito si fece avanti suo figlio , che additó i buffoni nell'angolo dando loro la colpa della morte di suo padre. E mentre i buffoni si accapigliavano fra di loro, arraffó la corona, si sedette sul trono e con una grassa risata diede fuoco ad una scoreggia.

venerdì 16 luglio 2010

Ghe s'é contro natura!

Mentre sui giornali europei si moltiplicano gli articoli sull'ondata di caldo, o sulla colonnina di mercurio, o sulla morsa dell'afa, o qualunque altro luogo comune trito e ritrito che ogni anno ci viene propinato quando Agosto si avvicina, in Brasile la prima pagina di O Globo riporta che a Santa Catarina (nel sud del paese, vicino alla Terra del Fuoco) le temperature hanno toccato -7.8 gradi, con tanto di foto dei candelotti di ghiaccio come se fossero la cosa piú straordinaria del mondo.Da noi, temperature che in certe zone del Brasile sarebbero considerate "tiepide" fanno scattare l'allarme-caldo, mentre in Brasile temperature che da noi in inverno sono normali meritano le prime pagine dei giornali ed una foto-ricordo con i candelotti di ghiaccio: quello che per noi é normale, per loro é eccezionale e viceversa.Quel che é sicuro, peró, e che a furia di sparar cazzate per fare sensazione i giornalisti stanno facendo perdere ogni credibilitá alle teorie sui mutamenti climatici. Che sia o meno colpa dell'uomo, é innegabile che il clima del pianeta stia cambiando. Quando peró dopo tre giorni di caldo consecutivo si comincia a parlare di "allarme" e si intervistano "esperti" sulla desertificazione dell'Europa, oppure dopo tre giorni di freddo si parla di "emergenza" e si intervistano "esperti" sull'avvento della nuova era glaciale, chi legge tende a non crederci piú.Sinceramente non ho i mezzi per dire se questi mutamenti climatici siano o meno dovuti all'intervento dell'uomo, o se invece l'uomo sia una concausa, ma non l'unica. Noi continuiamo a pensare che questo pianeta sia stato fatto al solo scopo di consentire la nostra sopravvivenza, ma in realtá la Terra é adatta alla nostra vita solo da un tempo incredibilmente breve rispetto alla sua etá, e nulla vieta che un domani possa cambiare nuovamente e la forma di vita dominante del pianeta possano diventare virus e batteri. Certo é che il nostro stile di vita non aiuta a mantenere queste condizioni favorevoli per la vita stessa... Se peró lo diciamo all'americano medio, un ciccione che brucia risorse per sé stesso e per venticinque africani, quello risponderá che non é vero, che é tutto un complotto ecologista, e talmente fatto male che il giorno prima parlano di era glaciale e il giorno dopo di desertificazione. Ma vi pare che se fosse vero cambierebbero versione ogni due settimane?Fatto sta che si muore di caldo in Europa e nevica in Brasile: é contro natura. Ed andare contro natura é male, come diceva un anonimo passeggero dell'ottovolante di Gardaland : "Ostregheta! Ghe s'é contro natura girar cole bale per aria!".

lunedì 12 luglio 2010

MONDO Buddità


La Buddità è uno stato dinamico difficile da descrivere. Possiamo parzialmente descriverlo come uno stato di libertà perfetta, in cui siamo illuminati alla verità ultima della vita. È caratterizzato da una compassione infinita e da una saggezza sconfinata. In questo stato, possiamo trasformare armoniosamente ciò che dal punto di vista dei nove mondi appare come una contraddizione insolubile. Un sutra buddista descrive gli attributi della vita del Budda: un vero io, una libertà perfetta dai legami karmici per tutta l’eternità, una vita purificata dall’illusione, e una felicità assoluta. Inoltre, la condizione di Buddità viene fisicamente espresso nella Via del Bodhisattva o azioni di un Bodhisattva.

giovedì 8 luglio 2010

MONDO Bodhisattva

I Bodhisattva sono coloro che aspirano a ottenere l’illuminazione e nello stesso tempo sono altrettanto determinate a mettere tutti gli altri esseri in grado di fare la stessa cosa. Consapevoli dei legami che ci uniscono a tutti gli altri, in questo stato ci rendiamo conto che qualunque felicità proviamo da soli è incompleta, e ci dedichiamo ad alleviare le sofferenze degli altri. Chi si trova in questo stato trova la maggiore soddisfazione in un comportamento altruistico.Gli stati dall’Inferno al Bodhisattva sono complessivamente chiamati “i nove mondi”. Questa espressione viene spesso usata in contrapposizione al decimo mondo, lo stato illuminato di Buddità.

martedì 6 luglio 2010

MONDO Illuminazione Parziale o Realizzazione


Questo stato è simile allo Studio, tranne per il fatto che cerchiamo la verità non attraverso gli insegnamenti di altri, ma attraverso la nostra stessa percezione diretta del mondo.Studio e Illuminazione Parziale sono chiamati i “due veicoli”. Avendo compreso la fugacità delle cose, le persone in questi stati hanno conquistato un livello di indipendenza e non sono più prigionieri delle proprie reazioni, come invece nei sei sentieri. Spesso, però, tendono a sentirsi superiori alle persone legate ai sei sentieri che non hanno ancora raggiunto questo livello di comprensione. In più, la loro ricerca della verità è principalmente orientata verso se stessi, quindi c’è un grande potenziale di egoismo in questi due stati, e le persone possono raggiungere una soddisfazione con i loro progressi senza scoprire il potenziale più alto della vita umana nel nono e decimo mondo.

lunedì 5 luglio 2010

MONDO STUDIO


In questo stato, cerchiamo la verità attraverso gli insegnamenti o le esperienze degli altri.

venerdì 2 luglio 2010

MONDO CIELO


Cielo è la traduzione del termine sanscrito deva, che significa divinità o regno in cui dimorano gli esseri celesti. In origine significava luminosità.Nell’antica India si riteneva che chi compiva buone azioni nella vita presente sarebbe rinato in cielo, e questo era il fine delle pratiche religiose. Il Buddismo invece ha sempre sostenuto che il paradiso o cielo non è un luogo fisico in cui si va dopo la morte, ma uno stato vitale da sperimentare. Nichiren Daishonin spiega che «la gioia è il mondo celeste», una gioia che deriva dalla soddisfazione di un desiderio, dalla realizzazione di uno scopo.«Il flusso vitale nello stato di Estasi è estremamente veloce – scrive Ikeda – e la sua influenza sul mondo esterno è molto grande. Il sé in questo stato percepisce che il tempo fisico passa a una velocità spaventosa. Quando siamo felici e la nostra vita è appagata, il tempo fisico sembra breve perché vi è compressa una grande quantità di tempo vitale. L’adempimento della vita in un singolo giorno nel mondo di Estasi può essere equivalente a quello di parecchie centinaia di anni nel mondo di Umanità».Il regno degli esseri celesti è costituito da ventotto cieli: i sei cieli del mondo del desiderio, i diciotto cieli del mondo della forma (un regno in cui, pur non essendo più schiavi del desiderio, si è ancora soggetti a limitazioni fisiche) e i quattro cieli del mondo della non-forma (un regno in cui si è ancora soggetti a limiti spirituali). La gioia che si prova è diversa a seconda del desiderio che viene soddisfatto, da quelli puramente materiali o legati istintivamente alla sopravvivenza (mondo del desiderio), ai desideri intellettuali, di bellezza, di elevarsi spiritualmente (mondi della forma e della non-forma).Alla sommità del mondo del desiderio siede il Demone del sesto cielo, il potere. Rappresenta la gioia che deriva dal controllo sugli altri e sull’ambiente, la soddisfazione che si prova appagando i desideri di autorità, di dominio o di possesso. Il carattere essenziale del Demone del sesto cielo è quello di privare gli altri della vita, spingendoli nell’angoscia dell’Inferno, per realizzare i propri fini. È l’egoismo allo stato puro, la qualità più “oscura” dell’essere umano. «Se questa qualità oscura si rafforza – scrive Ikeda – anche il sé intelligente e consapevole nel mondo di Umanità o Estasi si può trasformare in un essere egocentrico e presuntuoso».

giovedì 1 luglio 2010

MONDO UMANITA'


Il mondo di Umanità è il primo passo verso la padronanza di sé che si ottiene pienamente nei mondi di Bodhisattva e Buddità.Il termine sanscrito per “essere umano” è manusya, che significa “essere pensante” o “colui che pensa”: l’intelletto e la ragione sono i tratti caratteristici dell’umanità. Nichiren Daishonin afferma: «Il saggio si può definire umano, ma gli sconsiderati non sono nient’altro che animali»,e T’ien-t’ai cita, fra le caratteristiche del mondo di Umanità, «la capacità di conoscere con largo anticipo i futuri effetti delle cause», che significa avere una buona comprensione della legge di causa ed effetto.La calma è il mondo di Umanità, scrive Nichiren, la tranquillità che deriva dalla pace della mente non più in balia delle emozioni dei quattro mondi precedenti. Ma per mantenere la pace della mente è necessario uno sforzo assiduo perché si può essere facilmente condizionati dalle influenze esterne: alla minima difficoltà, ci si deprime o ci si arrabbia.Scrive Ikeda: «Oggi, nell’Ultimo giorno della Legge, è ancor più difficile vivere un’esistenza veramente umana perché siamo circondati da molti influssi negativi. Per questo dobbiamo sforzarci continuamente nella nostra pratica buddista. Quando una trottola smette di girare, cade. È stabile soltanto finché ruota ad alta velocità. Non è l’esser nati umani che ci rende davvero tali, ma lo sforzo tenace che facciamo per vivere da esseri umani».Il mondo di Umanità è un trampolino di lancio, una possibilità. Solo se coltiviamo la Buddità riusciamo a manifestare pienamente il nostro potenziale umano. Nel Buddismo il corpo umano è chiamato “recipiente dei nobili sentieri” o “recipiente della Legge”, adatto cioè a svolgere la pratica buddista. Scrive Nichiren Daishonin: «Ora sono nato nel regno umano, cosa difficile da raggiungere, e ho avuto il privilegio di udire gli insegnamenti del Budda che raramente è dato di ascoltare. Se trascorro questa vita senza fare nulla, in quale esistenza potrò liberarmi dalle sofferenze di nascita e morte e raggiungere l’Illuminazione?».